Cap.8

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(Così capirete un bel pò di cose.)
In the Past...

Una bambina stava guardando la casa che le era di fronte, era molto grande ma anche tenebrosa, non le piaceva l'atmosfera che infondeva, sembrava che avesse molti anni e che da un momento o l'altro potesse cadere, venne trascinata dalla donna che chiamava 'mamma' al suo interno e le disse di andare in camera sua, non la voleva fra i piedi, come se sapesse dove era situata, salì le scale e iniziò a guardarsi intorno, aveva solo 10 anni e la curiosità, tipica dei bambini più piccoli, non le era mai mancata, perciò iniziò a esplorare tutta la casa, trovando, finalmente, la sua camera, situata al fondo del corridoio principale, la guardò meglio, era molto grande ed semplice, una normale stanza, si mise seduta sul letto, il materasso era durissimo e le lenzuola davano fastidio, sospirò, ormai ci aveva fatto l'abitudine, si stese su di esso per poi chiudere gli occhi,          ignara che qualcuno la stava osservando con curiosità.

(...)

Passarono diversi mesi e la bambina non era ancora a suo agio in quel paesino dove tutti la squadravano dalla testa ai piedi, alquanto pare quelli della città non erani ben accetti lì, rimase tutto il tempo nella sua stanza, non le era permesso neanche andare a scuola, quindi iniziò a studiare per conto suo, imparò a leggere,  anche se all'inizio le era impossibile capire cosa fossero tutte quelle lettere, e andava e veniva alla biblioteca per stare al passo con i suoi coetanei, ovviamente di nascosto, i suoi genitori non volevano che la si vedesse in giro, si vergognavano in poche parole, però era strabiliante come potesse imparare velocemente quella bambina, la bibliotecaria ormai era diventata sua amica e maestra, si mise al passo dei ragazzi che frequentavano le medie, un giorno si venne a sapere che lei usciva di nascosto dalla casa e venne messa in punizione, chiudendo porte e finestre, in modo che non avesse vie di uscita.

Dovette rimanere nella sua camera fino a un tempo indeterminato, si annoiava, ormai anche giocare con le bambole non le interessava più di tanto, rimase stesa sul letto, a guardare il soffitto bianco della stanza, e non toccava cibo da... Non sapeva neanche lei da quando, sapeva solo che aveva una fame da lupi ma non avrebbe mai data la soddisfazione di vederla mangiare, perciò si accontentava solo dei bicchieri di acqua, voleva leggere, avere tra le mani un libro, sentire quel profumo che solo la biblioteca aveva e ascoltare il silenzio, che in quella casa non esisteva, oltre a tenerla segreta dal resto del mondo, i suoi genitori litigavano per non nulla, anche se all'apparenza non sembra neanche così.

"Vuoi giocare con me?"

Alzò lo sguardo e guardò la figura che era davanti a lei, era una bambina che sorrideva allegramente.

(...)

"Aspettami, Chara!"

Disse la bambina mentre correva nel bosco al dì fuori del villaggio, la sua nuova amica voleva farle vedere qualcosa di speciale, qualcosa che aveva trovato molto tempo fà, e voleva farglielo vedere, arrivarono ai piedi di un monte e la bambina dai occhi cremisi iniziò a salirlo, lo fece pure lei e si ritrovarono davanti a una voragine, la bambina rimase lontana da quel luogo, poteva esser pericoloso, mentre l'amica si avvicinò senza problemi.

"Dai, (T/N), vieni!"

Disse divertita mentre guardava la bambina che lentamente si avvicinava a lei e si sedette al suo fianco, facendo penzolare i piedi nel vuoto.

(...)

"Vuoi fare un nuovo gioco, (T/N)?"

La ragazzina guardò l'amica, aveva capito che non era una normale bambina da molto ormai ma aveva mantenuto il loro rapporto anche dopo la scoperta, annuì pensierosa, anche se era cresciuta amava sempre scoprire le cose nuove e provarle, la bambina sorrise, non le faceva più paura, ormai era cresciuta con quel sorriso, l'aveva sostenuta e accompagnata nei momenti più bui, quando i suoi genitori se ne andarono, anche se non la pensavano minimamente, ci era rimasta male, e da quel giorno iniziò a tacere, lo shock era stato troppo grande, non aveva più voluta avere relazioni se non con la sua amica 'speciale' e con un solo sguardo si capivano.

"Che ne dici di 'fonderci'?"

Inclinò il capo verso destra mentre spostò il suo corpo completamente verso di lei e le rivolgeva la sua attenzione.

"Intendo dire che io entro nella tua anima."

Non era sicura, ciò avrebbe procurato dolore? E poi se non fosse più riuscita ad uscire dalla sua anima? Come avrebbe fatto senza il suo sostegno?  E...

"Calma, calma. Frena i pensieri! Vedrai che andrà tutto per il meglio."

Annuì poco convinta e fece entrare la bambina nella sua presunta anima.

(...)

Quel giorno era un giorno come tanti e come ogni giorno, la bambina, ormai divenuta grande, si stava dirigendo verso la sua scuola sotto gli sguardi disgustati di tutti, l'odio verso i suoi confronti non era svanito, ciò che non capiva era il perché di tutto questo odio, non ricordava granché, si ricordava solo che arrivava in quella casa assieme ai suoi genitori, che egli sono morti per un incidente dopo un'anno e che adesso è stata affidata all'anziana bibliotecaria che ha ammesso di volerle un gran bene, che da piccola andava sempre da lei e che amava la lettura e le cose nuove, poi, per il resto, vuoto, arrivata davanti all'edificio si fermò un'attimo per completarlo pienamente, non voleva entrare, ma si fece coraggio, tanti queste sei ora sarebbero passate in un baleno, pensò triste, da molto tempo ormai, da quando aveva iniziato la scuola, era vittima di bullismo e ciò fece aumentare il suo mitismo, i psichiatrici dicono che è a causa di un trauma per cui si è ridotta in quel modo e diedero la colpa alla morte dei suoi genitori, ma sapeva che mancava qualcosa, l'ultimo pezzo del puzzle.

Non ci pensare, (T/N), sarà una stupidaggine.

E aveva dimenticato la voce che sentiva da ormai molto tempo, si era affibiata il nome Chara e non capica il perché le era così familiare, ma non ci diede peso, arrivò davanti al suo armadietto e mise il codice, appena lo aprì vi trovò diversi bigliettini, lo mise tutti nella cartella, e prese anche i libri per la prima ora, mentre si dirigeva verso la prima classe venne inseguita da risate e occhiate malevoli, non amava quell'atmosfera, nel corso della giornata venne trattata nel peggiori dei modi, ma non vi stò qui a raccontare, in poche parole, non ne poté più, si avvicinò a culuo che le aveva causato tanta sofferenza e lo infilzò con una forbice, ridendo per il sangue che ne usciva, le piaceva e voleva di più, sempre di più, era esilarante guardare quel corpo, ormai privo di vita, ai suoi piedi, con lo sguardo di paura e dolore, incurante delle persone che la circondavano e dalle armi che erano puntate su di lei, si accasciò a terra e pianse, non voleva tutto ciò.

I'm not crazy (Asylum!Sans x Reader)Where stories live. Discover now