11- La Cosa Misteriosa

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Allura prese dal cassetto rosa cipria quel vecchio quaderno bianco con i fiori. Lo aveva nascosto sotto la biancheria intima, così era sicura che Coran non ci sarebbe andato a rovistare dentro.

All'inizio, le annotazioni erano blande e monotone; poi, dal 16 di Luglio iniziavano ad essere interessanti.

'16 Luglio, 15:34
Cario Diario,
Sono tremendamente preoccupata: è una settimana che sono a casa dello zio Coran e mamma e papà non sono ancora tornati dal loro viaggio a Voltron.
Avevano detto che sarebbero venuti a prendermi alle 16 in punto di tre giorni fa, ma niente. Ho chiesto a Coran dove sono, ma lui continua a guardarmi e a non dire nulla: non è da lui.
Inizio ad essere seriamente in ansia.'

'17 Luglio, 11:05
Caro Diario,
È successo qualcosa di terribile, ne sono certa.
Coran ancora non parla, e ha l'aria stanca e triste, è ancora in pigiama. Lo zio non è mai in pigiama a quest'ora! Sono venute delle persone, prima. Anche loro sembravano stanche e tristi, hanno portato dei fiori. Sono tulipani, i fiori preferiti dei miei genitori. Ne hanno portati così tanti da riempirne la casa.
È tutto troppo sospetto.
Ho paura.'

'18 Luglio, 18:47
Caro Diario,
Non ci credo.
Coran mi ha parlato.
Credevo mi stesse per dire che mamma e papà erano arrivati, ma mi sbagliavo. Sono sola, adesso. Non torneranno a casa. Ne oggi, ne domani, ne tra un mese, ne tra un anno, ne mai.
Sono morti. Andati. Mi hanno lasciata sola. Non ci posso credere. Non è vero. Non può esserlo. Ho freddo. Papà mi avrebbe detto di mettere un maglione, ora non lo farà più. Non lo farà mai più. E allora chi me lo dirà? Chi?? Aiuto. Non riesco a respirare. Sono sola.
Sola.'

Da qui le pagine erano strappate o spiegazzate dalle lacrime che vi ci erano cadute sopra.

Ne era passato di tempo, da quando la piccola Allura aveva scritto quelle cose, ma il dolore era rimasto lo stesso. Eccome se era rimasto.

"Allura, posso entrare?"

La ragazza ributtò il quaderno nel cassetto, lo chiuse in fretta e aprì il libro di archeologia ad una pagina a caso.

Coran entrò senza che la ragazza avesse il tempo di rispondere.
Nei ricordi di lei, lo zio era sempre stato così: capelli rossi, baffi folti, alto. Ora si aggiungevano solo piccoli ciuffi bianchi lungo la ricrescita, ma nient'altro.

"Ti ho portato una cosetta da mangiare" disse l'uomo, porgendole una fetta mi crostata alle amarene.
"Magari dopo, Coran. Stavo per uscire" disse Allura, chiudendo il libro e mettendolo nella sua borsa.
"E dove vai?" chiese lo zio.
"Io e Shiro dobbiamo fare una ricerca sugli scavi dell'ultimo secolo. Non ci vorrà molto, credo"

Coran la guardò male.

Sapeva perché: a lui Shiro non piaceva per niente ed il fatto che la ragazza andasse da lui così spesso lo stizziva parecchio.

"Devi proprio?" chiese l'uomo, in un'unica piccola resistenza.

Allura sorrise dolcemente, annuendo. Lo zio si tolse dalla porta, lasciandola uscire.

La ragazza si strinse nel maglione di lana mentre chiudeva la porta.

Avrebbe tanto voluto smettere di mentire, per una volta, smetterla con quella farsa. Perché lei non stava più studiando archeologia da un anno, e Shiro non era ne un compagno di classe ne un semplice amico.

Era tutta una grande bugia.

Ed ora che Allura aveva persino ottenuto l'incarico di supplenza alla Garrison, non poteva più resistere. Lei voleva, voleva tanto dire la verità a Coran, ma voleva anche renderlo fiero di lei.

Quindi la ragazza continuava la sua bugia, la sua doppia vita: da una parte devota apprendista archeologa, proprio come i suoi genitori, e dall'altra giovane insegnante di arte e immagine.

"A Voltron Story"Donde viven las historias. Descúbrelo ahora