"if you're going to leave, take back whatever you've said before"

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"He will choose to do one of these two things: he will admit everything, or he will say he is just not the same as before. And then you will ask yourself why you have come to him. Again."

***

Mi protesi per abbracciarla. Seon Mi mi tenne stretto, accarezzandomi i capelli come faceva sempre mia madre. Mi abbandonai contro il suo corpo esile con una gran voglia di piangere. Mi trattenni sapendo che, se avessi ricominciato, probabilmente non avrei più smesso. Stavo perdendo il mio già debole controllo sulle emozioni. Le diedi il bacio della buonanotte e mi ritirai, giurandole che stavo bene. Stavo bene e basta.

Mi sistemai nella stanza degli ospiti che la mia amica mi aveva permesso di usare per il tutto che mi sarebbe servito. Non mi aveva fatto domande, anzi mi aveva aperto le porte della sua dimora a braccia aperte.

Mi ero portato il bicchiere di vino ancora pieno a metà in camera e decisi di svuotarlo tutto d'un fiato. Al diavolo Hoseok. Al diavolo quella terribile giornata del cavolo.

Posai il bicchiere sul comodino e presi a disfare la valigia. Per un attimo considerai di sgattaiolare in cucina e prendere la bottiglia di vino aperta per la cena, per poi sgolarmela tutto d'un fiato. Ormai stavo fuggendo dalla mia vita e non avevo idea di dove sarei approdato dopo.

Guardai il telefono e, contro ogni buonsenso, aprii un messaggio di Jungkook.

Da coniglio mannaro🐰 :
Chiamami, hyung. Fammi sistemare tutto, ti prego. Ti amo.

Non sentii più niente. Alcune lacrime riuscirono ad uscire, le altre rimasero dentro e, come acqua stagnante, avvelenarono l'aria e corrosero la carne. Non riuscivo ad uscirne. Ero intrappolato in un incubo senza fine.

[...]

Faticai ad arrivare al lavoro in orario. Avevo vagamente considerato l'idea di prendermi il giorno libero, ma in atelier non c'era nessuno tranne me che potesse impartire le lezioni. Avevo pianto fino a addormentarmi dopo il messaggio di Jungkook. Se i messaggi avessero potuto uccidere, le sue parole mi avrebbero accoltellato da dentro. Avevo spento il telefono subito dopo, determinato a non riaccenderlo fino a che non fossi riuscito a riprendere il controllo di me stesso. Tutto quel piangere doveva finire.

Feci un gesto di saluto quando entrai per poi sparire nel mio ufficio sul retro. Seokjin arrivò immediatamente per aggiornarmi, il che comportò altri contratti da predisporre e nuove attività da coordinare con nuovi atelier della città. Per una volta gli fui grato per la sua instancabile energia e la sua assidua etica lavorativa. Anche se ero esausto, riportò la mia concentrazione dritta sul lavoro, dove avrebbe dovuto essere nelle ultime due settimane.

La mia mente era stata troppo spesso altrove, a pensare a Jungkook, a preoccuparsi per Hoseok; ma quel giorno mi tuffai nelle lezioni con un fervore che fece sfocare tutto il resto sullo sfondo. Se non potevo farlo andare per il verso giusto, avrei scelto di tenerlo sfocato.

Nel weekend Yoongs aveva tracciato alcune nuove proposte per noi. Passammo il pomeriggio a cercare di concordare un orientamento. Io volevo dare più peso all'opinione di Seokjin, ma se al momento di chiudere contratti con i nuovi clienti tirava fuori tutta la sua grinta, con Namjoon per sistemare gli ultimi dettagli del sito sembrava rammollirsi. Ogni volta che il genio del computer parlava, Seokjin approvava con enfasi. Quando Namjoon si protendeva per indicare qualcosa, anche il mio addetto marketing lo faceva, cogliendo ogni minima possibilità di un contatto casuale.

Quando infine affidai a Seokjin un altro compito che lo portò fuori dal mio ufficio, Namjoon apparve visibilmente sollevato. Io gli sorrisi e mi misi ad aspettare il mio nuovo collega, che era stato fortemente voluto dal mio migliore amico.

Sunny ☀️ JikookWhere stories live. Discover now