32| Nero

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(Nemmeno è tutto nero.)

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Respirò affannosamente e poi, sempre più piano, cercando di regolarizzare il respiro.

Nonostante fosse difficile mantenere la calma, ci riuscì, anche solo in parte.

Se puoi perdonami.

Dio, quello sì che era un fottuto cliché.
Si era innamorata di quegli occhi che ora nemmeno la guardavano e ora lui, se ne usciva con una frase patetica piena di scuse e di vorrei ma non posso.

Pensò che sì, era sicuramente colpa sua. Ma, infondo, meritava qualcosa in più e non un finale del genere.

Paulo lasciò andare la collana e alzò lo sguardo, più consapevole e scuro di quello che Idie ricordava che fosse.

«Non dire che ti dispiace- mormorò -è inutile, non mi serve a niente»

«Serve a me»

Ribattere in modo duro era l'unica cosa che riusciva a fare in quell'istante. Non c'era più il tono ironico che aveva spesso o quello canzonatorio.
C'era un Paulo diverso, più consapevole, più grande. Niente a che fare con il ragazzino di Laguna Larga che si divertiva con niente.

«Per fingere di avere la coscienza pulita?»

Il ragazzo scosse il capo e qualche ciuffo di capelli sfuggì incontrollato dalla sciarpa con cui aveva avvolto il capo.

Non sapeva cosa dire. La realtà esatta era che si cagava addosso. Qualsiasi parola o suono sarebbe stato sbagliato, inopportuno, triste.

Eppure, non riusciva a voltare la schiena e andare via. Correre da quel posto che puzzava di pulito e dire addio.

Era la fine, quella e lui se l'era già immaginata. Non così, certo, non in un ospedale, non il giorno della consegna dello Scudetto. Ma l'aveva immaginata.

Tra un bacio e l'altro, la notte dopo Real-Juve e dopo la sconfitta contro il Napoli, l'aveva vista. La fine del tunnel, ma senza luce, solo con ombre e pochi colori.

Dentro di se, sapeva che ci sarebbe stata la fine. Dal primo bacio sulla terrazza di Federico, all'ultimo in ascensore.

«Non sono bravo con gli addii» sussurro poi.

Con suo padre non ne aveva avuto la possibilità, con Idie, la parte malata di lui non voleva pronunciare quella minuscola parola.

«E allora non dirmi addio. Solo perché mio padre vuole questo non significa che..»

«Lo voglio io- disse lentamente, cercando di scandire le parole come per spiegare ad una bambina testarda un concetto troppo difficile per la sua età- tuo padre non c'entra. È una mia decisione»

«No invece!- esclamò lei, alzando la voce e sapeva che c'era qualcuno al di là della porta che poteva ascoltare tutto -possiamo ancora..»

Fu il sorriso di Paulo a fermare il flusso di parole che uscivano dalla sua bocca. Era un sorriso tenue, che nascondeva bene quello che sentiva dentro al petto.

«È più facile credere che sia tuo padre l'artefice di tutto questo? Ti fa stare meglio questa versione della storia?»

Gli venne anche da ridere mentre pronunciava quelle parole.

𝕿𝖗𝖚𝖊 𝕮𝖔𝖑𝖔𝖗𝖘|| P.DWhere stories live. Discover now