ᑕᕼᖇIᔕTᗰᗩᔕ ᒪOᗩᗪIᑎG...

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Mancava una settimana a Natale ed io ero così entusiasta da non vederne l'ora. Egli si era svegliato prima del solito e da come camminava rumorosamente avanti e indietro fuori dalla mia stanza, dava l'impressione di essere nervoso. Di tanto in tanto, cosa del tutto inusuale, lo sentivo pronunciare frasi come: "diamine! Tornerà e come al solito rovinerà tutto" Oppure: "non appena sarà qui metterò subito in chiaro certe cose. Che vada a quel paese se deve rovinare sempre tutto!"
Mi svegliai di soprassalto, invasa dai pensieri più strani sul perché ce l'avesse così tanto con questa persona. Mi alzai, aprii la porta di camera mia e lo vidi. Non aveva affatto un aria piacevole e rassicurante, tutt'altro, era nervoso e non stava fermo un secondo. Si voltò, mi vide e disse, con un tono così tranquillo come se nell'istante in cui pronunciò quelle sue parole, il suo nervosismo fosse sparito: "buon giorno principessa, come mai già sveglia?" ed io:" buon giorno anche a te. Sai com'è, fare avanti e indietro e borbottare frasi con tono nervoso non aiuta affatto a dormire!" lo dissi quasi ridendo e lui ci scherzo su, ma poi dispiaciuto, mi rispose: "ti chiedo perdono, non era mia intenzione tediare i tuoi dolci sonni" e io: "qualcosa non va?!"
Mi aspettavo naturalmente che egli mi disse tutto per filo e segno, era naturale che ci fosse qualcosa che non andava e così mi rispose: "in verità, sono nervoso, e infastidito" io lo interruppi subito chiedendogli perché, se era colpa mia o se c'era dell'altro ed egli mi rispose che a breve sarebbe ritornata sua sorella a fargli visita e la cosa non era affatto di suo gradimento. Da come me l'aveva descritta, era una persona tutt'altro che carina (non in senso estetico chiariamo) e gentile, se aveva qualcosa da dire.. la diceva e basta senza preoccuparsi troppo delle reazioni altrui, quindi dato il mio carattere, mi sarei sentita probabilmente inadeguata e fuori luogo. Lo fissai intensamente, dopo di che pronunciai: "proprio non la sopporti vero" lui disse: "come si potrebbe mai sopportare una persona cattiva ed egoista come lei, che quando le fai sapere che ti sei innamorato, sebbene la tua ragazza non sia del tuo stesso ceto sociale, l'unica cosa che è in grado di risponderti è che casa Campbell non vuole le racchie, me lo spieghi?!" io: "ormai è deciso, lei verrà. Dovesse prendermi in giro, sopravvivrò oppure soffrirò in silenzio come ho sempre fatto fin ora" lui: "no. Non sarebbe giusto. Non glielo permetterò".
La nostra conversazione terminò lì, nell'esatto momento in cui egli aveva deciso che io ero la cosa più importante, a tal punto da non permettere a sua sorella di prendersi gioco di me.
Non avevo minimamente idea di quando sarebbe venuta, ma una cosa era certa, entro breve.
Scesi le scale e mi diressi nel salone per fare colazione, egli era già nel piano inferiore ed era ancora turbato. Tutta questa situazione metteva un certo imbarazzo, non era da lui, preoccuparsi così per delle malelingue di una persona. Forse c'era dell'altro. Io, avevo deciso di scoprirlo.
Lo fissai intensamente, dopo di che egli disse: "ho forse qualcosa che non va, principessa?" ed io risposi: "devi forse dirmi qualcosa?" lui: "nulla. Niente che possa destarti preoccupazioni, se questo è ciò a cui alludevi" ed io: "qualcosa che forse non so?" ma egli non rispose, mi sorrise semplicemente come al suo solito infine, dopo alcuni istanti disse: "se ci fosse realmente qualcosa di cotanto importante che in un qualche modo possa riguardarti credimi, non esiterei a dirtelo. Ad ogni modo, non c'è altro".
Avrei dovuto sentirmi rassicurata, in parte lo ero ma egli, mi aveva tenuta allo scuro di qualcosa. Non volevo mettergli pressioni, era sempre tranquillo con me, però la notizia dell'arrivo di sua sorella lo aveva turbato ed io, non volevo innervosirlo più di quanto non lo fosse già.
Finita la colazione andai a cambiarmi. Egli mi disse che aveva un paio di commissioni da sbrigare e che se fossi andata con lui mi sarei annoiata, così mi invitò a rimanere a casa. Io contrariata gli risposi che intendevo stare con lui, ma egli, non volle sentire ragioni. Lucas si sarebbe occupato di me durante la sua assenza. Poco prima di aprire la porta di casa per uscire, mi fisso intensamente e aggiunse: "è comprensibile che tu sia turbata per qualche ora in mia assenza ma ti garantisco che sarò di ritorno entro breve. Ciò non deve destarti preoccupazione" mi baciò sulla fronte, mi sorrise e, come un fulmine, uscì di casa.
Passarono ore, per essere più precisi esattamente quattro interminabili ore di preoccupazione e infine agitazione. Cercai mille volte di rintracciarlo al cellulare ma egli, era sempre irreperibile. Tutto questo era straziante. Nonostante il maggiordomo mi rassicurasse di continuo dicendomi più e più volte quanto egli fosse un ragazzo responsabile, i miei pensieri andavano ben oltre e, quando mi decisi ad andarlo a cercare, ecco che la porta si aprì. Non appena mise piede dentro casa, invasa dalla disperazione e dalla rabbia, mi scesero lungo il volto alcune lacrime. Mentre piangevo, gli urlai contro: "che fine avevi fatto?! Ti rendi conto! Sono ore che ti aspetto, ti avrò chiamato un centinaio di volte e il tuo cellulare era irraggiungibile! Tu non hai idea, non hai minimamente idea di cosa mi hai fatto passare. Tu..." non riuscii a terminare la frase che egli mise un dito sulle mie labbra e disse, quasi sussurrando: "shhh." poi, mi strinse forte a sè, mi baciò delicatamente la fronte e, quasi come un leggero soffio di vento aggiunse: "perdonami Principessa. Sono stato uno sciocco. Non era mia intenzione destarti preoccupazione. Le cose non sono andate come avevo previsto dunque, ci ho impiegato molto più tempo. Ti chiedo ancora perdono". Non reagii, rimasi immobile e senza parole. Ero sbalordita da quei suoi gesti e dal suo modo di fare che, in situazioni come questa, mi tranquillizzava. Se dapprima ero preoccupata, e arrabbiata, ora ero tranquilla. Egli era qui con me e non mi avrebbe mai abbandonato.
Era ormai giunta l'ora di pranzare e così Lucas il maggiordomo "tutto fare" preparò per noi la cosa che amo di più al mondo: la piazza, sottile e croccante con la pancetta, pomodoro e mozzarella. Era il mio piatto preferito sebbene non la mangiassi da tanto.
Quando giunse il pomeriggio, non avevo programmi particolari su come passare il tempo con egli ma una cosa era certa, qualunque cosa avessi fatto, mi sarei divertita in ogni caso. Andammo a pattinare sul ghiaccio e, sebbene non ne fossi capace, mi divertii. Poco prima di ritornare a casa, lo guardai e gli dissi: "sono un totale disastro." e lui: "non dire scempiaggini principessa, Basta solo un po' di esercizio tutto qui." ed io conclusi: "molto esercizio!" e scoppiammo a ridere entrambi. È stato divertente non pensare all'incombente arrivo di Nicole.
*Dopo una settimana *
Era imminente l'arrivo di Nicole e questo creava un certo disagio ad entrambi. Egli mi aveva detto di essere soltanto me stessa, Serena Parker, la ragazza semplice e dal cuore d'oro cui Nathaniel Edward Sebastian Campbell, ricco galantuomo si era innamorato.
La situazione in casa Campbell si faceva imbarazzante. Egli era molto turbato poiché di li a tre giorni sarebbe arrivata sua sorella. Non avevo la più pallida idea del perché giungesse sino a qui. Il mio istinto mi diceva che c'era qualcosa di misterioso, che si celava dietro a quella sua apparente visita a casa nostra. Come ho detto prima non avevo intenzione di mettere pressione ad egli, però volevo assolutamente investigare sulla faccenda.
Era un'insolita mattina d'invero, mi svegliai avvolta, come ogni giorno da un'incantevole raggio di luce ed il suo volto accanto a me sorridente. Aprii gli occhi lo fissai e, pensierosa gli dissi: "non voglio che fra noi ci siano segreti" e lui mi interruppe all'istante dicendo: "buon giorno anche a te, mia incantevole Principessa" ed io, quasi ridendo risposi: "buon giorno anche a te. Ti chiedo scusa se non l'ho fatto prima" poi egli replicò alla mia affermazione e disse: "alcun segreto, mia Principessa. Come potrei, anche solo minimamente mancare di rispetto alla fiducia che possiedi nei miei confronti." gli sorrisi ed egli come sempre ricambiò.
Quando finii di fare colazione egli era nella sua camera a cambiarsi così decisi di approfittare per dare un'occhiata al suo ufficio. Proprio quando ero quasi vicino alla porta, vidi Lucas che si accorse di me e disse: "Signorina Parker cosa ci fa qui!" ed io risposi sorridendo: "volevo curiosare l'ufficio di Nate" ma lui replicò: "mi perdoni ma mi sembra del tutto impossibile" io lo interruppi subito con :"per quale motivo?" lui: "vede l'ufficio del Mio Signore non è accessibile a nessuno che non sia egli. Sono desolato ma non vi è possibile entrarci. Solo egli è in possesso delle chiavi". La nostra conversazione terminò li, finchè egli non arrivò e chiese curiosamente: "come mai qui?" ed il maggiordomo subito rispose: "la Signorina Parker desiderava vedere il Suo ufficio ma ho detto lei che è cosa del tutto impossibile poiché Lei, Mio Signore, non consente l'acceso a nessuno che non sia Lei stesso." ed egli replicò: "certo hai ragione, ma ti ricordo che Lei è la mia Principessa e ciò che è mio è altrettanto suo. Andrò a prendere le chiavi così potrà darvi un'occhiata". Mi diede le chiavi del suo ufficio ed io entrai. Era una stanza abbastanza grande dove regnava un ordine assoluto. Le cose erano disposte secondo un certo criterio, nulla era lasciato al caso. Mi avvicinai alla scrivania e cercai di aprire uno dei primi cassetti che, ahimè era chiuso a chiave. Cercai dove potesse averla nascosta poi pensai che probabilmente doveva tenerla con se. Egli sicuramente, in uno di quei cassetti doveva avere qualcosa di molto importante e misterioso che non voleva svelare a nessuno.
Uscii dalla stanza e mi diressi verso camera sua quando egli mi vide e, dopo avermi stretto a se mi diede un enorme bacio sulle labbra. Rimasi quasi completamente impietrita ma dopo alcuni secondi dissi: "ecco le chiavi. Il tuo ufficio è davvero molto elegante ed ordinato." ed egli mi rispose: "ti ringrazio Principessa" mi sorrise ed io curiosa gli domandai: "come mai i cassetti della tua scrivania sono chiusi a chiave!?" egli non rispose, esitò un attimo dopo di che disse: "vedi Principessa, chiamasi privacy. Con te non ho alcun segreto da nascondere ma vedi, certe cose strettamente personali preferisco di gran lunga tenerle per me. Non desidero che tu ti offenda". Non gli risposi, feci proprio come lui, gli sorrisi, e questo bastò.

ᔕEI ᑕOᗰE ᒪᗩ ᑎEᐯEWhere stories live. Discover now