8- Casa McLain

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Keith a quel punto non era sicuro di aver capito bene: Lance McLain lo aveva davvero invitato a casa sua per fargli da modello?

Ora il moro non poteva fare a meno di chiedersi se il cubano era solo un gran egocentrico oppure un ragazzo nel panico in cerca di un diversivo. O uno stupido.

Insomma, Lance non lo conosceva! Ma d'altra parte, Keith non aveva mai avuto degli amici veri e propri. Era così che funzionava? Ti incontravi due, tre volte ed eravate subito amici?

Il ragazzo, che comunque non era un esperto, era abbastanza sveglio per capire che le cose funzionavano in maniera diversa, ma era troppo tardi per i ripensamenti, perché ormai Keith era sulla soglia di casa McLain, alle quattro in punto.

Bussò alla porta della casa di periferia, con tanto di giardino tenuto bene solo per metà intorno.
Si sentì un certo brusio, dei tonfi e un po' di chiacchiericcio, ma fu Lance ad accoglierlo.

"Hey" disse Keith, che stava morendo dall'imbarazzo. Non era mai andato a casa di un suo compagno di scuola prima di allora.  O meglio, lo aveva fatto quando era alle elementari, ma si era sempre concluso con lui che sbuffava annoiato e gli amichetti in lacrime.

Non bene, in sostanza.

"Ecco la zazzera! Entra, ma attento a dove metti i piedi: potresti inciampare! Dico io, è mai possibile che nessuno in questa famiglia sia in grado di mettere a posto le proprie cose? La roba in cui si può inciampare è quintuplicata! Bambole, peluche, mattoncini da costruzione, borse, gomitoli di lana, vassoi, palloni... ma immagino non ti interessi sapere ogni singola cosa che potrebbe farti finire con la faccia a terra, anche perché ci vorrebbe decisamente troppo tempo" disse Lance, gesticolando freneticamente.
"Starò attento" disse Keith, seguendolo.

La casa era suddivisa in due piani, ma solo al secondo si trovavano le camere da letto e per arrivare alla scalinata scricchiolante bisognava passare prima per il salotto, che inoltre affacciava sulla cucina.

La famiglia era concentrata quasi tutta in quelle due stanze.

La signora McLain era intenta a cucinare dei pancake gonfi e soffici ricoperti di cioccolata, il signor McLain leggeva un giornale stropicciato su una vecchia poltrona blu. Due bambini sui dieci anni sedevano a terra e seguivano un cartone animato in televisione, mentre un'anziana signora accarezzava amorevolmente i capelli di una bambina minuta profondamente addormentata.

Quando i due ragazzi fecero il loro ingresso nella stanza, tutti alzarono gli occhi verso di loro, o meglio, verso Keith. Erano tutti... felici? Difficile a dirsi.

"Tornate a fare quello che stavate facendo. Davvero. Ora spariamo. Ci dileguiamo. Non siamo mai esistiti. Addio famiglia!" disse Lance, prendendo Keith per un braccio e trascinandolo rapidamente su per le scale.

"C'è mancato poco: stavano per riempirti di domande. Parola mia, non ti avrebbero mai lasciato andare senza sapere il tuo nome e cognome, la tua data di nascita, dove abiti, il tuo gruppo sanguigno, che numero di scarpe porti e il tuo piatto preferito. Ti ho salvato la vita" disse Lance, imitando alla perfezione la tipica scena di ogni film d'azione in cui i protagonisti riprendono fiato dopo essersi salvati per miracolo da una sparatoria.

Questo rubò una risatina al moro, di solito impassibile davanti alle scenette altrui.

Il cubano aprì una delle porte del corridoio con fare cavalleresco; doveva essere per forza la sua camera.

Le pareti erano tinte di un'amabile tonalità d'azzurro pastello, mentre l'arredamento si alternava tra il bianco ed il semplice colore nudo del legno. C'era un letto con dei peluche di squali sopra, ed un comodino pieno di ninnoli inutili e un paio di occhiali.
Un armadio ricoperto di polaroid era messo a ridosso di una parete che ospitava anche la scrivania, munita di una piccola libreria non troppo piena.
La finestra era aperta, e le tende bianche svolazzavano, mosse dal venticello di quel giorno.

Lance lo fermò con un braccio, imitando di nuovo quelle scene di quei film all'Indiana Jones in cui l'avventuriero ferma il compare per smascherare la trappola nascosta.

"Marco?"disse Lance, guardando con occhi di fuoco l'armadio.
"Polo!"dissero due vocine stridule provenienti dal guardaroba. Ne uscirono due gemelli di sesso opposto ridenti, la quale età era assolutamente impossibile da capire.

"Fuori di qui, monellacci!" gridò Lance, in un misto tra il divertimento ed il fastidio.

Keith rimase immobile in mezzo alla stanza, incerto su cosa fare; il cubano però aveva programmato abbastanza bene la loro giornata, e non perse tempo a prendere i libri di scuola.

"Allora? Hai intenzione di rimanere là impalato tutto il giorno? Zazzera, i compiti non si faranno per magia!" disse con un mezzo sorriso.

I due allora si misero a lavoro. L'orologio ticchettava e ticchettava ancora, senza sosta, ed il sole andava via lentamente, lasciando che il cielo cambiasse colore.

Quando ormai erano le sei e mezza inoltrate e la volta celeste era macchiata di rosa e di viola, Lance chiuse il suo libro di letteratura.

"Finito!" gridò il cubano con aria vittoriosa.

Keith sbuffò. "Era ora! Ho finito da un pezzo. Avevo paura che ci avresti messo anche di più"

Lance strabuzzò gli occhi. Il moro si alzò dal duro pavimento su cui era stato per tutto il pomeriggio e si stiracchiò, come un gatto, un gatto nero.

"Adesso basta però. Sei qui per disegnare e non lo hai ancora fatto, dannazione! Ti devo assolutamente portare in un posto, quindi decidi tu: usciamo dalla finestra o dalla porta, come ogni persona normale?"

Keith esaminò la situazione, ma con un balzo si stava già arrampicando lungo la grondaia della casa, per poi tendersi verso una piccola cabina per gli attrezzi proprio lì sotto e saltare giù dal tettuccio di quest'ultima con fare felino.

Lance rise, ma lo seguì comunque, felice di aver incontrato un tipo come Keith Kogane.

"Avevo paura scegliessi la porta" confessò Lance, allacciandosi il casco rosso che il moro gli aveva dato.

Il ragazzo mise in moto la motocicletta cromata, con un mezzo sorriso. "Proprio non capisco questa tua preoccupazione" disse ironico.

"A Voltron Story"Where stories live. Discover now