1. The maid

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Quel giorno Niall era tornato a casa prima del previsto, notando un'auto bianca parcheggiata nel suo viale quasi andò nel panico ma poi si ricordò di Rosalind.
Aveva assunto quella ragazza da ormai nove mesi eppure ancora non ricordava quali fossero i suoi turni di lavoro.
Dedicava anima e corpo a quel lavoro, trovava la casa sempre pulita e ordinata e molto spesso gli faceva il bucato.
A lui dispiaceva vedere una giovane ragazza come lei svolgere un lavoro del genere, ma dopotutto lui cosa poteva saperne? Era stato molto fortunato ad ottenere il lavoro dei suoi sogni.

Infilò la chiave nella toppa e non appena varcò la soglia un odore di pulito gli invase le narici.

«Ross sono tornato» avvisò urlando inutilmente. Quella villa era talmente grande che era impossibile udire i rumori provenienti dall'altro lato della casa.
Si tolse le scarpe e le lasciò a terra, accantonate in un angolo. Raggiunse la cucina e mentre si versava dell'acqua in un bicchiere controllò dalle telecamere dove fosse la ragazza. Non le teneva in ogni stanza, ovviamente, ma solo nei corridoi, nel salotto, in giardino e nella sua sala di musica.
Ridusse gli occhi a due fessure controllando lo schermo, nessuna traccia di lei. Probabilmente stava sistemando qualche camera o il bagno.
Lasciò il bicchiere vuoto sul bancone e salì le scale in legno conducenti al piano superiore. Attraversò il corridoio fino ad arrivare in bagno, dove aveva notato la porta socchiusa.
Aprì la bocca per chiamarla ma subito tacque quando sentì dei singhiozzi provenire dall'interno. D'istinto aprì la porta senza pensare ad avvertirla, ma Niall era fatto così, avrebbe potuto anche trovarla nuda e non accorgersene neanche avendo l'attenzione rivolta alle sue lacrime.
Fortunatamente era vestita. Era accovacciata a terra e le lacrime sembravano non aver fine.

«Ross»

La ragazza sobbalzò spaventata. Niall la guardava con la bocca leggermente aperta, aveva il viso devastato dal pianto. Non aveva mai visto una persona ridotta in quella maniera.
Fin da subito aveva stretto un rapporto di amicizia con lei, come suo solito fare. Scherzavano spesso e svariate volte Niall si era ritrovato a confessarle qualcosa della sua vita privata. Era soddisfatto di aver assunto una ragazza della sua età, o quasi visto che Rosalind aveva 21 anni. Aveva comunque i suoi vantaggi.

La ragazza si asciugò le lacrime di fretta e si alzò, si pulì poi il palmo della mano al suo grembiule che teneva legato in vita.

«Credevo tornassi dopo pranzo» mormorò imbarazzata. Non le piaceva piangere davanti alle persone.

«Mi hanno spostato l'intervista ad un'ora prima» rispose lui quasi senza respiro. «Che ti è successo?» balbettò appena.

Rosalind scosse la testa non riuscendo a parlare, abbassò lo sguardo tentando di ritirare le lacrime che però continuavano ad uscire imperterrite.

«Tesoro» sussurrò Niall inglobandola in uno dei suoi abbracci. Rosalind strinse il tessuto della camicia dalla fantasia strana tra le dita, circondando il corpo del ragazzo. La sua fronte era posata sul suo petto muscoloso.

«Riguarda il lavoro? Vuoi che ti riduca i giorni o le ore? La paga mensile non diminuirà di un centesimo»

Lei scosse la testa senza allontanarla da lui.
Le grandi mani di Niall iniziarono a vagare per la sua schiena, riuscendo a tranquillizzarla un po'.

«È successo qualcosa in famiglia?»

Di nuovo scosse la testa.

«Sta andando male lo studio?» tentò di nuovo, parlandole sempre con tono dolce.

«La prossima settimana sarò costretta ad inviare una lettera di rinuncia agli studi» mormorò con voce impastata. Niall aggrottò la fronte.

«Perché questa decisione?»

Niall Horan Imagines Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora