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Il risveglio non è stato difficile come l'addormentarsi. È bastato un rumore per farlo cadere dal letto spaventato.
Si toccò la schiena con una mano, massaggiandola, e con l'altra tastava l'aria alla ricerca del suo cellulare ancora ad occhi chiusi. Poi però si fermò e si accigliò. Non si era addormentato nel letto.
Jin, ancora in pigiama, aveva aperto la porta spaventato.
Riuscì ad aprire leggermente gli occhi
"Ma che ci faccio io qui?" Aveva chiesto mentre tirava via dal letto tutte le coperte nel tentativo di rialzarsi.
"Non lo so, non ti sei addormentato nel letto?"
Nel frattempo si era seduto e aveva poggiato la testa sul materasso. Inevitabilmente il profumo si insidiò nelle sue narici.
"Questo è il profumo di Jungkook" disse mentre continuava a respirare avvicinando il naso alle coperte
"Si, credo" si grattó la testa per poi uscire per cucinare la colazione per le sue "bestioline affamate", come li chiamava lui. Taehyung continuava a chiedersi se si fosse davvero addormentato nel letto o ci era finito per qualche strana forza inumana. Aveva continuato a pensarci anche mentre faceva colazione.
"Yoongi, tu ricordi se mi sono addormentato nel letto?"
Quest'ultimo stava masticando un boccone mentre scorreva la galleria di un cellulare con una cover decisamente troppo colorata per essere la sua
"Hyung! Che ci fai con il mio telefono! Yah, non lo trovavo"
Jimin si fiondò giù per le scale mentre glielo tolse dalle mani
"Non mi sembra il caso di avere tutte quelle mie foto mentre dormo, Jimin. Sei inquietante" bevve un sorso di succo e Jimin cambiò colore da rosa pallido a rosso pomodoro.
"Hyung! Mi rispondi?" Taehyung urlò
"Ah si, ti ci ho portato io. Ho deciso di non farti avere mal di schiena e non far subire a tutti quanti le tue lamentele sulla tua schiena dolorante" raccontò ed un ghigno si disegnò sul suo volto "Anche se dovresti esserne abituato" mormorò sperando che non avesse capito
"Cosa stai cercando di insinuare?"
Yoongi fece finta di non sentirlo e si complimentò con Jin per la colazione che rise imbarazzato capendo dove voleva andare a parare.
Anche Tae cambiò colore. La sua era una domanda retorica, anche lui aveva capito più che bene. L'aria si fece pesante. Temeva seriamente di esplodere.
"Senti Taehyung non hai bisogno di mentire più con noi" Yoongi ruppe il silenzio. Particolare. In genere era proprio lui quello che faceva calare il silenzio e ora lo rompeva. Che strano essere l'uomo. Capisce le cose quando è troppo tardi.
Namjoon entrò. Era coperto dalla testa ai piedi per "non farsi riconoscere", anche se non ha fatto altro che mettersi in mostra in quel modo. Mascherine, cappello, cappotto, occhiali da sole... con quel caldo lo hanno notato tutti.
Lanciò con poca curanza delle chiavi su un tavolo e cominciò a spogliarsi
"Le chiavi del furgoncino qui fuori. 8 posti, un bagagliaio abbastanza grande per i bagagli di Jungkook e una radio che si può collegare al cellulare, per me possiamo partire quando volete"
Jin insistette per prolungare la partenza di qualche ora per prendere lo stretto necessario per una gita e per preparare tutto al meglio. Avevano anche avuto tempo di passare dalle rispettive case per recuperare qualche fumetto da leggere o qualsiasi cosa che gli avesse trattenuti per il viaggio lungo le strade sperdute Delle periferie.
Appena ritrovatosi nel giardino di Jin saranno state le 17 di pomeriggio avevano accumulato tanti oggettini inutili e cibo spazzatura. Di quel passo sarebbero arrivati a sera inoltrata. Oramai avevano anche pensato al fermarsi lì per la notte perché di lasciar guidare Namjoon la notte fonda non se ne parlava. Non tanto perché non fosse capace o perché non volesse ma per Jin che era terrorizzato dal viaggiare di notte.
Il viaggio è volato nonostante fosse durato molto. Oltre alla strada lunga si aggiunse traffico e un gregge in ritorno alla fattoria che fece sbattere la testa a Namjoon più volte sul clacson. Tutte quelle coincidenze sembravano volessero dire a Taehyung: Fermati. Pensa a cosa stai per fare. Non essere frettoloso.
Però lui era così testardo che smuoverlo risultava difficile. Jungkook era l'unico a farlo ragionare, a parlargli con calma... Era inutile, Jungkook era l'unico che realmente sapeva farci con Taehyung. Per anni riservava ai suoi amici tutti gli affetti che avrebbe voluto ricevere, ottenendo solo delusioni. Non si era mai dato per vinto, la sua testardaggine sovrastava le sue malattie. Poi era arrivato Jungkook, con il sorriso da coniglio e la faccia da cagnolino impaurito che voleva fare il duro. E fu così che manomettendo la sua testardaggine aveva fatto riemergere le sue paure. Tutta colpa sua... E menomale che Taehyung non lo sapeva: sarebbe stato un punto a svantaggio dal perdonarlo
Però il viaggio lo fece riflettere parecchio. Questo è vero. Tremendamente vero. Aveva cambiato idea almeno 5 volte solloquiando a volte, come faceva Yoongi.

Ore 20.54

La macchina archeggio nel vialetto. La ghiaia tagliava il silenzio notturno della campagna e aveva fatto ripiombare nella testa di Taehyung il ricordo di sua madre. La notte prima che morisse, con quell'albero in fiamme. Rabbrividì.
Scesero.
Un cane abbaiò.
Ancora una volta il pensiero di Tae cadde a quella notte.
Jimin illuminava con la torcia del suo cellulare mentre Yoongi, spavaldamente, mangiava in modo rumoroso. Talmente rumoroso che lo scricchiolio del cibo croccante aveva infastidito particolarmente Jin, che amava il Silenzio. L'aveva obbligato a smettere.
La mano tremante che stringeva la chiave fino a far diventare le nocche bianche si avvicinava alla serratura. Non fu centrata diverse volte lasciando graffi sul metallo. Inserì la chiave e girò.
Uno...
Due...
Tre...
E poi un giro in cui dovette mettere più forza per aprire la porta
...quattro
Il buio è accecante. Quasi quanto la luce.
L'interruttore scattò per la forza del dito di qualcuno.
A vedere quella scena Taehyung si sentiva cadere. Voleva piangere.
Era pieno di decorazioni.
I festoni sul muro erano caduti
La torta era stata tagliata male e distrutta. I palloncini scorrazzavano per terra, alcuni mezzi sgonfi. Il cartellone sulla finestra era fatto benissimo.
"Welcome Back" (bentornato) c'era scritto
Io lo amo
Dalle scale si vide una figura magra che scendeva ad occhi chiusi e rossi
"Jin ti ho detto di non venire"
Tirò su con il naso. Aveva creduto che Taehyung non arrivasse più.
"Jungkook" lo chiamò d'istinto.
Il ragazzo sulle scale alzò la testa spalancando gli occhi.
Scese velocemente e si aggrappò con tutta la sua forza a lui. Stringendolo più forte che poteva.
"Mi sei mancato" biascicò Taehyung
Si allontanò per guardarlo negli occhi
"Scusami, Taehyung"
Stava per chiedere di cosa si stesse scusando ma lui non gli fece aprire bocca per fiondarsi su quelle labbra di cui aveva tanto sentito la mancanza

Sappiate che ho creato questa storia solo per avere il gusto di scrivere questa scena

𝘿𝙞𝙢𝙢𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙢𝙞 𝙖𝙢𝙞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora