Capitolo 60

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GRACE'S POV.

Durante la cerimonia non riuscivo a distogliere lo sguardo dagli sposi.

Non ho mai visto mio fratello così sereno e felice.

Ricordo che non è mai stato un tipo di grandi sorrisi, ma quello di oggi riuscì a togliermi il fiato.

Il momento delle promesse, quello più atteso ed importante.

Dimitri alcuni giorni prima mi aveva proposto di sentirla, voleva essere sicuro di averla imparata a memoria.

Gli mise talmente tanto impegno, da invidiare la sua fidanzata.

Ripeteva con tanto vigore ed io mi sentì una stupida quando piansi.

Dalla sua bocca uscivano parole troppo forti, troppo buone.

Inavvertitamente mi immaginai me e Jace.

Anche nella Chiesa, pensai quale vestito prenderò.

Quasi certamente un vestito semplice, bianco, col velo lungo, ampio.

L'unica cosa di cui non sono ancora sicura se scegliere le spalline o no.

Comunque, questo, accadrà fra un paio d'anni.
Chi lo sa, cinque?
Forse.

Quando uscì dalla Chiesa, cercai con lo sguardo il mio uomo.
Sentivo l'esigenza di abbracciarlo.

Il vestito, come mi ripeteva il mio fidanzato.

"Ti sta benissimo"
Nella folla, avevamo deciso di stare solo io e lui.

Avevo addosso: tre giubbotti, un paio di panta-collant sotto il vestito.

Di certo con tutto quel casino, le luci, le urla, i bicchieri in alto, nessuno avrebbe notato la nostra assenza.

E così era.

Eravamo lì da venti minuti.

Lo scemo non smetteva di baciarmi.

Dal giorno dell'incidente non stavamo così, tutti merito di Milly.

Ebbene si, era arrivata finalmente.
Luca era ufficialmente, fuori gioco.

"Dobbiamo ringraziare Milly eh"
Dissi ironicamente staccandomi da quelle labbra super morbide e da prendere a morsi.

Jace rise, con Luca all'inizio non aveva avuto alcun problema.
Ma negli ultimi giorni non se l'è passata molto bene.

Ogni mattina alle tre veniva a controllarci Max, purtroppo era arrivato a questo pur di non sentir suo fratello lamentarsi.

Lui non era assolutamente contro questa cosa, ma non ce la faceva più poveretto.

A lungo andare Jace gli apriva la porta venti minuti prima.

Quella sera mandò a quel paese noi e Luca.

Le risate, non riuscì a trattenerle.

Invece alle ventitre, a farci visita era lo stesso Luca.

Venne da noi con aria da superiore.

"Visto che siete voi due da soli, in questa stanza.
Devo mantenere il controllo.
Quindi, sappi che ti terrò d'occhio"
Jace non gli ruppe quel dito, puntato contro di se, per poco.

Ah, ricorderò questo momento per sempre, si, avrò qualcosa per poterlo minacciare un domani.

"Mi sono mancati questi momenti"
Commenta poggiando il suo collo sulla mia spalla.

Sospirò il profumo dei miei capelli, a me piace, rassicura, mi fa sentire coccolata.

Annuì.

Mi mancava troppo, mi mancava il suo profumo su di me, quando mi rovinava i capelli con la mano quando mi imbrazzavo, il suo solletico.

Lo baciai di nuovo, inoltre mi stava facendo troppo il solletico.

"Basta.
Direi che hai morso abbastanza il mio collo"

"Promettimelo"
Iniziò ad ordinarmi di fare questa promessa.

Ma quale?

Feci una smorfia, dalla quale si poteva capire tutto.

Per fortuna non avevo bisogno di parlare.

"Tu mi amerai sempre vero?"
Sussurrò, dava quella sensazione di crollare di dover sentire l'ovvia parola di due lettere.

Quando si sentiva così debole, così prossimo a crollare davanti a me.

Mi chiedo perché?

"Si!
E tu lo sai"
Risposi.

Stringendo tra le mani il suo volto, lo obbligai a guardarmi dritta negli occhi.

Sorrise.

"Si hai ragione, lo so.
Ma mi piace sentirmelo dire, soprattutto da te.
Voglio sapere che tu aspettarai questo fottuto anno per poi essere mia, vivere insieme ed iniziare insieme"

Sappiate che il libro sta per finire. Ma non temete.

C'è un nuovo libro ad aspettarvi e poi non so se fare due o tre episodi riguardanti questo libro, anche se, penso di si.

Buonanotte!💙❤

Grazie sempre.

Sei la mia rovina 4Where stories live. Discover now