CAPITOLO 11

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Lavinia aveva la sensazione che stesse per accadere qualcosa, qualcosa a cui dovevano aver fatto caso già prima.

Ma l'unica cosa che riusciva a sentire era il verso dei gabbiani.

Si avviò quindi titubante verso la barca, stando vicina a Narses.

Quella mattina era bellissimo, con capelli biondo cangiante e i profondi occhi grigi che brillavano di intelligenza; la mandibola che si contraeva per la tensione.

Si vedeva che discendeva da Atena, la sua mente era stata creata al fine di progettare sempre un piano. I neuroni erano lì che elaboravano, cercando di prevedere che cosa sarebbe successo.

Camminava veloce e lei intuì che fosse per star davanti alla sorella, così l'avrebbe difesa meglio.

Lavinia gli si accostò e lui le sorrise.

Era arrivati vicino alla scaletta, tirata giù per permettere di accedere al pontile.

"Credi che sia la cosa giusta?" Sussurrò, non voleva che i ragazzi dietro sentissero.

"Deve essere fatto. Te che dici?" Domandò e effettivamente sembrò bisognoso del suo parere.

In quegli ultimi giorni Narses sembrava trovare in Lavinia la sicurezza che lui non aveva, quel pezzetino minuscolo che gli mancava per essere un leader perfetto. In un certo senso, lei riusciva a completarlo.

"Credo che dovremmo sbrigarci a salire"Rispose, guardando Lee che sbracciava da sopra il parapetto.

Lui era lì sopra e era ancora tutto intero, forse non c'era alcuna trappola in stile Britomarti.

Lavinia si promise di non iellarsi da sola, mai più.

Tempo cinque minuti, giusto per fare un giro rapido e rendersi conto che l'imbarcazione disponeva di tutto ciò che necessitavano, che iniziarono i guai.

Leonardo uscì dalla coperta, dove vi era la cucina fornita di qualsiasi pietanza si richieda, con un bel tacos succuolento pronto ad essere mangiato. Purtroppo però un gabbiano glielo portò via.

Il figlio di Ermes si arrabbiò così tanto che gli scagliò un coltello addosso, facendolo cadere con un tonfo orribile sul pontile.

Il gesto non piacque ai suoi compagni, che inziarono ad attaccarli.

Di certo questo non è un comportamento normale per i gabbiani.

Iniziarono a tirare i capelli di Lavinia, la quale cercava di mandarli via invano. Aveva lasciato lo zaino nella cabina in coperta che aveva scelto e di conseguenza non aveva nessun arma.

La faretra era sulla schiena, ma l'arco le era scivolato.

Chloe però la soccorse, uccidendo un uccello e facendo scappare l'altro.

Lavinia corse vicino al parapetto, dove l'arco le era scivolato.

Quando prese l'oggetto tra le mani, fu invasa da un incredibile senso di sicurezza. Per i figli di Apollo quella non è solo un'arma, ma anche un'essenza della persona stessa.

Iniziò a scagliare frecce in tutte le direzioni, incoccandone anche due o tre alla volta.

Abbattè i gabbiani con i quali combatteva Alyssa, permettendole di respirare.

WhisperWhere stories live. Discover now