ᵘⁿ'ᵒʳᵃ

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Sudavo freddo.
In effetti la serata era molto fredda ed le nuvole erano molto scure come se avvisassero dell'arrivo di un futuro temporale.
Ero terrorizzata se non si fosse ben capito.
Nana ai piedi delle scale, giù dalla sua carrozzina che si trovava al suo fianco, misteriosamente, non si muoveva.
«Nana!!» urlai scendendo le scale come non avevo mai fatto.
Da bambina scendere le scale era una vera e propria gara con Jason.
Mi batteva sempre;è sempre stato un tipo atletico.
Mi mancava Jason e non volevo che  Nana, quella notte, facesse la sua fine.
Toni mi aiutò ad alzarla mentre Betty sistemava la carrozzina.
«Dobbiamo chiamare il 911!» esclamò Veronica mentre Josie digitava freneticamente i numeri sulla tastiera del cellulare.
«Nana...ci sei?» le chiesi mentre le accarezzavo delicatamente la guancia destra, ed aprì gli occhi.
«Eh?Cosa? No.. nono.. Penelope no.. no..» borbottò Nana Rose agitandosi.

«Penelope? Oh Nana Rose, che ho fatto ora..?» esclamò la voce viscida di un essere che dovetti affrontare sin dal mio primo secondo di vita, forse anche nove mesi prima.
«Tu cadi per le scale con la carrozzina e la colpa è mia? Oh Nana Rose, che ho fatto ora?»ripeté con tono innocente.
«Ma io.. no.. no.. Penelope no..!»  continuò ad agitarsi la mia povera Nonnina.
«Shhh Nana... Ti porto in camera a riposare, si?»
«Signora, vede, credo che abbia bisogno di una controllata da un medico...» aggiunse Betty.
«Mi ricordi tanto tua madre, scrive sul giornale troppo e parla troppo.» le rispose quella sottospecie di essere che viene chiamato da me "mamma".
«Ora Nana rilassati.. va bene?» le sussurrò quell'essere mentre spingeva la carrozzina altrove.
Toni mi lanciò uno sguardo perplesso poi guardò mia madre «Vuole che l'aiuti?..»
«Non ti preoccupare signorina Topaz, hai già fatto abbastanza..» borbottò senza neanche degnarla di uno sguardo.

~~~

Quel sabato mattina il cielo era sempre più scuro e più che mattina sembrava sera.
Tirava una brezza leggera che ancora fredda, non avendo incontrato il calore dei raggi del sole, al suo soffiare ti accarezzava il viso.
Veronica ebbe la geniale idea di fare colazione da Pop's, in effetti, nessuno voleva stare un altro secondo in più nella villa Blossom.

Non sapevo che la maggior parte degli abitanti di Riverdale facesse colazione proprio lì.
C'era chi mangiava da solo, o meglio, in compagnia della sua valigetta che gli ricordava di andare a lavorare. Così mangiava velocemente fino a quasi scappare, fissando l'orologio da polso -È tardi!-.
-Mamma, mi passi lo sciroppo per favore?- chiedeva una voce innocente che osservava i suoi pancake come se fossero la cosa più bella al mondo.
-Certo- rispondeva la mamma mentre gli versava lo sciroppo d'acero.
-Amore, stasera tornerò più tardi...devo risolvere il problema della promozione con il capo..- borbottava l'uomo di una coppietta mentre sorseggiava il caffè.
-Quindi non mi spreco neanche nel cucinare..- rispondeva la signorina dai capelli spettinati -ordinerò le pizze o qualcosa.. tipo cibo cinese, che ti piaccia o no..-
-Sisi, come vuoi, ma ora devo scappare- così la salutava con un bacio delicato sulle labbra.

Pop's non era affollatissimo però essendo abbastanza silenzioso, se si prestava attenzione, si poteva ascoltare ogni conversazione mattutina, dal solitario signore d'affari, alla famigliola felice, alla coppietta ancora agli inizi di una convivenza.

«Se volete potete venire da me» esclamò Veronica rompendo quella quiete.
«Non posso e neanche Cheryl può, vero Cheryl?»
«Eh?...»
Quella dannata ragazza dai capelli rosa mi prese alla sprovvista, così dopo aver fatto mente locale risposi di si affermando la sua esclamazione.
«Dove andate?» borbottò Josie con la bocca piena.
Dal grugnire nel sonno, al mangiare in quel modo, era ufficiale, quelle ragazza era un maiale.
«Dobbiamo vedere una cosa» rispose vagamente la ragazza per poi cambiare argomento «Non credete che Nana Rose abbia bisogno di un controllo medico? »
«Già..» sospirò Betty Cooper «Cheryl, ora tua madre è in casa?»
Risposi di no volendo vedere dove volesse arrivare la ragazza dalle coda dorata.
«Perfetto! Chiamiamo il 911, verranno a prendere Nana Rose, farà i controlli e poi ritornerà a casa come se non fosse successo nulla!»
«Betty, sei un genio» sorrise Veronica iniziando a digitare il numero, così da far arrivare un'autoambulanza dritta alla villa Blossom.
Successivamente Veronica chiamò anche il suo maggiordomo che ci venne a prendere da Pop's con il suo autista privato, per portarci all'ospedale da Nana Rose.

Avevo avuto modo di conoscere quel posto molto bene in quel periodo.
Bruciare la mia stessa dimora con mia madre al suo interno non è mai stata una ragione per etichettarmi piromane.
Non sono mai stata ossessionata dal "πῦρ", il fuoco, forse però sono ossessionata dal comando, ma questa è un'altra storia.
Fu bello vedere gli occhi sporgenti nelle orbite di mia madre, dal volto coperto da una mascherina bianca, chiedermi pietà, pietà, perché in questo momento avevo letteralmente la sua vita tra le mani.
Tra le mani il suo tubicino che le portava l'aria ai polmoni sembrava insignificante, quel tubicino, che più veniva stretto e più le mutata la faccia in un colore simile al viola.

Il mostro si sottomise e lasciai il tubo.

«Bene signorina Blossom, sua nonna sta fortunatamente bene.. ha alcuni lividi sui quali può semplicemente applicare questa pomata...Inoltre può tornare a casa anche ora, tanto sua madre ha appena firmato il suo modulo»
Mi si gelò il sangue nelle vene e lo stesso accadde a Nana che mi guardò dalla sua carrozzina, terrorizzata.
«Eccomi Cheryl.. che ne dici di tornare a casa ora?»
«In realtà dovrei andare con Toni e le altr-»
«Ho detto, andiamo a casa.»
Mi avvicinai alle altre senza aggiungere nulla mentre seguivo mia madre a sguardo basso.
Guardai la ragazza dai capelli rosa dritta negli occhi e lei mi rispose con un piccolo sorriso.

Ci sono rimasta male anche io, sai Toni?

Tornai alla villa Blossom e mi diressi immediatamente in camera.
«Cheryl! Vieni un attimo qui!»
Come non detto.

«Si Mamy?»
Mi sorrise quasi ghignando mostrandomi un disegno, il disegno di cui mi ero innamorata, quel disegno.
«E questo?»
Le mie mani iniziarono a sudare mentre aprii la bocca «È solo un disegno!»
Divenne immediatamente seria e mi sorrise appena «NO!» urló cambiando espressione in meno di un millisecondo.
«TUTTO CIÒ È PERVERSO, TU SEI PERVERSA, NON HAI UN CUORE ED ORA? TONI? ILLUSA! TU MORIRAI SOLA PERCHÉ HAI UN CARATTERE SPREGEVOLE!» urlò mentre mi trascinava in camera mia.
«Smettila! SMETTILA! NANA AIUTAMI! NAN-»
«Nana non farà proprio nulla. E neanche tu.» esclamò tirandomi per i capelli.
«basta! BASTA!!» urlai a malapena soffocata dalle mie stesse lacrime.
«Vai!» aggiunse chiudendomi la porta in faccia. «Non provare a scappare cara..il tuo telefono è qui con me e la finestra è sigillata» commentò chiudendo la porta a chiave «Ti porto in un bel posto dove ti possono salvare dalla tua perversione...»
Mi portai le mani sul viso e le feci salire in testa stringendo di poco i miei capelli «Io perversa? Tu fai la puttana per passione!»
«PARTIAMO TRA UN'ORA.» urló improvvisamente facendo tuonare la villa.

Ꮍou're  Տensational Where stories live. Discover now