Capitolo 12: Profumo

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Ego era pallida, gli occhi spalancati e le mani che tremavano. Sentiva la voce di sua sorella al di là del telefono ma non la ascoltava davvero perché la sua mente stava elaborando troppe nozioni contemporaneamente. 

<<Cosa succede?>> le chiese Zen, ma lei non riuscì a parlare. Le passò il cellulare e si sedette sul pavimento del negozio prendendosi la testa tra le mani. La ragazza tatuata guardò il nome sullo schermo e poi rispose. <<Venetia, sono Zen, c'è qualcosa che non va?>> 

<<Mad è in ospedale>> disse. <<Venite subito.>> 

Cercando di mantenere la calma si inginocchiò vicino a Ego e l'abbracciò. Il suo corpo era scosso da tremiti e i suoi occhi erano privi di luce. Tutta la gioia di poco prima era evaporata in un solo istante. 

<<Piccola, riesci ad alzarti?>> la ragazza annuì e si fece aiutare a rimettersi in piedi. 

<<Dobbiamo andare da lui.>> mormorò.

Lasciarono quello che avevano preso e andarono alla moto. Zen scrisse un breve messaggio a suo padre, chiuse la cerniera della felpa a Ego e le allacciò il casco. La bionda non disse nulla e si strinse forte alla ragazza tatuata mentre guidava veloce. Erano una scheggia scura nel mezzo dell'autostrada sgombra e i pensieri facevano così tanto rumore da far tacere il resto del mondo.

Arrivarono nell'ingresso dell'ospedale e l'odore di disinfettante le avvolse. Chiamarono Venetia per farsi venire a prendere ed essere condotte da Mad e quando la ragazzina giunse nell'atrio corse in contro alla sorella e le diede un abbraccio. 

<<Spiegami dall'inizio.>> le disse mentre andavano all'ascensore. 

<<Qualche ora fa era in quel parco, quello in cui vi siete incontrati quando avete discusso.>> cominciò, ma poi si fermò per deglutire e spostarsi i capelli da davanti il viso. 

<<Cosa ci faceva lì?>> chiese Zen anche se poteva immaginare la risposta.

<<Doveva prendere della>> le porte dell'ascensore si aprirono e uscendo si incrociarono con alcuni infermieri e Venetia abbassò la voce. <<Doveva prendere qualcosa da una persona che non conosceva, solo che non aveva abbastanza soldi.>> 

<<E poi?>> odiava quando doveva tirare fuori di bocca le parole a sua sorella. 

<< Ego, tu non sei a scuola da un po', ma nell'ala in cui siamo io e lui tutti sono al corrente dei problemi di Mad>> si interruppe un momento per scegliere le parole e poi continuò. <<Ha cominciato a usare roba più pesante da quando vi siete lasciati ed era in debito con tante persone.>> 

<<Voglio sapere cos'è successo in quel dannato parco, Venetia.>> sbottò e Zen le prese la mano per tranquillizzarla. 

<<Lo hanno accoltellato allo stomaco>> sussurrò. <<Non pagava da troppo tempo e forse quel gesto doveva essere solo un avvertimento, ma è finita male. Ha perso molto sangue e i medici non sanno ancora se ce la farà.>> 

Ego sentì una forte sensazione di nausea e riprese a tremare. 

<<Come fai a sapere tutte queste cose?>> domandò. 

<<Me lo ha detto sua madre>> rispose. <<Ha chiamato a casa per avvisare te, ma ovviamente ho risposto io e sono corsa subito qui dopo aver parlato con voi.>> 

Avevano percorso nel frattempo diversi corridoi ed erano arrivate in una piccola sala d'attesa. C'era anche la madre di Mad, Ego la riconobbe subito, con il fratellino e, con grande sorpresa di Zen, anche la signora Tegeirian. Le due donne andarono a salutare le ragazze, ma nessuna riusciva a parlare. Erano troppo intense le emozioni, troppe le informazioni da assimilare e veramente troppi i rimorsi. 

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