37. What the fuck is a chonce

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«Ma sei coglione?!»
Sì. La risposta era sì. Louis non sapeva nemmeno perché l'avesse chiesto.
Dall'altra parte dello spogliatoio, Michael Coglione Clifford stava ridacchiando mentre scappava a nascondersi dietro una fila di armadietti, dopo aver inzuppato d'acqua la maglia di Louis, perché ovviamente è questo che fanno i coglioni.

«Adesso me la paghi.»
«Assegno o contanti?» rise Il Coglione, affacciandosi da dietro gli armadietti.
Per tutta risposta, Louis afferrò la bottiglia del ragazzo e lo rincorse per mezzo spogliatoio, cercando di restare serio anche se le risate di Michael erano piuttosto divertenti. Era a un soffio da lui quando svitò il tappo e lanciò l'acqua nella sua direzione, ma in quell'esatto momento Harry entrò nello spogliatoio e... cazzo.

«Merda, mi dispiace tantissimo!» esclamò mortificato Louis, affrettandosi verso di lui anche se non c'era molto che potesse fare. L'acqua l'aveva centrato in pieno e ora la parte davanti della sua maglia era completamente bagnata (e aderiva magnificamente al suo petto, ma Louis non poteva pensarci adesso). Per non parlare della sua espressione sconvolta. Sembrava un gattino caduto in una pozzanghera. «Mi dispiace, non l'ho fatto apposta, ho una maglia in più se vuoi-»

«Non serve.» Harry abbassò lo sguardo su di sé e poi si allontanò verso il suo armadietto, senza neanche guardare Louis.
Poco distante da loro, Michael sghignazzava come un idiota.
Il maggiore sospirò, togliendosi la t-shirt fradicia mentre Harry faceva lo stesso con la propria e poi passandosi le mani tra i capelli, perché un po' d'acqua era finita anche lì. Michael fischiò e Louis si girò a mostrargli il dito medio, ma colse un rapidissimo lampo di occhi verdi quando si voltò nuovamente verso Harry. Solo un istante, prima che il riccio gli rivolgesse le spalle.
Perché era tutto così imbarazzante?

«Parlagli,» lo esortò Michael sottovoce.
«E che cazzo dovrei dirgli?!» replicò sussurrando il maggiore.
Clifford si strinse nelle spalle. «Invitalo a fare qualcosa, che ne so.»
Louis alzò gli occhi al cielo, ma forse l'idea non era così terribile. Insomma, non è che avesse qualcosa da perdere. «Okay,» sospirò quindi. Andò a strizzare la maglietta in uno dei lavandini mentre aspettava che Harry si rivestisse, perché decisamente non poteva parlare con lui se era mezzo nudo, e infine lo raggiunse. Alcune goccioline d'acqua gli scivolarono dai capelli alla schiena, e quello era l'unico motivo per cui era rabbrividito. Non perché se la stava facendo addosso per l'ansia, ecco.

«Ehi, uhm, Haz,» iniziò, incerto. Harry aveva indossato la t-shirt del cinema e stava stendendo la maglia bagnata sullo sportello del suo armadietto. «Ascolta, non so se dopo sei libero, ma nel caso ti andrebbe di fermarti un po' a-» Harry lo superò e uscì dallo spogliatoio, mollandolo lì senza guardarsi indietro. «...Parlare in sala cinque.» completò sottovoce Louis.
Wow. Cazzo. Pensava che prima o poi avrebbe smesso di fare male, ma a quanto pareva non era così.

«Okay, forse non è stato un buon consiglio.» commentò Michael, avvicinandosi per posargli una mano sulla spalla.
Louis si allontanò per finire di vestirsi. «Vai a prendere uno straccio e pulisci il casino che c'è a terra.» disse solo, perché l'ultima cosa che voleva era pensare a ciò che era successo e ridursi a un pasticcio pietoso di lacrime e lamenti.
«Ma perché devo-» iniziò il più giovane.
«Perché hai iniziato tu. Vai.»

Michael sbuffò sonoramente e uscì dallo spogliatoio diretto verso il magazzino, Louis lo seguì per un pezzo e poi proseguì verso la caffetteria.
Non aveva per niente voglia di lavorare, di vedere Harry o di interagire con qualsiasi forma di vita, a dire il vero. In più quel giorno era mercoledì e ci sarebbe stata più gente del solito per via degli sconti, mentre lui voleva solo andare a casa, stendersi sul divano e guardare Deadpool in compagnia di una vaschetta di gelato. O di una bottiglia di vino. O entrambe.

«Ehi, Lou, cos'è quella faccia?»
Louis alzò lo sguardo, notando Perrie, Jade e Jesy appostate vicino alla macchina dei pop-corn. Leigh-Anne non c'era, ma in compenso Niall era seduto davanti al bancone e masticava allegramente delle caramelle gommose.
«E perché hai i capelli bagnati?» aggiunse l'irlandese.
«Michael mi ha lanciato dell'acqua e Harry si è fatto una passeggiata sul mio cuore. E, sì, non serve dirmi che sono patetico. Lo so già.» rispose piattamente il maggiore.

Drama Queens || L.S. Where stories live. Discover now