eight

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Passano i giorni, cerco di non pensare al giorno in cui dovrà partire, la sua partenza sarà una cosa che difficilmente supererò. Gli occhi sono gonfi, diventano lucidi e rossi. Mi passo una mano sul viso, devo cercare di non pensarci. Tiro su con il naso e mi giro dall'altra parte del letto. Ho il suo profumo addosso, e lo sento parte di me, ancora. È come se potessi sentire i suoi sospiri accanto a me, sul cuscino. I suoi gemiti, e i suoi pugni stretti alle lenzuola. Le sue dita fra i miei ricci, la sua bocca contro la mia, e il suo membro dentro di me. Sbatto gli occhi, giocherellando con il riccio che mi spunta sulla fronte. Probabilmente papà ed Oliver saranno usciti insieme, esco dalla stanza, e posso vedere che, infatti Oliver non è nel suo letto.
Porto la mano fra i capelli, «Mafalda, sai dove sono?» pone le camice e i pantaloni di Oliver sul suo letto, piegandoli per bene, «No, piccolo. Non so dove siano. Sono usciti qualche ora fa.» come immaginavo.
Ai piedi del suo letto c'è la sua camicia a righe, quella che indossò la prima volta. La annuso, è così piacevole sentire il suo dolce odore. Quando lui sarà via, lontano da me, avrò la sua camicia qui con me.
Dopo aver fatto colazione, scendo giù in giardino accanto alla piscina, indosso gli occhiali da sole e il costume verde di Oliver, mi stendo sul prato con le cuffie, per prendere un po' di sole.
«Buongiorno piccino» Mamma si avvicina e mi bacia, si stende con me e poggio la testa sulle sue gambe, si accende una sigaretta e mi accarezza la testa. «Non hanno voluto svegliarti stamattina, ieri sei tornato tardi dal fiume.» abbasso gli occhiali da sole, e con gli occhi socchiusi le rispondo «Sì, scusa, non mi sono reso conto dell'orario e mi sono addormentato. Oliver vi ha detto tutto?» «Sei stato con Marzia?» qualche secondo di silenzio, «In realtà sì.»
Mi accarezza il volto, «Le piaci?» «Molto.» rispondo. Ha un'aria così spensierata, non cambierei il rapporto con lei per nulla al mondo. Ho la fortuna di parlare di tutto con lei, ed è una bella cosa. «Fai quello che ti senti piccino» mette la mano sul mio petto, proprio vicino al cuore. «L'importante è quello che tu senti.» si libera della sigaretta schiacciandola nel posacenere, si alza scuotendo la gonna ed entra dentro.
Mille domande iniziano a tartassarmi la testa. Forse mamma sa esattamente cosa provo io. Forse è evidente, mamma sa tutto, specialmente per Oliver. L'avrà capito subito senza esitazioni. Il mio cuore ora è più sollevato, nel sapere che qualcun altro mi è vicino e che mi capisce.

È ora di pranzo, e papà ed Oliver tornano a casa stremati dalla stanchezza. «Elio! Ieri eravamo in pensiero per te.» Alzo le braccia e le poso sulla testa «Scusa papà, ora sono qui, non c'è motivo di preoccuparsi.»
Entriamo un casa, è già tutto pronto, mi precipito in camera e mi sfilo il costume di Oliver riponendolo nel suo armadio per bene.
«Dovevi esserci, è stato magnifico.» Esclama Oliver, spalanca gli occhi, raccontando la magnifica mattinata che aveva passato.

CMBYN ⠀ོWhere stories live. Discover now