Capitolo 2

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Dopo una decina di minuti in macchina la curiosità prende il sopravvento.
"Allora, dove siamo diretti?"

"Andiamo sul mare, sei contenta?" mi risponde girandosi per un attimo verso di me.

"Ma io soffro il mal di mare!"

Come può essersene dimenticato quell'idiota?

"Piccola, intendevo un ristorante. In un pontile. Sul mare." dice con tono ovvio gesticolando con le mani, imitando le onde del mare.

"Oh..." abbasso la testa per l'imbarazzo. Per fortuna che il sole è già calato e con lui la sua luce, permettendo così di far nascondere meglio il leggero rossore che si è formato sulle mie guance.

Improvvisamente comincia a ridere, senza un apparente motivo. "Sei così carina quando arrossisci." dice prendendo una ciocca dei miei capelli e mettendoli dietro al mio orecchio. Mentre lo fa, sfiora la mia guancia e credo di essere diventata ancora più rossa. Finalmente sposto lo sguardo su di lui e sulle sue iridi, per poi finire sulle sue labbra carnose.

"E-e dopo?" gli chiedo nervosa, senza distogliere lo sguardo nemmeno per un attimo da quell'opera d'arte che sono le sue labbra.

"Dopo.." sussurra piano lasciando la frase in sospeso, si avvicinana sempre di più, con la sua mano appoggiata sulla mia guancia. Accorcia sempre di più la distanza che è tra di noi, fino a quando sento il suo respiro sulla pelle.

Un rumore assordante ci fa sobbalzare, interrompendo così il nostro momento. Eravamo così concentrati e persi tra di noi che non ci siamo nemmeno accorti che il semaforo davanti a noi è già verde, e non da poco, a giudicare dalla varietà di insulti che ci stanno gridando contro gli autisti in coda.

Un signore ci urla qualche imprecazione prima che Jake vada avanti. Appena percorsi una decina di metri mette fuori dal finestrino la sua mano sinistra, alzando il dito medio, segno indirizzato ovviamente al signore di prima.

________

Dopo la cena al ristorante ci dirigiamo in discoteca. Quando arriviamo davanti all'entrata dell'edificio il buttafuori comincia a squadrarmi e noto che Jake gli lancia delle occhiatacce, così gli stringo la mano e lo trascino dentro. Ci avviciniamo al bancone e ordiniamo un bicchiere di vodka alla pesca per me e un mojito per lui, ma si sa che un drink tira l'altro e ben presto ci ritroviamo ubriachi, in pista a ballare e strusciarci gli uni contro gli altri.

"Jake devo andare in bagno." gli urlo in un orecchio per sovrastare la musica che ci circonda.

"Ok ti aspetto qui." mi risponde.

Comincio a farmi strada fra i corpi sudati e finalmente riesco ad arrivare al mio obbiettivo. Appena riemergo da quel posto disgustoso, cerco Jake e lo trovo felicemente occupato con la troia per eccellenza di tutta la scuola, del quartiere e se vogliamo dirla tutta anche della città, Sarah.

Un tempo era la mia migliore amica, ma poi è cambiata e le nostre vite hanno preso strade diverse. E ora mi fotte pure il ragazzo, in teoria non è ancora il mio ragazzo, ma questi sono solo futili dettagli. Non sopporto l'idea di aver baciato ciò che lei ha spudoratamente toccato con le sue labbra. Dio chissà quante altre volte l'avrà già baciata o ancora peggio. Non ci voglio nemmeno pensare.

Rimango immobile incapace di dire o fare qualcosa, sentendo le lacrime inondarmi gli occhi, mi mordo violentemente il labbro per trattenermi, non devo piangere, non davanti a lui, soprattutto a lei. Appena si staccano per riprendere fiato, Jake alza lo sguardo incontrando il mio, spalanca gli occhi per la sorpresa della mia presenza davanti a loro, per poi schiudere la bocca. La bionda mi rivolge un sorriso compiaciuto, e finalmente riacquisto la capacità di muovere le gambe. Scuoto la testa avviandomi riluttante verso l'uscita.

A destructive dream » Ashton Irwin [rewriting]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora