ᵛⁱⁿⁱˡᵉ

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Tremavo come una foglia e con gli occhi spalancati continuavo a fissare la porta che continuava a tremare come me.
Qualcuno bussava ripetutamente.
Quel bussare aveva raggiunto il ritmo del mio cuore che continuava a fare i salti mortali.
Finalmente poi quel bussare si fermò.
Ci fu finalmente il silenzio.
Il silenzio più simile alla quiete prima della tempesta.
Poi l'urlo di Nana Rose spezzo la quiete generando la tempesta nella mia testa.
Mi alzai di scatto prendendo coraggio, e piano piano uscii allo scoperto all'esterno della mia camera.
«N-Nana?» mi guardai attorno ma la quiete continuava a regnare.
Forse era vero.
La tempesta aveva davvero preso piede solo nella mia testa.
Il corridoio che caratterizzava le camere da notte della nostra villa era completamente buio ed alla sola sua vista mi si gelò il sangue nelle vene.
«N-Nana?!» ripetei alzando il tono di voce, ma ancora silenzio.
L'unica cosa che riuscivo a sentire era il battito del mio cuore che mi ricordava il bussare alla porta della mia camera.
«NANA?!»
«Cheryl!» esclamò la voce di mia madre alle mie spalle che mi fece subito sobbalzare lasciandomi voltare di scatto verso di lei.
«Nana?...Ho sentito che urlava! Dov'è?»
Lei mi sorrise camminando verso la camera di nonna Rose ed istintivamente la seguii.
«Tua nonna è molto anziana Cheryl.. Era impegnata nel dormire, così quando sono arrivata, poverina, si è spaventa..» esclamò prima di aprire la porta della camera di mia nonna.
«Ora è lì che dorme..»
«È quel bussare? La mia porta? C-cosa.. cos'era?»
«Bussare?» ripeté scuotendo la testa «sarai stanca.. forse lo hai immaginato..»
«Immaginato» deglutii avanzando verso la mia camera.
Improvvisamente la mia gola si seccò completamente e lanciando un ultimo sguardo a mia madre, chiusi la porta della mia camera a chiave.
Feci un grande respiro guardami allo specchio, poggiando le mani sul viso.
Dovevo rilassarmi.
Quell'essere di mia madre vuole farmi fare la fine di Jason con mio padre?
Come può mai un padre uccidere un figlio?
In effetti mio padre non era un uomo molto forte. Vigliacco.
Forse per il dolore, o peggio, per sfuggire alla vergogna dell'intera città ha deciso bene di mettersi da parte togliendosi la vita.
Forse voleva addirittura sfuggire da mia madre. Improbabile.
Così con la mente in tempesta cercai di addormentarmi, ma invano.
Non riuscivo a chiudere occhio e credo di aver dormito solo un paio di ore.
Dopo aver a malapena fatto colazione cercando di non parlare con alcun componente di quella famiglia, della mia famiglia, scappai letteralmente verso il liceo.

~~~

La prima cosa che feci fu prendere il libro di chimica dall'armadietto.
Betty chiacchierava con Jughead e Toni.
Toni.
«Buongiorno stelline» sorrisi avvicinandomi ai tre.
«Buongiorno stella» mi rispose Toni mentre Betty mi sorrideva.
Jughead alternò lo sguardo tra noi tre «sono di troppo?» domandò in un ghigno.
«Lo sei sempre» gli risposi; così dopo aver baciato la ragazzina dalla coda bionda ci salutò con il suo sorrisino.
Feci un piccolo respiro per tranquillizzarmi, giusto per prendere coraggio.
«Salve» aggiunse la cara "Ronnie" seguita da Josie.
«Ragazze dovrei parlarvi...»così raccontai nei minimi dettagli ogni avvenimento di quella notte. «.. e per lo più volevo invitarvi al mio pigiama party, stasera» sorrisi falsamente «non è un invito, è un ordine» così mi voltai verso la classe dove si sarebbe tenuta la lezione di chimica.
Avevano ben compreso che avevo bisogno di supporto anche solo per dormire in casa mia.
Questa situazione non tranquillizzava per niente come non tranquillizzava loro.

~~~

Il buio calò velocemente.
Tutte noi avevamo già pranzato da un pezzo, così Veronica ebbe l'idea di passare la serata a curare il nostro aspetto.
Fu strano guardare Toni farsi una maschera pet il viso, non la vedevo al suo agio.
«Sei stupenda» le disse Josie incoraggiandola.
In effetti lo era.
Fu bello pettinare accuratamente quelle ciocche rosa per cui nutrivo una certa ossessione.
Betty parlava di Jughead mentre Veronica del suo amato Archie e dei suoi problemi con il suo paparino. Oh no.
Per metterla a tacere decisi di utilizzare il mio giradischi prendendo il vinile di Paul Anka.
È un artista che ha iniziato ad avere il suo grande successo intorno gli anni cinquanta.
La prima canzone che partì sul giradischi fu "Put your head on my shoulder".
Tutte apprezzarono la scelta del brano mentre si sistemavano nei rispettivi sacchi a pelo.
La ragazza dai capelli rosa però si sistemò alla mia sinistra, sul mio letto.
La canzone nel ritornello citava le solite parole, ovvero "Put your head on my shoulder", e così fece la ragazza dai capelli rosa.
Eravamo entrambe stese a fissare il soffitto, l'unica differenza era che lei aveva la testa poggiata sulla mia spalla.
Era così vicina.
Sentivo ogni suoi minimo respiro.
Avrei tanto voluto ripetere il bacio della sera prima finché poi Betty commentò «Cheryl che ne dici se mettiamo da parte il vinile?»
Mi alzai a metà busto «Ti dà così tanto fastidio?» le chiesi mentre sistemavo il disco.
Ci fu un piccolo momento di silenzio che fu nuovamente interrotto dalla biondina «..perché hai paura di dormire qui?»
Mi sistemai sotto le coperte mentre tutti gli sguardi erano su di me «tu perché mi hai fatto togliere il vinile?»
«Cheryl, rilassati.. in fondo siamo qui per aiutarti, no?» borbottò Josie.
Alternai lo sguardo tra la "Barbie" e tra Josie facendo un grande sospiro.
«..Ve ne parlo solo perché ora mia madre non c'è.. però sappiate che ho il timore che mi voglia far fare la fine di Jason.. »
«Non lo pensare neanche. La tua cara madre si deve solo azzardare» commentò Toni cercando di tranquillizzarmi anche se non sembrava completamente sicura di ciò che stesse dicendo.
Nel frattempo avevamo chiacchierato tra di noi fino alle due di notte.
Mia madre non era ancora tornata a casa; stava lavorando, poverina.
Tutte dormivamo profondamente, soprattutto Josie.
Anche se non sembra a vederla, quella ragazza è un maiale quando dorme.
Toni era sveglia così mi voltai verso di lei; lei fece lo stesso.
«Sai? Ho invitato tutte...anche se speravo nella tua unica presenza»
A quelle mie parole la ragazza dai capelli rosa mi sorrise avvicinando le sue labbra alle mie.
Eravamo vicinissime ed anche in quella situazione sentivo ogni suoi minimo respiro.
Avrei solo desiderato baciarla in quel momento, poi, un altro tonfo ed un altro urlo.
Era Nana.
Josie si svegliò seguita da Betty e Veronica che erano ancora confuse quasi quanto me.
«Andiamo a controllare» commentò Toni alzandosi, uscendo dalla mia camera seguita da tutte noi.
Quella ragazza si che aveva fegato.
Mi affacciai appena e notai al di sotto delle scalinata principale una scena che mi fece saltare il cuore in gola lasciandomi urlare a gran voce, terrorizzata.


Put your head on my shoulder
Whisper in my ear, baby
Words I want to hear
Tell me, tell me that you love me too

Ꮍou're  Տensational Where stories live. Discover now