05| Pareggio

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«Io vado» strillò suo padre e a Idie sembrò strano che l'avvisasse.

Di solito, usciva e basta.

Andrea Agnelli teneva il cellulare di ultima generazione in mano e la ventiquattr'ore di pelle stretta contro il petto.

Idie capì che suo padre era nervoso dal modo in cui muoveva freneticamente le mani, come se avesse preso la scossa.

Suo padre era sempre nervoso prima di una partita. Se poi, quella partita era contro il Tottenham, agli ottavi di Champions Leage, le cose si complicavano.

L'uomo lasciò un bacio tra i capelli della sua nuova compagna, alle prese con il lavoro al computer.

Poi, lanciò un'occhiata a ciò che lo circondava: la sua casa, i dipinti costosi, le fotografie con personaggi importanti, la statua rinascimentale all'ingresso.
Poi guardò la sua primogenita: i capelli in disordine, la postura scomposta, la felpa larga e gli occhi troppo truccati.

Ma quando Idie ricambiò il suo sguardo, lui lo spostò sull'altra figlia che stava colorando china sul tavolino di legno scuro.

«Buonanotte amore» disse alla bambina, per poi uscire definitivamente da casa.

Idie credeva di odiarli, i suoi familiari.

E questo perché avevano quei modi da famiglia perfetta che l'hanno sempre fatta incazzare e messa in imbarazzo.

Loro non erano una famiglia perfetta.

Suo padre guadagnava abbastanza da potersi permettere di tutto, ma erano più le volte che era all'estero che a casa propria.

Sua madre, ormai a Parigi, si era sempre comportata più da amica, e Idie sapeva che era troppo irresponsabile -ed hippy- per badare ad una figlia.

I suoi non si erano mai davvero amati: una scappatella di una notte ed era nata lei nove mesi dopo.

Suo padre non era nemmeno lì.

Idie invece era diversa.

Lei odiava le bugie e le cose all'apparenza perfette, odiava anche le stronzate hippy.

Proprio come odiava quando suo padre giocava con i suoi fratelli, proprio come odiava quando sua madre si dimenticava di avere una figlia in Italia e non chiamava da settimane.

Quindi succedeva che Idie fumasse più del dovuto, saltasse i pasti e si tingesse i capelli di rosa.

Solo per dire "Sono qua, sono viva".








Paulo aveva voglia di urlare.

Aprire la bocca e rompersi le corde vocali.

Aveva anche voglia di fumare, sputare l'aria fuori dai polmoni, bestemmiare contro il cielo e prendere a calci tutto e tutti.

Non si capacitava di quella situazione, com'era possibile?

Le partite andavano vinte, dal primo al novantesimo minuto.

Aveva incrociato Miralem, ma non aveva avuto la forza di parlargli.

Non voleva parlare con nessuno in realtà.

«Non torni a casa?» gli chiese Beltran, quando capì che Paulo stava prendendo una direzione diversa dalla loro.

«Vado a fare un giro» mormorò.

𝕿𝖗𝖚𝖊 𝕮𝖔𝖑𝖔𝖗𝖘|| P.DWhere stories live. Discover now