Capitolo 276

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Rimango immobile,con gli occhi fissi su quelli del signore di fronte a me,mentre qualche lacrima inizia a scendermi lungo le guance.

E: who are my parents?

X: in realtà qui dice che solo suo padre,Conrad Muscat è il genitore adottivo.

E: quindi... - la mia voce è rotta dal pianto nonostante mi stia trattenendo molto - mia madre è davvero mia madre?

X: da quanto risulta qui sì!

E: what about my brother?

X: aspetti - lo vedo dare un'occhiata a Simone per poi tornare a cercare nel suo computer - Kurt Muscat giusto?

Annuisco appoggiandomi con il gomito sul bracciolo della poltrona e tenendo la testa sollevata con la mano.

X: suo fratello risulta figlio dei suoi genitori...beh di Rossana e Conrad Muscat.

E: questo non è vero...é una presa in giro!

Inizio a sorridere dal tanto sono nervosa,mentre il signore mi guarda con aria molto seria,facendomi capire che tutto è,tranne che uno scherzo.

B: Emma...

E: no!

Mi volto verso di lui con gli occhi pieni di lacrime. Lo fisso qualche secondo e torno a piangere,abbassando lo sguardo.

X: vuole che stampi i documenti così potrà averli con lei?

Mentre me lo chiede,mi allunga un fazzoletto.

E: se non le dispiace.

Si alza andando dietro al suo ufficio,dove c'è un piccolo stanzino che immagino sia una sorta di copisteria. Appena il signore se ne va, scoppio a piangere,alzandomi e andando davanti alla finestra. Simone è ancora seduto a fissarmi,ma dopo poco si alza venendomi ad abbracciare da dietro.

B: amore sono qui!

Non gli dico nulla,ma appena sento le sue mani lungo le mie braccia,mi volto abbracciandolo. Mi accarezza delicatamente la schiena mentre io continuo a piangere sulla sua spalla. Rimaniamo così,fino a quando il signore torna alla sua scrivania. Mi asciugo velocemente gli occhi e torno a sedermi,mentre Simone mi porta un bicchiere d'acqua.

X: allora questi sono tutti i documenti dell'adozione.

E: posso sapere chi è mio padre?

Il signore di fronte a me guarda Simone e io non capisco bene il perché.

X: signorina io la vedo molto scossa!

E: io devo sapere!

Mi avvicino mettendo le mani sulla sua scrivania e quasi urlandogli in faccia,mentre la mano di Simone si appoggia all'altezza del mio gomito,tirandomelo leggermente indietro per farmi tornare calma.

X: ascolti io le consiglio di parlare con la sua famiglia e in seguito telefonare al nostro numero - mi da un bigliettino - almeno potrà avere il tempo di metabolizzare tutto!

E: io non...

B: Emma secondo me ha ragione!

Mi volto verso di lui,con ancora gli occhi umidi,per poi tornare ad abbassare la testa.

B: quindi - prende il bigliettino sulla scrivania - possiamo poi richiamare,senza venire qui?

X: certo! Ho registrato la vostra domanda e i suoi dati sono già nel sistema! Mi dispiace!

E: non è colpa sua! Ma...

Rialzo lo sguardo,incrociando quello del signore di fronte a me.

E: non può dirmi proprio nulla su di lui!

X: normalmente mi limito a fare il mio lavoro e ad accontentare le richieste dei cittadini,ma in questo caso la vedo molto provata e non credo sia una buona idea! Tuttavia non posso negarle queste informazioni,quindi la scelta è sua.

E: io...

Simone mi stringe la mano e d'istinto mi volto verso di lui.

B: datti tempo Emma!

Il signore mi fissa per qualche secondo e mi arrendo.

E: d'accordo - mi alzo seguita quasi subito da Simone - la ringrazio!

Senza dire nient'altro esco,non chiudendo nemmeno la porta.

Biondo Pov's

Emma se ne va senza nemmeno salutare e io mi volto verso il signore.

B: le chiedo scusa!

X: non si preoccupi - mi allunga la mano - arrivederci!

B: arrivederci!

Esco dall'ufficio e mi guardo intorno. Non vedendo Emma,scendo. Anche all'entrata non c'è nessuna traccia di Emma,allora esco e da lontano la vedo di spalle appoggiata con le braccia stese alla macchina. Mi avvicino e sento che sta ancora piangendo,anche se lo sta facendo trattenendosi.

B: Emma...

Appena sente la mia voce,si asciuga velocemente le lacrime,quasi non volesse che la vedessi piangere ancora.

E: andiamo per favore!

Provo a prenderle il braccio,ma lei entra subito in macchina. Posso solo immaginare come si senta: lei è così legata a suo padre e l'idea che lui le abbia mentito,la starà distruggendo. Prima di partire la guardo un secondo,ma lei si mette a guardare fuori dal finestrino e dal riflesso vedo che,anche se non fa rumore,sta comunque piangendo. Le do un bacio sulla spalla e parto,accendendo la radio in modo che non si preoccupi di essere sentita. Mentre andiamo ogni tanto le lancio delle occhiate per vedere come sta:non le dico nulla,perché la conosco e so che non le servono parole ora come ora. Arriviamo in hotel e anche se ho spento la macchina da ormai un po' di secondi,Emma rimane a fissare un punto nel vuoto di fronte a lei.

B: amore...

E: what I have to do now?

Mi interrompe senza nemmeno darmi il tempo di dire nulla,quasi come se avesse aspettato che le dicessi qualcosa per tutto quel tempo. Non le rispondo perché non mi aspettavo questa sua reazione.

E: che cosa devo fare?

Me lo ripete in italiano come se volesse farmelo capire meglio e si volta verso di me.

B: Emma io... - le metto una mano dietro al collo accarezzadola - io non lo so!

E: I should... - inizia a ridere tanto è nervosa - dovrei tornare alla mia vita come se nulla fosse!

Prendo un fazzoletto dal porta oggetti e glielo allungo.

B: Emma non so cosa faremo,ma ora per prima cosa ti levi il mascara,perché per quanto io ti trovi sempre bellissima,so che non ti faresti mai vedere così.

Lo prende e inizia a pulirsi,guardandosi nello specchietto davanti a sé.

B: poi ti accompagno in stanza e parlerai un po' con Lauren.

Biondo ed Emma - Ricordati di... 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora