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-uhm dicevo...

Flashback

Mia madre cercò di farmela pesare meno e convinse mio padre a non cacciarmi di casa. Piuttosto ho trasformato la casa dove andavo a riflettere -quella in campagna- in una casa definitiva dove andavo praticamente tutte le volte in cui mio padre era a casa.

Taehyung non voleva lasciare sola sua nonna e i bambini e nemmeno che io non vedessi la mia famiglia per tutta la mia vita. Quindi abbiamo trovato un giusto compromesso: i fine settimana insieme nella casa e in settimana ognuno dalla propria famiglia. Come ben sapete, ci siamo trasferiti in un'altra scuola dove finalmente ero accettato. Non si erano sparse voci strane, tutti sapevano che io stavo con lui e la cosa è alquanto positiva visto che nessuna ragazza, o comunque molte di meno della vecchia scuola, gli girava in torno con doppi fini. Lui riuscì a trovarsi dei veri amici e io uscivo con la sua comitiva a volte, per sentirmi meno solo. Mi ha un po' trascurato, lo ammetto, nel periodo degli esami ma alla fine stavamo bene. Davvero bene. O almeno io credevo... fino a quando ho trovato quelle pillole nel suo comodino, nascoste tra la biancheria.
Se lo dico in questo modo sembra che io sia andato a cercare, in realtà stavo solo sistemando i vestiti mettendoli in ordine e le ho trovate sul fondo.
Ho deciso immediatamente di parlargli ma non andò come previsto.
Erano le 4 del pomeriggio. Non avevo mangiato e Taehyung credeva fossi ricaduto in quel pozzo senza fondo
"tutto bene?" mi chiese. La vedo ancora tutta quella paura nei suoi occhi.
Non avevo il coraggio di parlare. Nemmeno guardarlo in faccia mi era così facile
"o mio dio, Jungkook, ti prego" continuò. Mi guardavo le gambe incrociate mentre lui continuava a cercare di scuotermi
"Se dimagrirai ancora non sarai più bello come prima" disse con la voce quasi spezzata
"Taehyung, perchè non mi hai detto niente"
Ho sentito il suo sangue gelarsi come se fosse il mio
"Come?"
"Ho visto le pillole" lo guardai talmente in fondo che riuscivo ad avvertire il suo cuore smosso, come una barca in balia delle onde.
Iniziò a piangere. Credo lo facesse apposta, ogni volta che faceva una cazzata piangeva. Ed io non ce la facevo proprio ad arrabbiarmi con lui. Credo che arrabbiarsi e litigare per giorni sia stupido. Non l'ho mai capito. I miei genitori litigano spesso per tutto e non si parlano per giorni. In casa l'aria diventa così tesa che diventa soffocante al punto da dover uscire in terrazza o in giardino a recuperare il respiro. Ho sempre odiato questa situazione e l'incoerenza non la sopporto. Le cose tra noi si chiarivano in una notte massimo. Ma quella volta era diverso. Quella volta lui se ne andò in camera senza aggiungere una parola e io rimasi sul letto. La cosa più logica da fare era lasciarlo fare. Non è sceso fino a sera, verso le 7. Prese uno yogurt dal frigo e iniziò a salire le scale ma lo fermai
"Siamo persone mature, possiamo parlare?"
Prese un respiro profondo ed annuì
"Perchè le prendi" chiesi con tutta la calma che avessi
"Io credevo che così mi sarei messo l'anima in pace..."
"In pace per che cosa?"
"Sediamoci per favore" indica il divano. Dopo esserci sistemati lui deglutì
"Io non voglio tutto questo"
Stavo per controbattere ma mi interruppe
"Io voglio sposarmi, voglio dei figli e i capelli corti... Le persone come te non possono avere tutte queste cose"
"Taehyung ma in che anno vivi? Al giorno d'oggi possiamo avere tutto questo"
"Io non voglio essere come te. Io voglio essere normale"
"Normale?" mi sono alzato di scatto
Si rese conto di cosa aveva detto solo quando ho ripetuto la parola "normale"
"N-non intendevo quello" cercò di riparare ma il danno era fatto
"Ho capito cosa intendi" lo liquido "Continua a mentire a te stesso ma a me non puoi mentire. Io so che tu sei gay. Quando decidi di smetterla fammi... fammi un fischio" mi allontano per andare alla porta. La apro e la chiudo senza uscire
Lo sento piangere
"Ecco perché io avevo paura. Scalare una montagna è lungo e faticoso ma cadere ai piedi è fin troppo semplice e veloce"
Sono uscito per davvero e sono tornato dopo una settimana. Lui non c'era più ma aveva lasciato una lettera attaccata al frigo con Delle scuse, continuando dicendo che non ha cambiato idea. Ha scritto che si era trovato un lavoro part-time e che non dovevo preoccuparmi per lui.
Non l'ho trattenuto perché so che trattenerlo avrebbe fatto più male che lasciarlo andare

Fine flashback

"E ora sono qui perché non so più cosa fare. Credevo di poterlo dimenticare ma ci sono Delle cose che non gli ho detto. Non credo lui voglia parlarmi ancora dopo tutto questo ed è per questo che ti chiedo in ginocchio una mano"

𝘿𝙞𝙢𝙢𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙢𝙞 𝙖𝙢𝙞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora