Capitolo sette

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La prima cosa che Derek fece svegliandosi fu controllare grazie ai suoi sensi se qualcun altro nell'abitazione fosse sveglio. Non voleva rischiare di farsi trovare da Noah – o peggio Elias – nel letto del suo unico e adorato figlio. Lo avrebbe castrato poco ma sicuro, chiamandolo testa di knot e chissà quali altre cattiverie, rischiando perfino di far scoppiare dei dissapori tra i due clan.

Sapeva di essere nel torto, intrufolarsi nella stanza di un omega nel pieno della notte non era certamente un gesto cavalleresco, non ne andava nemmeno lui fiero, ma se quello era l'unico modo per passare del tempo insieme a Stiles lo avrebbe fatto rischiando i gioielli di famiglia.

Non si sentiva particolarmente turbato dal fatto che la sera precedente il più giovane si fosse ritratto dal suo primo tentativo di baciarlo, comprendeva pienamente le sue paure e desideri. Dargli un bacio avrebbe lasciato una traccia del suo odore maggiore, rischiando di farsi scoprire. Comprendeva anche l'importanza che il ragazzo dava a quel gesto, da piccolo aveva avuto il piacere di sentire più volte Claudia raccontare alle noiose cene tra alpha dei clan di come lei avesse atteso il giorno del Legame per dare il suo primo bacio in assoluto, regalando al figlio quella visione quasi fiabesca.

Doveva solamente contenersi e attendere, anche se sarebbe stata una tortura bella e buona, soprattutto se ripensava al fatto che il ragazzo si sarebbe presentato insieme a Matt Daehler al Ballo di Primavera. Quel alpha aveva la faccia di chi portava guai, lui con la sua stupida macchina fotografica con l'obbiettivo perennemente puntato contro soggetti non consapevoli.

L'orologio segnava le sei del mattino, aveva solamente mezz'ora prima che lo sceriffo si svegliasse per andare a lavoro. Lentamente si alzò abbandonando il corpo di Stiles, il lupo dentro di lui che ululava ferito. Prese dalla tasca dei pantaloni una boccetta che si era fatto preparare appositamente da Deaton, l'emissario di sua madre, un uomo di fiducia che sapeva quando dover tenere un segreto. Non che fosse un tipo che parlava chiaramente, sembrava conoscere solamente metafore ed enigmi, tanto che Derek si domandava spesso perché nessuno gli avesse mai urlato addosso di dare una semplice risposta come il resto degli esseri umani.

La boccetta conteneva un liquido che lo avrebbe aiutato ad eliminare il suo odore dalla stanza e dalla pelle dell'omega. Doveva semplicemente spruzzarne quanto più poteva da ogni angolo della stanza e pregare che funzionasse.

Una volta portato a termine quel breve compito, deciso a non andarsene senza aver lasciato un messaggio, l'alpha andò alla scrivania e recuperando un foglio ed una penna scrisse una lettera – forse un pizzico sdolcinata – da posare sopra il cuscino del ragazzo.

Si infilò le scarpe cercando di non fare troppo rumore e quando fu pronto saltò giù dalla finestra, pronto a tornare a casa.

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La vasca da bagno era stata riempita di latte come lei stessa aveva ordinato, fiori dalle tonalità del rosa erano stati inseriti creando una cosa bella da vedere. La ragazza fece scivolare lungo il corpo l'accappatoio, rendendola una massa di tessuto ai suoi piedi.

Legò i lunghi capelli vermigli fermandoli contro la nuca grazie ad un mollettone a forma di rosa. Si immerse nella vasca rabbrividendo al contatto con il latte freddo, chiuse gli occhi immergendosi fino alla base del collo.

Era un rituale che faceva ogni mattina da quando aveva quattordici anni. La faceva sentire meglio, si sentiva come se fosse Cleopatra.

Lydia sospirò rilassando tutti i muscoli, godendosi quell'attimo di relax prima di doversi preparare per andare a scuola e fingere per un altro giorno di essere solamente un bel viso, una ragazza senza cervello. Era quello che piaceva agli alpha e lei doveva semplicemente adattarsi se voleva trovare qualcuno.

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