CAPITOLO 7

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Lucy's POV
«Chi non muore si rivede.» dico ad Abby appena torno al dormitorio.
Lucas mi ha appena riaccompagnata, dicendomi che doveva scappare da Nicholas.
Abby è seduta sul letto di Anne, mentre armeggia col suo computer. Probabilmente ha trovato un'altra delle sue tante serie tv da vedere.
O meglio, da sparaflesciarsi e finire in una notte.
«Hai ragione, ma ieri ero in Università, sai, per gli orari nuovi e iscrivermi ai nuovi corsi. A proposito, dovresti andare anche te. Manca poco ormai  a che ricominci.» risponde lei alzando le spalle.
«Non provare a cambiare discorso.» ribatto mettendomi a braccia conserte. «Sei stata tutto il giorno in un Università? Alla faccia.»
Non me la racconta giusta, solo che sembra sincera. E se mente di solito lo riconosco, quindi forse sono solo io un po' troppo malfidata. Che poi, non penso che mi debba mentire su qualcosa.
«Lucy, che ti prende? Sono stata davvero in Università, sono uscita, un caffè da Starbucks, e poi mi sono vista con Nicholas. Quando sono tornata qui dopo cena, non c'eri te.» mi spiega.
«Hai ragione, comunque facevo per parlare.» dico giustificandomi, perché in effetti ho esagerato.
«A proposito, te dov'eri?» mi domanda lei facendomi uno sguardo malizioso.
«Da Lucas.» rispondo. Le devo ancora raccontare tutto quello che è successo, ma prima che io possa iniziare col racconto, lei mi anticipa.
«Avete chiarito? Dopo la cena, intendo.» continua a scrivere sulla tastiera del suo computer e quando sente che mi sono zittita, alza lo sguardo su di me.
«Come fai a saperlo?» chiedo.
«Me l'ha detto Nicholas.» dice lei non troppo sicura.
«Oh, giusto. Hai ragione. Comunque sì, abbiamo chiarito.» e così dicendo le spiego com'è andata.
«Menomale, sono contenta che sia chiarito tutto. Anche con tuo padre, comunque.» mi risponde.
Sospiro. «Con lui non è ancora chiarita del tutto, questa situazione. Voglio dire... servirà altro tempo. Voglio parlarci ancora, perché ho ancora tantissime domande.»
«È normale, immagino. Tu stai tranquilla. Col tempo risolverai tutto.» mi risponde lei.
Ha ragione. Col tempo si risolverà tutto.

Mi faccio una doccia rinfrescante, visto il caldo, e decido di chiamare Josh, tanto per sapere che fine abbia fatto. Quando mi risponde, scopro che momentaneamente si trova a Fort Worth.
«Che ne dici di passare a trovare tua sorella tanto dimenticata?» gli domando con una punta di acidità.
«D'accordo. Fatti trovare pronta alle cinque.» mi risponde lui, prima di attaccare. Sempre molto gentile.
«Vuoi venire anche te, Abby?» le chiedo, visto che è già un po' che anche lei non vede Josh.
«No, mi piacerebbe ma dopo devo uscire.» mi risponde. «Con Nicholas, ovviamente.» aggiunge.
«Sarà.» commento, e mi stendo anche io sul letto.

Indosso una semplice canottiera rosa e un paio di pantaloncini corti, le mie Converse nere ed esco dal dormitorio con solo dieci minuti di ritardo. Un record.
Trovo infatti Josh sotto il dormitorio ad aspettarmi in macchina.
Appena entra, si picchietta il polso, dove in teoria dovrebbe esserci un orologio. «Avevo detto le cinque. Non cambi mai.»
Alzo gli occhi al cielo. «Sono le cinque e dodici. E comunque ciao anche a te, mi sei mancato, come stai? Come hai passato l'estate?»
Lui ridacchia. «Non mi sei mancata in realtà. E per il resto delle domande, abbiamo un intero pomeriggio.»
Annuisco, e controllo il cellulare ma Lucas non mi ha mandato nessun messaggio. Gliene scrivo uno io, per sapere se più tardi possiamo vederci. Forse sono troppo appiccicosa, ma ho davvero voglia di stare insieme a lui.
«Dove andiamo?» domando tornando a prestare attenzione a mio fratello.
«Non lo so. Al primo bar decente che troviamo.» mi risponde.

Il primo bar decente che troviamo risulta essere un posto piuttosto squallido, che ha l'aria di un pub piuttosto che di un bar, la cui proprietaria è una signora sulla sessantina che sta dietro al bancone a fumare. L'aria è afosa e l'unica fonte di aria fresca è semplicemente un vecchio ventilatore che sposta leggermente l'aria.
Io prendo posto ad un tavolo mentre Josh ordina una birra al bancone.
Mi raggiunge poi al tavolo sedendosi davanti a me. «Grazie di avermene offerta una.» commento ironica.
«Non pensavo la volessi. Da quando in qua bevi?» mi domanda.
«Ho diciannove anni, Josh.» lo guardo quasi basita.
«Infatti non ho detto che non puoi, che poi in teoria non potresti davvero. Solo che non mi ricordavo che tu bevessi. Tutto qua.»
«Non bevo, infatti.» mento. In realtà in parte sono sincera. Non bevo quasi mai, solo un po' alle feste, e sono stata sbronza solo al mio compleanno. E il primo giorno in cui ero qui a Houston, ma lasciamo perdere.
«Allora, come vanno le cose?» mi domanda lui prendendo un sorso di birra.
«Vanno. E a te?» rispondo.
«Diciamo che vanno anche a me. Io e la band ci siamo presi una pausa per l'estate, ma a breve ricominceremo a fare i tour, credo. Vogliamo spingerci all'infuori del Texas però.»
«Mi pare fantastico. State avendo parecchio successo, mi pare a me. Ancora nessuna fan che si è fatta avanti?» lo guardo maliziosa.
«Certo che sì. E non solo fan, ovviamente. Mi sottovaluti.» dice lui corrucciato.
«Macché, solo che non hai una ragazza dai tempi d'oro. L'ultima è stata Lizzie, ero al secondo anno dell'High School.» commento io.
«Parla per te. Anche te non hai un ragazzo da... non mi ricordo nemmeno quanto tempo.» ridacchia.
«Veramente ce l'ho, il ragazzo.» lo guardo stizzita.
Lui spalanca gli occhi, e se non stesse bevendo la birra, spalancherebbe pure la bocca. «E chi sarebbe?»
Davvero non lo sa? Pensavo che ormai se lo immaginasse.
«Lucas.» rispondo ovvia.
Per poco non sputa la birra che ha in bocca e si forza a ingoiarla, per poi concludere con qualche colpo di tosse. «Lucas?! Lucas Stewart?»
Annuisco. Non capisco perché questa reazione. Mi ha pure vista insieme a Lucas. Lo ha pure conosciuto, mentre ero davanti a loro!
«Pensavo che tu avessi scoperto la verità. E per di più senza che te la dicesse lui, oltretutto.» Josh sembra alquanto risoluto.
«Sì, è così, ma... cioè, tu come fai a saperlo? E te sapevi già tutto?» ora inizio ad essere confusa.
«Sì, io sapevo chi era lui. Quando me lo hai "presentato" la sera che ti ha accompagnato ad Austin, non era la prima volta che lo vedevo. Sapevo chi era, e quando poi a Natale nostro padre è piombato a casa nostra, io gli ho detto che sarei stato zitto a patto che ti avesse detto lui la verità.» mi spiega Josh.
Inizio a capire perché quando eravamo ad Austin, Josh strinse la mano in maniera poco piacevole a Lucas. E capisco anche perché a Natale Josh gli disse: "Io me ne starò zitto e non dirò niente, ma tu non provare a rovinare questa famiglia proprio come ha fatto tua..."
La frase finiva con tua madre.
«Perché non me lo hai detto?» chiedo stupita a Josh. Nessuno ha avuto il coraggio di dirmi la verità, e questa cosa mi fa stare male. Sono sempre stata sincera con tutte le persone a me vicine, e vedere che non fanno altrettanto non fa piacere.
«Stava a lui, non trovi? Io avrei anche potuto dirtelo, ma ho provato a fidarmi di lui e stare zitto, convinto che se tenesse un minimo a te, te lo avrebbe detto. Mi sbagliavo. È esattamente come sua madre, uno sporco...»
«Josh!» lo ammonisco prima che finisca la frase. «Sua madre lo ha abbandonato quando lui era solo un bambino. Non c'entra sua madre. Lui ha fatto i suoi sbagli, è vero, ma ha saputo ammetterlo e l'ho perdonato.»
Josh scuote la testa, deluso. «E tu continui a stare con lui sapendo chi è?»
Lo guardo con aria di sfida, perché mi sta facendo innervosire. «Sì, perché sai chi è? Lui non è altro che un ragazzo che ho conosciuto l'anno scorso, con un brutto passato alle spalle, che ha saputo capirmi e aiutarmi quando più ne avevo bisogno, che tiene a me e che mi ha fatto vivere momenti bellissimi che non avevo mai vissuto con nessuno. Ed è il ragazzo che amo.»
Josh mi guarda in silenzio, per poi riscuotere ancora la testa. «E dimentichi che è il figlio della donna che...»
«Che ha rovinato la nostra famiglia? No, Josh. A rovinare la nostra famiglia è stato nostro padre. Nessun altro. Non ho intenzione di puntare il dito contro la madre di Lucas, se parliamo della nostra famiglia. E tantomeno non lo punterò su Lucas stesso, che odia sua madre più di quanto tu immagini.» la mia voce è ferma e sono contenta di sentire questa parole direttamente dalla mia bocca. Bastava che io parlassi con Josh per capire come la penso davvero. Tutte le ansie e le paranoie per questa storia quando in realtà è questa la verità: voglio stare con Lucas e niente riuscirà ad impedirmelo.
«D'accordo, Lucy. Come vuoi. Io ti avverto: non è una persona di cui ti puoi fidare. Non è una brava persona né tantomeno il tipo da fidanzarsi. Lo so perché eravamo amici. Lo conobbi quando ero qui a Houston con la band, circa un anno fa.  Eravamo amici, per così dire, e per un buon periodo sono uscito con lui.» rimango ancora più stupita nel sentirmi dire queste cose. Chi lo avrebbe mai detto? Lucas e Josh che erano amici. Ma perché Lucas non me lo ha mai detto?
«Stupita? Lucas non ti ha detto nemmeno questo? Perché non ti dice la verità. Non sai chi è Lucas Stewart, e forse meglio cosi. Ecco perché sei attratta da lui. Come tutte, del resto. Non mi stupisco.» Josh finisce la sua birra e sbatte la bottiglia sul tavolo.
«Mi hai delusa, Lucy. Non posso non dirtelo. Ti facevo più risoluta, più intelligente. Lo dico per te, stai attenta. E non dirmi che non te l'avevo detto.»
In gola mi si forma un nodo, e se respiro sento come un qualcosa di pesante sullo stomaco.
«Non venire a piangere da me, quando sarà il momento.» conclude lui.
«Non mi pare di essere mai venuta. Ma stai tranquillo, grazie di aver messo in chiaro la cosa.» ribatto.
Le lacrime mi pizzicano gli occhi e non so nemmeno io perché. Forse per le parole di Josh e il fatto che io lo abbia deluso solo perché mi sono innamorata di una persona che lui non ritiene adatta a me, o forse perché Lucas non mi ha mai detto fino in fondo la verità e mi sono fidata di lui ciecamente, senza mai considerare il fatto che lui resti sempre e comunque il Lucas Stewart che si porta a letto una ragazza diversa al giorno, che non si fidanza, e che è stronzo sempre e comunque.
«Andiamo, ti riporto al dormitorio.» Josh mi riporta alla realtà alzandosi in piedi, ma io rimango seduta al mio posto.
«Vai pure, io me la faccio a piedi.» rispondo senza guardarlo in faccia.
E lui non se lo fa dire due volte: esce dal locale, lasciandomi da sola con i miei pensieri.

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