ᗩᖇᖇIᐯEᗪEᖇᑕI ᑎIᑕOᒪE

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Era passata ormai una settimana da quando Nicole era arrivata in questa casa. Egli era del tutto esausto nel vederla girarci sempre intorno così un giorno, le disse che sarebbe dovuta andarsene lontano da noi.
Era una di quelle solite e fredde giornate d'inverno ed egli si era svegliato di prima mattina come ogni volta. A differenza del solito io mi ero alzata da circa un'ora ma egli, ancora non era venuto a portarmi la colazione. Stava seduto sul divano del salone mentre sua sorella sorseggiava il suo immancabile caffè americano. Un caffè allungato con acqua calda, una brioches integrale vegana e una spremuta d'arancia come ogni mattina. Egli come al suo solito, un caffè macchiato caldo e un cornetto alla Nutella.
Erano passati cinque minuti da quando erano seduti entrambi nel salone, nessuno dei due aveva aperto bocca. La cosa era al quanto strana. Forse Nicole aveva esaurito le cattiverie da rivolgere lui nei miei confronti.
Ad un certo punto egli interruppe quell'imbarazzante silenzio e disse: "avresti intenzione di rimanere a casa nostra per molto tempo ancora?" ella: "non so, dipende. Hai qualcosa in contrario fratellino?" egli: "diciamo che prima sparsici dalla mia vista meglio è." lei: "non essere così scortese con me" egli: "tu lo sei con la mia ragazza da quando sei arrivata" lei: "è inutile, insignificante e sconosciuta tutto qui" egli: "è meglio se tu incominci a preparare le valige. Se preferisci dirò a Lucas di aiutarti" lei: "non ce n'è bisogno mi arrangerò da sola". Ebbene Nicole si era stancata del discutere con egli quindi aveva acconsentito ad andarsene da questa casa ma aveva giurato, avrebbe fatto tutto ciò che avrebbe potuto per riprendersi questa abitazione se egli non le avesse dato retta. Egli aveva deciso di stare con me e questo mi spaventava. Nicole mi spaventava ma accanto a lui sarei stata al sicuro, ne ero certa.
Erano arrivate le tre del pomeriggio e Nicole aveva il treno verso le 15:30. Stava sistemando le sue ultime cose facendo attenzione a non dimenticarsi nulla quando, fece scivolare una busta verso le scale. Sicuramente aveva architettato ogni minimo dettaglio. Quella busta sarebbe dovuta scivolarle sbadatamente vicino alle scale ed io avrei dovuto trovarla.
Ero al piano di sopra, stavo andando verso la camera di Nicole per salutarla, anche se sapevo non ne avrebbe avuto piacere, quando per terra vicino alle scale notai una busta bianca. La presi in mano e la portai in camera. Era di un bianco avorio con una grande scritta in maiuscolo "PER NATE". La aprii e vi era un foglio con dei merletti ai alti e qualche frase che diceva "ti conviene lasciare quella poverella, non dovresti stare con lei. Io lo dico per il tuo bene. È meglio così. Devi lasciarla hai capito?".
Uscii dalla mia stanza, mi diressi verso il salone dove egli era comodamente seduto sul divano ad aspettare Nicole per salutarla. Lo vidi, mi guardò con aria preoccupata, prese fiato e mi disse: "Principessa qualcosa ti turba?" subito dopo spostò lo sguardo un po' più in basso e notò che in mano avevo una busta. Mi fissò intensamente e, dopo qulche istante disse in tono curioso: "chi te la manda?" io: "è di tua sorella per te" sospirai dopo di che aggiunsi: "vuole ancora che tu lasci me" egli subito rispose: "ciò non deve destarti alcun timore. Non lascerò che niente e nessuno ci impedisca di vivere serenamente il nostro amore" io: "per fortuna se ne sta andando" egli: "ebbene sta andando via, come le ho gentilmente chiesto di fare. Lei non è gradita qui. Se mai volesse tornare farò in modo che qui non metta più piede" ed io mostrai un'enorme sorriso.
Nicole non avrebbe più potuto separarci.

ᔕEI ᑕOᗰE ᒪᗩ ᑎEᐯEWhere stories live. Discover now