Capitolo 11.

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Hinata: <Kageyama... poi potremmo parlare in privato per favore?>

Kageyama: <Cosa vuoi?>

Hinata senza rispondere abbassò lo sguardo verso il suo piatto (tra l'altro orrendo.) e continuò a mangiare in silenzio.

(T/n): <Hinata... stai bene?>

Hinata: <Certo (T/n), stai tranquilla!>

Non mi convince affatto... non l'ho mai visto così... cioè... non che io lo stolkeri sempre eh.

Finito di mangiare Hinata si alzò subito dal sul posto... <Andiamo, Kageyama.>

Si allontanarono non so dove... e fu così che mi lasciarono sola... pfffff mi vengono i capelli bianchi dalla noiaaaa!!! Senza offesa Suga...

Aspettai circa 20 minuti... e ancora quei due non si erano fatti vivi.
Stufa di aspettare andai in giro per il ristorante a cercarli, finché una ragazza, probabilmente una cameriera, mi fermò.

Cameriera: <Scusi, per caso lei è (T/n)?>

(T/n): <Si... lei come lo sa?>

Cameriera: <Ehm... un ragazzo bassino dai capelli rossi mi ha fatto una descrizione di lei e mi ha chiesto di venirla a cercare... stia tranquilla... l'ambulanza sta arrivando>

AMBULANZA?! COSA?! Mille pensieri mi affuscavano la mente... COSA DIAVOLO PUÒ ESSERE SUCCESSO?!

(T/n): <A-ambulanza...??>

La cameriera poggiandomi la mano sulla schiena mi accompagnò dietro al ristorante, dove... c'era tutt'altro che bello spettacolo...
C'era... Tobio accasciato a terra... e Hinata in ginocchio davanti a lui in preda ad urla e lacrime disperate...

(T/n): <H-Hinata... cos'è successo?>

Hinata alzò sguardo verso il mio, facendoli incrociare fra di loro... i suoi occhi erano completamente lucidi e arrossati, come le sue goti completamente rigate da lacrime.
Cercò di parlarmi... ma inizialmente riuscì soltanto a singhiozzare...

Hinata: <Scusami... (T/n).... i-io non volevo perdona-mi>

Non sapevo che dire... stavo per svenire, mi sentivo male... spostai i miei occhi dallo sguardo di Hinata alla figura di Tobio sdraiato a terra... e cominciai a fissarlo pensierosa e soprattutto preoccupata, nel mentre chi tenevo lo sguardo su Tobio, delle persone venute in soccorso per mio fratello si misero a correre colpendomi la spalla, quasi facendomi perdere l'equilibrio, e si portarono via Tobio... in ospedale.

Hinata: <ASPETTATE! Sigh...V-VOGLIO VENIRE A-ANCHE IO!>

Vabbè tizi dell'albulanza: <Non c'è tempo. Dobbiamo portarlo subito nella sala operatoria. Per ora non sono ammesse visite, arrivederci.> disse 'sto tizio, per poi chiudere lo sportello posteriore dell'abulanza...

Lasciai cedere le mie gambe, così finì per essere in ginocchio a fissare il pavimento con uno sguardo cupo e disinvolto...
Hinata, anche lui in ginocchio già da prima, iniziò ad avanzare verso di me camminando con le ginocchia e sfregandole verso l'asfalto che lo stava tutto rigando.

Reader's note. La pallavolo... non è il mio unico pensiero ~HINATA x READER~Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt