Capitolo 332

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Ci siamo detti di tutto,ma poi sono riuscita a farlo andare via. Appena uscito,é successo quello non volevo succedesse e per cui avevo voluto evitarlo tutto quel tempo:ho pianto per lui tutto il giorno,nonostante mi fossi ripromessa di non farlo ancora e di essere forte.

Biondo Pov's

Emma se ne é andata da tredici giorni. Ha preso quel taxi ed é andata via. Non sapevo cosa fare e non so per quanto sarò stato lì immobile,in mezzo alla strada. Ho solo sentito la mano di Conrad sulla mia spalla e un mi dispiace uscire dalla sua bocca. Tornammo dentro e dopo averlo portato all'aeroporto,andai nell'unico posto in cui Emma sarebbe andata. Lauren non mi ha voluto fare entrare perché Emma dormiva:era lì stesa sul letto con il viso distrutto. Le ha detto esattamente quello che aveva detto a me: non voleva avere più niente a che fare con me. Non ho fatto che riempirla di chiamate e di messaggi con un unica frase: "Emma io ti amo". Mai una risposta. Non la vedevo mai,non sapevo nulla di lei. Quelle rarissime volte che la incrociavo,lei correva via e una volta Irama mi ha persino trattenuto fino a che non riuscii più a vederla. Dal momento che Irama era mio "fratello" mi é rimasto vicino,ma non ha per nulla condiviso quello che ho fatto. A lui avevo detto quello che sapevo e per lui sarebbe stata solo questione di tempo prima che Emma venisse a saperlo. Einar invece non mi calcola minimamente: dopo avermi perdonato l'ultima volta,era chiaro che ora non avrei avuto più nemmeno un suo saluto. Avevo capito perfettamente che uno dei motivi per cui non incontravo mai Emma,era per colpa loro,ma dovevo aspettarmelo.

Il sabato,dopo quel giorno,tornai a bussare e a pregare mi aprissero,ma nulla. La domenica me ne restai a casa a piangere tutto il tempo. Il lunedì dopo,tornai verso sera,ma ad aprirmi furono Valentina e Sephora che mi chiusero subito la porta in faccia. Emma aveva cambiato addirittura piano. Un paio di giorni dopo riuscii a sapere che erano scese al primo piano,ma ormai non provai nemmeno più a bussare. Chiamai mia sorella che era ormai giovedì: avevo passato dei giorni di inferno in cui non avevo voluto parlare con nessuno e non sarei riuscito a reggere anche la sua delusione. Mi disse che anche se era mia sorella,quello che avevo fatto era orribile,soprattutto per il fatto che sapessi quanto Emma odiasse l'idea di essere circondata da dei bugiardi. Dopo un paio di telefonate riuscii a farmi dire da lei come stava Emma: immaginavo si fossero sentite,anche perché quando chiamai Sara per la prima volta,lei già sapeva tutto e aveva provato a chiamarmi molto prima. Emma stava esattamente come me,se non per il fatto che ogni volta che parlava di me con Sara,mi riempiva di insulti. Ma Dio solo sa quanto avrei voluto sentirmeli dire in faccia, se non altro per poterla finalmente vedere. Sempre da Sara sono riuscito a sapere tutta la verità su suo padre:Emma le aveva raccontato tutto,facendosi promettere di non dirmi nulla,ma almeno in questo mia sorella ha avuto pietà di me. Potevo solo immaginare come potesse essersi sentita durante tutti questi giorni. Avrei solo voluto starle vicino. Nonostante tutto quello che era successo però,mi rimaneva in testa il fatto che lei mi avesse chiamato Biondo. Mi aveva guardato come se non riconoscesse più la persona con cui era stata fino a poche ore prima. Mi aveva guardato come se le facessi quasi paura.

Quella settimana ho continuato a mandarle messaggi,ma a vuoto. Finite le lezioni,me ne tornavo a casa. Mi sedevo in cucina,in sala o mi stendevo sul letto,ripensando a tutti i momenti in cui eravamo stati lì. I suoi vestiti nell'armadio e le sue cose in giro erano le uniche cose che mi erano rimaste di lei. Nonostante stare lì mi facesse solo male,starle a due piani di distanza senza poterla nemmeno vedere mi avrebbe ucciso,quindi scelsi il male minore. Il sabato dopo in puntata riuscii a vederla per poco,se non quando cantava,ma non si era voltata nemmeno una volta e una volta finito,tornava al posto con la testa bassa. Quando Carlo mi ha proposto per l'eliminazione,ho quasi sperato di essere sbattuto fuori. Non potevo più condividere la cosa che amavo di più al mondo con la persona che ormai era diventata la mia vita. Finita la puntata provai a inseguirla,ma lei corse via per l'ennesima volta. Era stata la settimana più orribile della mia vita: nulla di quello che avevo passato prima si avvicinava vagamente a quello che stavo vivendo in quel momento. Gli altri non perdevano occasione per chiedermi il motivo della nostra rottura,ma io evitavo proprio di rispondere. Mio padre mi invió un messaggio qualche giorno dopo chiedendomi cosa mi fosse saltato in mente e di tornare subito con lei,se volevamo tenere alta l'attenzione dei blog su di noi. Decisi di fare una cosa molto semplice che avrei dovuto fare molto tempo prima: bloccai il numero.

Da domenica 17 iniziarono ufficialmente le vacanze di Natale:non sapevo cosa avrei fatto,ma non potevo rimanere in quell'hotel. Emma aveva ovviamente litigato pesantemente con i suoi: Sara mi aveva detto che non li aveva voluti né sentire né vedere entrambi. Sapevo che quindi tutti i suoi progetti di passare le vacanze a Malta erano per forza saltati. Nonostante tutto mi rendesse evidente il fatto che Emma mi aveva lasciato,io avevo un'unica e sola speranza ancora nel cuore: che in fondo lei avesse continuato ad amarmi. Immaginavo mi detestasse,ma una parte di me sperava che comunque dietro quel non volermi nemmeno vedere,ci fosse il fatto che ancora mi amasse da morire e che fosse solo davvero troppo scossa da tutta quella situazione. Quella domenica ero a casa,seduto sul divano con una sigaretta in mano a guardare la televisione. All'improvviso sentii suonare. Sara mi aveva detto che non sarebbe riuscita a venire quella settimana e avevo detto ad Irama di non passare perché non gli avrei aperto,così pensai potesse essere una sola persona.

INIZIO FLASHBACK 17/12/2017 h. 14:00

Sento suonare il campanello e il mio cuore ricomincia a battere per uno scopo diverso da quello solito di pompare sangue al resto del corpo. Puó essere solo lei:deve essere lei. Vado ad aprire,ma mi ritrovo Valentina davanti.

B: che ce fai tu qui?

Riconosco che il mio tono é diventato quanto mai scostante e freddo,come giustamente anche il suo verso di me. Sono solo deluso che non sia lei,ma anche se ci speravo non potevo pretendere una cosa così.

V: ciao anche a te!

Ha in mano due enormi borse ripiegate e non ho proprio idea di cosa ci faccia qui.

B: cosa vuoi?

V: mi manda Emma.

Solo sentire quel nome mi provoca una fortissima stretta al cuore.

B: Emma?

V: devo solo riportarle tutte le sue cose!

Quel briciolo di speranza che abbia mandato Valentina per cercare anche la minima possibilità di dialogo,se ne va in un secondo.

B: posso portargliele io!

Faccio per chiudere la porta,ma Valentina la spinge entrando.

V: sai benissimo che non vuole vederti quindi fammi entrare!

Mi sposto facendola entrare,per poi chiudere la porta. Mi guarda con il solito sguardo che lei,insieme alle ragazze,ha da quando ha saputo per intero di questa storia. Già qualche giorno prima mi aveva giusto fermato per urlarmi contro quanto fossi stato stronzo con Emma,quindi ora non abbiamo molto da dirci. Mi segue con lo sguardo,mentre ritorno a sedermi sul divano,accendendomi un'altra sigaretta.

V: dove trovo la sua roba?

B: ovunque!

Emma ha lasciato le sue cose dappertutto,persino in camera di Sara,quando c'é rimasta quei pochi momenti la sera prima che se ne andasse. Non so per quanto Valentina rimane in casa,ma ha fatto in tempo a finire un episodio di Jersey Shore. Quando la vedo scendere,le borse che prima aveva in mano piegate,ora sono piene e pronte ad esplodere. Non pensavo che Emma avesse lasciato tutte quelle cose. Va verso la porta e prima che io possa chiudere,mi chiama.

B: che c'é ora?

V: quasi mi dimenticavo!

Valentina appoggia le borse a terra e dalla tasca dei jeans tira fuori una collana e un bracciale. Sono loro. I suoi.

Biondo ed Emma - Ricordati di... 2Where stories live. Discover now