Cap.6

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'Rimase ferma, a guardare quel corpo steso a terra, ricoperto del suo stesso sangue e con il viso che esprimeva solo paura, le piaceva quella vista, oh, se le piaceva, si guardò le mani per poi guardare le gocce trasparenti posarsi su di esse, però, era una cosa orribile, non voleva farlo, non era stata lei, non era colpa sua, allora perché tutta la guardavano con paura e scappavano da lei? Perché quei uomini le stavano puntando le pistole contro? Non era stata lei, non era stata lei!'
Si svegliò di scatto, impregnata di sudore e con l'affanno, le immagini del sogno la perseguitavano e, anche se ora era sveglia, sembrava quasi che fosse ancora intrappolata in quell'incubo, Scusa, sentì dire nella sua mente, sospirò prima di mettersi seduta e guardarsi attorno, giusto, era nella vecchia casa dello scheletro, tolse la coperta dalle gambe per poi alzarsi dal divano, non aveva voluto dormire nel letto, dopotutto era casa sua, cioè di Sans, doveva dormire lui nella sua stanza mica lei, e si diresse verso la cucina, che era proprio a qualche passo da lì, si scontrò contro lo scheletro, ora che ci faceva caso era più alto di lei di qualche centimetro, aveva tra le mani una tazza fumante assieme a dei biscotti, alzò un sopracciglio mentre lui glieli pose, con un grande sorriso sul volto scheletrico.

"Stavi avendo un'incubo, quindi ho pensato che una camomilla assieme a dei biscotti ti fosse stato d'aiuto, quando ti saresti svegliata, ovviamente."

Disse prima che iniziasse a spingerla verso il divano e mettere tra le mani le due cose, sorrise piano, non si ricordava quando qualcuno aveva fatto qualcosa di gentile per lei, Hey!, 'ma tu non sei materiale', rispose alla voce, poteva immaginarla con le braccia incrociate e con un broncio, le veniva da ridere, ma si contenè, non voleva strozzarsi con la camomilla, bevve tutto e mangiò alcuni biscotti, adesso si che era rilassata, il sogno era quasi un lontano ricordo, o almeno credeva.

(...)

La giornata non era stata un granché a dirla tutta, avevano passato la giornata a stare in silenzio, a pensare alle proprie cose, ma il dubbio che la perseguitava era 'Perché? Perché mi aveva portata in questo posto?', ovviamente se glielo avrebbe chiesto sarebbe stata scortese, quello scheletro sapeva essere abbastanza bipolare, non si sà mai come potrà agire, lo guardò, stava parlando da solo, o con l'ipotetico 'fratello', si morse il labbro inferiore, sembrava così solo, si sentiva quasi in colpa, Hai fatto solo il tuo lavoro, non considerarlo come uno sbaglio, sentì dire nella sua mente, sospirò triste, attirando così l'attenzione dello scheletro, che la guardò incuriosito, scosse il capo per poi ritornare ad affrontare i suoi pensieri, assieme ai sensi di colpa che non la volevano lasciare, strinse le labbra in una linea dritta, doveva trovare un modo per andare via di qui, non doveva farlo, si rimproverava, non doveva farlo, l'uomo capra le disse che fra qualche giorno sarebbero arrivati, dovevano andarsene prima che lo facessero.

Prese il block notes e iniziò a scrivere, lo scheletro lesse dubbioso la domanda, 'Come si esce da qui?', ricevendo come risposta un'altra domanda, sbuffò per poi farglielo rileggere, lo scheletro allora iniziò a spiegare la strada per ritornare in superficie, "Perché?", sentì dire da lui, non gli diede tempo di replicare che lo trascinò fuori, al freddo, per poi correre verso quelle che lui chiamava 'Waterfull', forse sarebbero entrati dalla bariera, ormai rotta, ma non le importava, ciò a cui pensava ora era salvare del destino da lei imposto quello scheletro che tanto innocente non era, o almeno sembrava, entrarono nel campo di fiori blu, che sembrava potessero parlare e, quando stavano per superare un ponte, sentì un stretta fermarla, si girò, lo scheletro la stava guardando dubbioso, non capendo cosa stesse succedendo.

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La figura stava guardando la scena divertita, prima commetteva l'errore e poi cercava di risolverlo, certo che erano proprio strani gli umani, si era incuriosita di tanto odio verso quella strana anima che non conservava ne odio ne nessun'altro 'sentimento' che classificavano le anima, era completamente vuota, trasparente, o almeno sembrava, riusciva a scorgere diverse sfumature grigie che non riusciva a classificare, era un'anima rara, si stupì la prima volta, allora perché tanta voglia di distruggerla?
Oh, anche i mostri era imprevedibili, si ricordò, loro potevano provare qualsiasi sentimento senza essere considerati strani o di 'un'altra razza', erano semplicemente un'enorme famiglia, un pò troppo ingrandita per i suoi gusti, ma purtroppo non poteva fare nulla, condannata per sempre a rimanere in quel limbo di oscurità, non che le dispiacesse, anzi, trovava divertente guardare le storie altrui e come si svolgevano, poteva considerarsi una spettatrice, non considerata, però lo era.

Illuminata dalla luce dello schermo, che raffigurava le avventure dell'umana, che aveva capito chiamarsi (T/N), e di Sans dell'universo alternativo Asylum!Tale, le era ancora ingnota il motiva per cui il creatore di quel mondo avesse aggiunto un'altra umana ma dovette rigranziarlo, era stanca di tutte quelle Frisk e le loro idee pacifiste, storse il naso, la Pacifist Run non faceva per lei, guardò il tavolo di lavoro dove vi era il fatidico pulsante, stava considerando l'idea di distruggerlo e dire a quello scheletro da quattro soldi che il piano era saltato, ma non poteva, non poteva cambiare il corso della storia, se il creatore aveva deciso di elliminare quell'intrusa non era problema suo, ma poi si sarebbe annoiata, dove avrebbe più trovato un'universo divertente come quello? 

Si alzò da terra, sistemando il mantello che la copriva da capo a piedi, e si diresse verso il tavolo, l'unico oggetto, oltre ad altri e agli schermi, che le era concesso tenere, sbuffò contrariata, voleva fare qualcosa di nuovo e non sempre questi dannati pulsanti, buttò tutto sul pavimento nero per poi sbattere le mani sulle superficie legnosa del tavolo, dannato, pensò, dannato lui e la sua voglia di avere un finale perfetto, appena sarà riuscita a trovare un modo da uscire di qui gliela avrebbe fatta pagare, guardò di nuovo lo schermo per poi ghignare, forse aveva trovato un modo.

I'm not crazy (Asylum!Sans x Reader)Where stories live. Discover now