24 ᗪIᑕEᗰᗷᖇE ᑭT1

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Era il 24 dicembre, la vigilia di Natale. Stranamente non nevicava ancora, faceva parecchio freddo e il cielo era terso. Erano le dieci, egli insolitamente ancora non era venuto a svegliarmi. Probabilmente erano iniziate le vacanze anche per lui.
Io ero distesa a letto coi balconi socchiusi ed uno spiraglio di luce che avvolgeva la mia stanza. Egli invece, ancora dormiva beatamente nella sua. Mi alzai, andai da lui cercando di non far rumore, aprii la porta di camera che era socchiusa e mi infilai lentamente sotto le coperte. Era così bello sentire il calore che egli emanava sotto quel copriletto dopo ore di sonno. Tutto questo mi faceva sentire a casa.
Si voltò piano piano e quando si accorse di non essere solo, mise un braccio intorno al mio corpo e continuò a dormire. Io non avevo più molto sonno ma rimasi lì, abbracciata a lui, in silenzio. Fissai il soffitto finché non ripresi nuovamente a sonno.
Verso le undici arrivò Lucas a svegliarci per dirci che ormai fosse la vigilia di Natale. Bussò e disse: "buongiorno signori, mi spiace disturbarvi ma oggi è la vigilia di Natale e vi spettano alcune faccende da sbrigare" io dopo aver sbadigliato ed essermi stiracchiata pronunciai: "buongiorno Lucas".
Egli ci mise più del solito ma, dopo aver aperto entrambi gli occhi e fatto un piccolo sbadiglio disse: "uhm come si sta bene qui sotto queste calde coperte con la Mia splendida Principessa" io: "concordo perfettamente tranne sul termine splendida. Non penso affatto di esserlo" gli sorrisi e lui dopo avermi ricordato quanto io sia fantastica, ricambiò.
Scendemmo nel salone a fare colazione, cosa del tutto insolita. Lucas aveva preparato un dolce adatto a questa festività, il Choco Pudding. Questa torta non era altro che un alto dolce interamente fatto di cioccolato fondente ricoperto da glassa di cioccolato fuso fatto indurire.
Ci sedemmo e Lucas ci servì la colazione, un pezzo piccolo di dolce ad egli è uno un poco più grande a me con un cappuccino ed un caffè macchiato. Egli molto soddisfatto, dopo averne assaggiato un pezzo disse: "Lucas davvero molto buono. Come ben sai le cose buone fanno male se ne si abusa quindi mangerò solo questa fetta anche se ahimè è veramente delizioso" con un piccolo sorriso divertito sulle labbra.
Terminata la colazione egli mi propose di fare l'albero. Una domanda "che cos'è un albero di Natale?". Ero molto incuriosita da questa festività, mi sentivo come una bambina quando le danno qualcosa fra le mani e non ha idea di cosa sia. Ero un po' perplessa, non sapevo proprio cosa si facesse. Egli, dopo avermi osservato incuriosito mi disse: "a che pensi?" ed io risposi: "beh non ricordo di aver vissuto festività del genere e quindi mi chiedevo cosa si dovesse fare" egli stupito fece un ghigno e in seguito disse: "nulla di speciale ma c'è una cosa particolare che renda il tutto più magico" io lo interruppi curiosa: "cosa?" egli: "beh, prima che arrivi questa festività si fa un cosiddetto albero di Natale, un albero dove si mettono palline colorate e/o altri oggetti in tema con tale festività poi di solito si addobba l'esterno della casa con luci colorate e cose di questo tipo. Noi oggi addobberemo un bell'albero ti va?" ed io risposi: "certo".
Dopo aver fatto l'albero si fece ora di pranzo ed egli propose a Lucas di preparare una torta salata una delle cose, oltre alla pizza che meglio cucina. Ci sedemmo a tavola e Lucas ce ne servì due fette. Era sempre tutto così delizioso.
Da quando ero finita casualmente in questa parte di mondo avevo notato quanto Lucas, il maggiordomo sapesse fare un po' di tutto. Per quanto ne sapessi io, beh per quel che potessi immaginare, ogni persona in questo mondo avrebbe dovuto avere il suo ruolo, per così dire. Thomas era l'autista quindi se Lucas era il maggiordomo perché faceva anche il cuoco? Domanda alquanto misteriosa. Egli mi spiegò che nei vari anni in cui Lucas si occupò di lui imparò un po' di tutto così, aveva deciso di lasciargli campo libero in quelle cose che meglio gli riuscivano, una tra tutte la cucina, nella quale era un vero mago dei fornelli.
Appendere tutte quelle palline colorate e quei festoni mi aveva un po' stremato. Non ricordo di essere stata abituata a fare certe cose così gli proposi di andarci a riposare un po' e poi saremmo potuti uscire. Egli mi rispose: "senti principessa, ora ci possiamo riposare un po' ma nel pomeriggio io avrei delle faccende lavorative da sbrigare con impellenza. Stavo pensando che Thomas, potrebbe portarti un po' in giro, dovunque tu desideri mentre io me ne rimarrei qui a sbrigare le mie faccende" ed io acconsentii. Mi domandavo come mai, essendo iniziate anche per lui le vacane egli avesse in ogni caso del lavoro. La cosa mi sembrava un po' strana ma non gli diedi molta importanza.
Salimmo al piano superiore, andammo in camera sua e ci mettemmo sotto le sue coperte, ancora calde dalle ore passate di sonno. Avevo alcuni pensieri quindi, riposare non fu facile. Non ero turbata anzi, perché avrei dovuto, per la prima volta avrei trascorso una festività a me nuova con la persona più importante di tutta la mia vita, eppure una parte di me, era particolarmente pensierosa. Mi domandavo costantemente come sarebbero state le cose se io fossi stata a conoscenza del mio passato.
Ogni azione è conseguente ad un'altra azione che la precede. Il risultato dunque era che, se le cose fossero andate diversamente dal principio anche il seguito sarebbe stato differente. Tutto sarebbe stato il contrario di tutto. Se io non fossi finita qui non avrei mai incontrato lui.

ᔕEI ᑕOᗰE ᒪᗩ ᑎEᐯEOù les histoires vivent. Découvrez maintenant