ᑎIᑕOᒪE ᗪᗩᑎIEᒪᒪE ᐯIᑕTOᖇIᗩ ᑕᗩᗰᑭᗷEᒪᒪ

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Oggi sarebbe arrivata Nicole e credetemi, ero in ansia. Egli non era da meno. Alle tre del pomeriggio, sarebbe giunta alla stazione un auto che l'avrebbe portata qui. Non avevo idea di cosa mi sarebbe aspettato.
Era una insolita mattina d'inverno e il sole era sorto da parecchie ore. Come ogni giorno, lo spiraglio di luce che avvolgeva la mia stanza, quel profumo caldo di cornetti appena sfornati e l'odore del caffelatte mi metteva sempre di ottimo umore. Oggi avevo bisogno più del solito di piccoli gesti come solo lui sa fare. Ero ancora a letto quando sentii la posta bussare. Lo feci entrare, in mano teneva un vassoio di legno con una tazza di cappuccino e un cornetto caldo alla nutella. Lo fissai intensamente  poi dissi: "quale modo migliore per iniziare la giornata se non il caldo profumo di cornetti e cappuccino. Buon giorno amore." Lo chiamai in quel modo insolito, forse oggi, ne avevo proprio bisogno. Egli ripose delicatamente il vassoio sul letto, si sedette accanto a me e disse: "buon giorno anche a te Principessa" ed io sorrisi poi egli disse: "preoccupata per l'arrivo di Nicole? Non devi essere turbata vedrai, andrà tutto egregiamente". Le sue parole mi rassicurarono.
Stavo facendo colazione quando arrivò Lucas a bussare alla parta dicendo che egli doveva rispondere ad una telefonata urgente. Si scusò con me poi, lo vidi uscire dalla mia stanza e, mentre finivo di mangiare, udii la conversazione. Era al telefono con Nicole che gli disse: "buon giorno fratellino! Come stai!? Ansioso del mio arrivo?" egli rispose, cercando di essere carino: "buon giorno anche a te sorellina. Io tutto bene. Non sono per niente inquieto anzi, sono già di per se adirato con te. Appena sarai arrivata, faremo subito i conti" lei rispose: "quando arriverò alla stazione alle tre, voglio un'auto abbastanza grande. Ho diverse cose che porto con me. Di al tuo caro autista di essere puntuale" egli le rispose: "puntuale, come un orologio svizzero" lei: "potresti venire anche tu a prendermi" egli: "preferisco aspettare a casa" lei: "come ti pare" lui: "bene. Ora devo andare. La Mia Principessa mi sta aspettando. Ti saluto" lei: "ah, la tua principessa certo, avevo dimenticato che stavi con una sconosciuta peraltro povera. Se solo nostro padre fosse ancora qui, lui si che avrebbe saputo farti incontrare la ragazza giusta per te, non una povera e illusa sconosciuta" ed egli replicò: "non mettere in mezzo nostro padre in conversazioni che non gli sarebbero riguardate e non permetterti mai più di proferire così della Mia Principessa. SONO STATO SUFFICIENTEMENTE CHIARO?!". Era seriamente arrabbiato infatti aggiunse: "quando sarai qui, azzardati solo a enunciare una parola di troppo alla Mia Principessa o a sfiorarla soltanto e ti faccio conoscere io, il Nathaniel Edward Sabastian Campbell che, per tua fortuna, non hai mai avuto occasione di vedere. TI SALUTO".
Egli diede il telefono a Lucas che gli disse: "ragazza alquanto seccante Sua sorella, Mio Signore" e lui rispose: "non hai minimamente idea. Oggi pomeriggio, di a Thomas che dovrà essere alla stazione alle tre. Mi racco mando che sia puntuale. Mia sorella, come me d'altronde, non sopporta che si tardi" Lucas: "non si preoccupi Mio Signore. Sarà puntualissimo".
Arrivarono in fretta le tre meno un quarto, quando Thomas si avviò per andare a prendere Nicole. Poco prima di uscire, egli lo fermò e gli disse: "mi racco mando, sii gentile e impeccabile come fai con me. Evita discorsi inutili, riempi tempo e soprattutto sorvola ogni cosa assurda che dice. Lo so è fin troppo seccante, ma abbi pazienza, resterà qui solo per poco. Questo è deciso." e Thomas rispose: "non si preoccupi Mio Signore, farò del mio meglio. Ora vado altrimenti farò tardi e Sua sorella non ne sarà entusiasta". Uscì e con un'auto abbastanza grande e lussuosa, andò a prendere Nicole. Erano le tre e un minuto per essere precisi, quando l'autista arrivò. Si diresse verso di lei e le disse: "buon pomeriggio Mia Signora"  lei: "lo sai che ore sono?" lui: "certamente. Le tre e un minuto" lei: "appunto. Le TRE E UN MINUTO. Avevo raccomandato che fossi puntuale ma a quanto pare, la puntualità qui, non sta di casa" poi aggiunse: "su muoviti. Ci sono diverse valigie da caricare!" e Thomas: "Le chiedo perdono per aver tardato Mia Signora. Caricherò immediatamente i Suoi bagagli". Si avviarono verso casa mentre io ero ancora più preoccupata. Per mia fortuna non ero sola, egli qualunque cosa Nicole avesse intenzione di fare sarebbe stato al mio fianco .
Dopo un quarto d'ora il campanello suonò e Lucas andò ad aprire: "buon pomeriggio Mia Signora. Quanto tempo!"  Nicole: "si si. Buon..." non terminò neanche la frase che subito vide egli, gli si avvicino, lo abbracciò, lo baciò sulla guancia e disse: "ciao fratellino caro. Dove sta la tua sconosciuta e insignificante principessa?" egli rispose: "SCONOSCIUTA E INSIGNIFICANTE sono termini cui non ti è concesso far uso. CIAO ANCHE A TE". Io ero vicino alle scale, pronta per scendere e sentii tutto. Feci un enorme respiro e scesi al piano di sotto. Erano entrambi nel salone quando Nicole mi vide e disse: "ciao sconosciuta non mi ricordo come ti chiami" io: "Serena, Serena Parker" lei: "ah, proprio sconosciuta insomma. Come mai vivi qui adesso? Dove abitavi prima?" ed io: "prima io... beh... stavo..." ero intenta a spiegarle perché adesso abitavo qui quando intervenne lui e disse: "queste sono cose che non ti riguardano. Tutt'al più non mi sembra opportuno iniziare una conversazione in questi modi. Sono argomenti personali e delicati. Come al solito ti piace mettere in imbarazzo le persone che i circondano" Nicole: "solo curiosità tutto qui" lui: "certo. Se non ti fosse abbastanza chiaro, sorellina mia cara, qui non ti è concesso proferire di cose che non ti riguardano. Il motivo per cui lei sia giunta sino a qui non è certo affar tuo". Sua sorella rimase impietrita per qualche secondo. Era infastidita dal suo modo di difendermi ad ogni sua provocazione.
Il maggiordomo posò le valige di Nicole, nella camera per gli ospiti al piano superiore. Era una graziosa stanza, più piccola delle altre, ma non per questo meno accogliente. Ella andò su tutte le furie e rivolta ad egli disse: "perché dovrei avere la camera più piccola? Ho bisogno di molto spazio" egli: "perché quella più grande... perché devi sempre farmi innervosire? Ti riesce difficile una volta tanto essere gentile e comprensiva!?" poi aggiunse: "nell'altra camera vi dorme la Mia Principessa" ed ella replicò: "non lo trovo giusto" ma egli: "sai quante cose invece trovo io ingiuste, per esempio il modo con cui ti comporti con la Mia Principessa da quando hai messo piede in questa casa. Sistemati nell'altra camera e non fare storie!". Usò un tono piuttosto seccato ed ella dovette per forza cedere.
La sera non andò meglio, ogni occasione era ideale per infastidire le persone. Stavamo mangiando quando egli e Nicole ebbero un'altra accesa discussione.
Ad un certo punto ella disse: "allora senti..." ed egli subito la interruppe: "no, senti tu. Alla Mia Principessa non proferisci cattiverie e non ti immischi in cose che non ti riguardano" lei: "a me non frega niente della tua sconosciuta ragazzina del cavolo. Nemmeno nostro padre ne avrebbe scelta una così. Le mele si scelgono mature e di prima qualità non marce e di ultima scelta" lui replicò: "cosa centra papà adesso?" lei: "centra. Tanto per la cronaca, è solo colpa tua se ora non c'è più. Lo avrai sulla coscienza per tutta la vita si spera". Egli non perse la testa, dopo averle afferrato il collo la scaraventò con violenza al muro e le urlò contro: "SE NON MI CHIEDI SCUSA TI SBATTO SUBITO A CALCI FUORI DI QUI!" ed ella, non potendo più fare nient'altro disse: "come ti pare scusa tanto".
Avevamo appena finito di mangiare e Nicole era andata in camera sua. Egli mi venne vicino e cerco il mio sguardo. Solo quando i nostri occhi si incrociarono disse: "sono infinitamente desolato, per il pessimo e deplorevole comportamento di mia sorella. Ella non ha scusanti ed è ineccepibile, ciò che ha fatto. Non volevo destarti timore, ma non ho potuto evitarlo" io risposi: "non ti preoccupare, va tutto bene. Proprio non capisco cosa le abbia fatto" egli: "nulla. non sopporta l'idea che io sia felice con una ragazza che non è del mio stesso ceto sociale. Tutto qui" io: "Continuo a non capire perché deve essere così cattiva con me" ed egli concluse: "è solo orgoglio il suo. Non le va a genio che io stia con una ragazza semplice come te. Pensa che io, in quanto ricco, debba fidanzarmi con una ragazza benestante. Non concordo affatto" io: "Ci amiamo. Non dovrebbe intromettersi fra noi" e gli sorrisi.
Egli pensò di rimanere nel salone a guardare un poi di televisione mentre io, decisi di andare nel piano di sopra. Riflettendo bene a tutto ciò che era accaduto fin ora, decisi di farmi coraggio e provare a parlare con Nicole. Mi diressi verso la sua stanza ed ella era seduta sulla sedia mentre si limava le unghie. Bussai, dopo di che entrai e dissi: "ciao posso?" ella rispose: "cosa vuoi?" io dissi: "solo parlare con calma." Nicole: "e di che cavolo dobbiamo parlare tu ed io?" io: "perché ce l'hai così tanto con me? Cosa ti ho fatto?!" lei: "hahahah proprio non capisci? Povera illusa! Hahah ma tu credi davvero che il mio adorato fratellino possa veramente stare con una sciocca come te! Hahah proprio non sai niente!" io: "Niente cosa?" e mentre ridacchiava, quasi come se avesse complottato qualcosa o fosse a conoscenza di cose che io non sapevo disse: "hahah ma lui non te l'ha detto? Che povera illusa che sei! Io pensavo che te l'avrebbe fatto sapere subito! Hahahah." ed io conclusi con: "mi spieghi che cosa?". Ridacchiò soltanto. Disse che aveva da fare e che avrei dovuto togliermi dalle scatole.
Uscita dalla sua stanza i miei occhi iniziarono piano piano a riempirsi di lacrime. Mi diressi fuori da camera sua. Avrei voluti andare nel salone da lui ma, invasa dalla tristezza, mi accasciai all'inizio delle scale. Incominciai a singhiozzare. Quando egli se ne accorse, salì come un lampo, mi venne vicino e disse: "cos'è che ti fa tanto angustiare Mia Principessa" ma non riuscii a rispondere. Stavo singhiozzando e nel frattempo le lacrime non smettevano di scorrere lungo il mio volto. Egli mi fisso intensamente e, dopo alcuni instanti aggiunse: "non è forse colpa di Nicole?". A quel punto singhiozzai, ansimai, poi risposi: "Ni... Ni... co... le" ed egli disse: "che fatto questa volta Mia Principessa?" ed io replicai: "c'è qualcosa che mi devi dire? Io e te non possiamo stare insieme?". Lui mi interruppe all'istante, mise un dito sulle mie labbra e, quasi sussurrando come un soffio di vento leggero rispose: "se dovessi scegliere tra te e la mia vita, sceglierei mille volte te, perché tu sei la mia vita. Qualunque cosa Nicole abbia detto o ti abbia fatto supporre è del tutto priva di alcun fondamento" io: "giurami che mi ami" egli, dopo avermi baciato la fronte disse: "te lo prometto. Niente e nessuno mai ci separerà, neanche quando della pioggia battente scenderà su di noi" ed io gli sorrisi soltanto.
Non avevo idea di cos'altro sarebbe ancora accaduto ma per lo meno ora ero più tranquilla. Mi alzai, lo fissai e dopo di che dissi: "Dormiresti con me? Stanotte non mi va di essere sola". Egli annuì e mi sorrise.
Andammo in camera, mi misi sotto le coperte. Egli fece altrettanto. Posai la testa sul suo caldo petto muscoloso e, mentre una dolce melodia proveniva dalla sua voce, quasi come un sussurro, mi addormentai.
L'indomani mi sveglia abbastanza di ottimo umore. Egli stranamente non era accanto a me. Sbadigliai, mi alzai con calma dal letto e mi diressi in bagno.
Egli era nel suo studio a discutere per l'ennesima volta con sua sorella che aveva veramente serie e pessime intenzioni nei nostri confronti. Dialogarono di me, di loro padre e, infine della casa cui io e egli abitavamo. Ad un certo punto egli disse: "questa abitazione è Mia e ora, anche della Mia Principessa, l'hai forse obliato?" lei: "il punto non è se l'ho o non l'ho dimenticato, tanto lo so che questa casa non è realmente tua. Papà si sarà di sicuro sbagliato, ci sarà ovviamente un errore nel testamento" egli rispose: "ti assicuro di no. La casa è Mia" ma lei ribatté: "ad ogni modo, anche se la casa fosse realmente tua, devi scegliere. Ti concedo la possibilità di lasciarti per sempre con quella nullità di ragazzina e mandarla fuori dai piedi o..." non terminò la frase che egli subito disse: "in caso contrario che farai a me, o a lei sentiamo?" ed ella aggiunse, in tono di sfida: "altrimenti farò tutto ciò che posso, per toglierti la proprietà di questa casa e far sentire la tua sciocca ragazzina ancora di più una nullità. Ti assicuro che non scherzo" egli: "io la Mia Principessa non la lascerò, ne ora, ne mai" lei: "bene. Io ti ho avvertito, farò di tutto per prendermi questa casa".
La loro conversazione terminò lì. Io ancora ero all'oscuro di tutto e non avevo minimamente idea delle serie intenzioni di Nicole.

ᔕEI ᑕOᗰE ᒪᗩ ᑎEᐯEWhere stories live. Discover now