4. The Right Place

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«Scordatelo»

«Andiamo Rosalind, è solo un festa» cercò di convincerla la sua amica. Lei nel frattempo stava finendo di sistemare i vestiti nell'armadio. Si voltò verso di lei spostando l'indumento da una mano ad un'altra, frustrata.

«Una festa che il mio ex sta organizzando per il suo compleanno!» puntualizzò.

«Non devi per forza parlargli, ti prego fammi compagnia» venne subito distratta dal top in pizzo bianco che Rosalind stava appendendo nell'armadio.
«Questo me lo devi prestare» si alzò per afferrarlo ma lei ritirò la mano stringendosi quell'indumento al petto, come se fosse qualcosa di raro.
Glielo aveva infatti regalato il suo ex, era forse l'unica cosa che non aveva gettato del suo ricordo.

«Tutto ma non questo» mormorò dandole le spalle. Non ne parlava mai con nessuno ma molto spesso sentiva la mancanza di quel biondino accanto a lei.

«Allora indossalo questa sera»

«Ti ho detto che non voglio venirci» ribatté.

«Non lo vedi da un anno, hai sempre cercato di ignorarlo e puoi farlo benissimo anche questa sera»

Non lo vedi da un anno.

Un anno senza vedere quel ragazzo per cui aveva follemente perso la testa.
Forse rivederlo glielo avrebbe tolto finalmente dalla mente o forse sarebbe riuscita benissimo ad ignorarlo.
E fu così che quella sera si ritrovò davanti lo specchio ad ammirare quel top bianco che non indossava da tempo.

«Stai uscendo?»

Sua madre si era affacciata dal corridoio con la cesta del bucato sotto braccio. Sua figlia annuì, accarezzando il ciondolo della sua collana.

«Dove vai?» le chiese mentre la giovane si metteva la borsa in spalla.

«Ad una festa»

Sua madre le lanciò uno sguardo che le fece alzare gli occhi al cielo. Non voleva che lei andasse in posti pieni di alcool, fumo e probabilmente droghe. Quando era fidanzata con Niall la lasciava uscire tranquillamente, si fidava di quel ragazzo, gli stava davvero a cuore ed era diventato come un figlio per lei.
Peccato che Rosalind aveva interrotto quella bellissima storia d'amore. Sì, era stata lei a lasciarlo.

«È il compleanno di Niall» mormorò uscendo dalla sua stanza. Sua madre la seguì fino al piano inferiore.

«Oh, vi sentite di nuovo?» chiese speranzosa.

«No, mi ha convinta Keith ad andare. Non farò tardi, promesso» le baciò la guancia e uscì di fretta per evitare altre domande.
Salì in auto e percorrere quella strada che era sempre solita fare non aiutò molto a reprimere la sua ansia. Parcheggiò lungo il marciapiede e raggiunse a piedi quel viale a lei conosciutissimo. Aveva parcheggiato sul retro perciò attraversò la staccionata ricoperta di rose che divideva la proprietà da quella dei vicini e si ritrovò a percorrere una stradina in cemento che passava proprio sotto la finestra della camera del ragazzo.
Troppi ricordi.
Inviò un veloce messaggio alla sua amica per avvertirla del suo arrivo e fu subito travolta dalla confusione dei ragazzi in giardino. Si sentiva fuori luogo.
Non sapeva dove andare perciò rimase in piedi accanto all'albero di mele. Passavano le giornate a studiare seduti contro quel tronco, finivano sempre per staccare qualche mela con cui farci merenda.
Improvvisamente tutto sembrò fermarsi attorno a lei. Vide il suo ex camminare sull'erba falciata e raggiungere un gruppo di ragazzi. In un anno era cambiato così tanto che quasi le sembrò di non conoscerlo affatto.
Il biondo dei suoi capelli era scomparso, le guance e il mento erano ricoperti da una barba che aveva molto probabilmente accorciato da poco. Aveva perso peso, quando stavano insieme non era così magro e quel paio di skinny jeans che stava indossando lo mettevano ancor più in evidenza. La camicia blu notte gli donava, lo aveva sempre trovato sexy con quell'indumento.

Niall Horan Imagines Where stories live. Discover now