Una vita davanti, insieme.

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Il biondo, si alzò rapidamente dalla panca della piccola chiesa. La donna era identica a lui: stessi capelli color grano, stessi occhi azzurri, stesse espressioni e stesse movenze. Arthur indietreggiò di qualche passo, per far mente locale...per riprendersi e cercare di capire se quella fosse solo una visione. Guadagnò coraggio e le rivolse la parola:
''Non è possibile...tu eri MORTA! ''
La donna tacque abbassando lo sguardo...i suoi occhi diretti verso le piastrelle in marmo del pavimento, verso le punte delle sue decoltè blu scuro. Merlin in tutto questo si sentiva veramente di troppo. Il moro tuttavia, non poteva abbandonare Arthur in questo istante, non solo per la morte di suo padre ma per la ricomparsa di sua madre, la donna che ha tormentato i sogni più profondi. La donna per la quale Arthur, aveva abbassato ogni difesa e probabilmente aveva iniziato a condurre la sua vecchia vita frivola e senza valori.
''Non mi pare che io sia morta...sono in piedi di fronte a te''
''Tu''
L'atmosfera si scaldò. Arthur si avvicinò puntandole il dito contro:
''Tu mi hai abbandonato in quel parco...sei andata via! Ho visto papà crollare...ho visto la tua macchina allontanarsi...papà mi ha detto che eri morta! Non sei morta...benissimo...ma scusami tanto se ti dico che è come se lo fossi! ''
''Arthur...permettimi di spiegarmi...permettimelo''
''Sono finiti i tempi dei permessi. Siamo riusciti a tirare avanti senza la tua presenza, continueremo a farlo. Morgana è diventata una donna senza la figura di una madre e io beh...''
La donna ascoltava in silenzio, dopotutto sentiva di meritarsi quel macigno di rabbia gettatole contro dal figlio. Sapeva in cuor suo che non poteva sistemare le cose in un solo giorno.
''Tu? ''
Voleva sapere, la sua interruzione si era prolungata. Arthur stava fissando Merlin che nonostante fosse ancora seduto, era in posizione di allerta.
''Io? Io sono diventato uomo da qualche mese. Ho passato la mia vita a domandarmi cosa esattamente avessi sbagliato...forse non sarei dovuto andare su quell'altalena, forse non avrei dovuto allontanarmi troppo...forse non sarei dovuto nascere...ho passato la mia vita a domandarmi, quale razza di errore avessi potuto commettere per meritarmi la tua fuga e la tua presunta morte insensata.''
''Arthur...''
La donna aveva gli occhi lucidi, era sul punto di piangere. Nonostante tutto doveva proseguire:
''Arthur, non è stato un tuo errore...ma un mio errore...mio e di tuo padre...non tuo! ''
''Non mio? E chi c'era a spiegare ad un bambino che non avesse commesso alcun errore? Chi? Un padre che non voleva che nominassi il tuo nome, in nessuna circostanza? Chi c'era a rispondere alle mie mille domande? Chi c'era in quel funerale organizzato con accuratezza per farmi credere che tu fossi morta, a sorreggere il mio cuore? Chi c'era ad asciugare le mie lacrime in quel letto...chi c'era a stringermi quando sognavo continuamente il giorno della tua uscita di scena? ''
''Arthur mi dispiace...io sono qua e...''
''Sai una cosa? E' troppo tardi. Prova con Morgana, lei ha avuto l'occasione di conoscerti meglio...prova con lei...e lascia chiuso il portone del mio cuore''
''Lasciami almeno spiegare le mie ragioni! ''
''Quali ragioni? Io sono cresciuto solo! SOLO! Ho colmato i miei vuoti giocando con i sentimenti delle persone...e tutto questo solo perchè non sapevo cosa significasse la parola amore...un sentimento che non solo non avevo mai provato, ma un sentimento che non avevo mai ricevuto! DA NESSUNO! Ho speso la mia vita fino a pochi mesi fa tra locali, tra alcol, tra amici falsi...buttando via tempo e denaro, solo per convincermi che tutto fosse un incubo, per non piangere...forse qualche mese fa avrei avuto veramente la voglia di ascoltarti...e sai perche? ''
Il biondo sospirò per riprendere fiato. Il moro continuava a fissare la mascella contratta del suo ragazzo.
''Non sapevo cosa significasse essere amati e amare...non lo sapevo...poi un giorno l'ho scoperto...ho scoperto che qualcuno poteva andare oltre il muro di falsità e apparenza sfarzosa che mi ero creato attorno...ho scoperto che non è mai stata colpa mia...che io meritavo veramente di essere amato. L'ho scoperto amando ed essendo amato, da questo ragazzo splendido che non ha smesso per un attimo di credere in me. Nonostante tutto e tutti. Grazie a lui so per certo che se ami, per quanto incavolato tu possa essere non abbandoni...non esistono quindi giustificazioni tanto grandi da abbandonare una famiglia. Non esistono! ''
''Tuo padre mi stava rendendo la vita un inferno...mi picchiava, mi faceva pedinare...mi umiliava...sono stata debole e non ho retto''
''E io e Morgana cosa c'entravamo in tutto questo? Potevi avere mille ragioni...ma in tutti questi anni non ti sei fatta viva, non ti sei interessata! SAPEVI! Sapevi che quest'uomo era in giro per il mondo...sapevi che non era mai in casa e nonostante tutto hai scelto di ignorarci...forse Morgana è più clemente, è dentro casa...vai... ma da ora in poi fingi che non sia mai nato''
''Arthur...ti prego, dammi almeno la possibilità di rimediare...ho fatto un errore! ''
Arthur sospirò e dopo averla sorpassata, si diresse a passi svelti verso l'uscita. Merlin si alzò di colpo e cercò di raggiungerlo...la donna lo bloccò.
''Perfavore...almeno tu''
''Signora, mi dispiace per il tono con cui suo figlio si è rivolto a lei, ma i contenuti del suo discorso non sono errati''
''So di aver sbagliato...so di averlo ferito, ucciso dentro...vorrei solo la possibilità di rimediare''
''Se davvero la desidera, credo che dovrebbe lasciargli ora il tempo necessario per riflettere''
Merlin gli mise una mano sulla spalla dispiaciuto e si diresse verso Arthur. Fu di nuovo bloccato dalla voce della donna:
''Come ti chiami? ''
''Merlin''
''Merlin...tu forse conosci Arthur meglio di me...cerca di parlargli''
Il moro sapeva che ciò che gli stava per dire era un'enorme bugia. La sua posizione gli consentiva di interessarsi e di aiutarlo, ma non di forzarlo. Sapeva bene che ora doveva solo stargli vicino e ascoltarlo.
''Tenterò''
''Vorrei almeno conoscere qualcosa sulla sua vita...io...''
''Cerchi di dargli tempo...''
''Grazie...grazie per averlo amato...grazie per averlo riportato sulla via che io non sono stata in grado di indicargli''
Il moro annuì, si voltò e proseguì la sua corsa verso il biondo.
-
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''Arthur...aspetta! ''
Il biondo, come se fosse sordo, continuò la sua camminata veloce addentrandosi nel giardino. Merlin dietro di lui che arrancava.
''ARTHUR! ''
Nessuna risposta.
Il biondo si bloccò di fronte ad uno scorcio dove era possibile godere di un bel paesaggio. Merlin lo raggiunse e poggiò le mani sulle ginocchia per la fatica che aveva appena fatto. Il biondo scosso dagli ansiti forti si voltò verso Merlin.
''Cazzo quanto corri! ''
Il biondo guardando la figura del suo ragazzo affaticato, nonostante la tensione, la rabbia e il dolore gli scappò un sorriso.
''Dopo stanotte ti lamenti di una corsa? '' ammiccò
Il moro si avvicinò ad Arthur posandogli una mano sulla guancia. Il biondo sospirò e chiudendo gli occhi, cercò di godersi la carezza...la sola che ora desiderava. Lo guardò con gli occhi impauriti, frustrati...come se fosse sul punto di esplodere. Girò la testa verso il palmo e con le labbra vi lasciò sopra dei piccoli baci...poi crollò. Si gettò fra le braccia di Merlin come una furia, stringendolo forte a sè. Le sue lacrime andarono a bagnare la camicia del moro.
''Arthur...''
''Io non capisco...non riesco a capire come si può essere tanto egoisti da abbandonare due figli''
''Vorrei poter rispondere a questo dubbio...ma francamente non lo capisco neanche io''
Merlin continuava ad accarezzare la nuca del biondo sentendo pian piano i nervi di quest'ultimo distendersi.
''Non mi lasciare''
''Non ti lascerò mai più Arthur...appartengo a te''
''Sempre''
''Sempre''

-

-

Alcontrario di Arthur, Morgana abbracciò calorosamente la madre. Non avevacomunque la stessa situazione. Lei era sola, Arthur aveva Merlin con sé. Dopoil funerale Arthur si ritirò in silenzio ignorando perfino Merlin. Il moroaccettò la sua decisione di voler restare solo, di voler rielaborare i fattiaccaduti.
Erano passate due ore da quando Arthur era entrato nellastanza della sua camera dichiarando di voler restare solo. Merlin rimase fuoridalla porta per un po' e su quel pavimento di marmo, con la schiena appoggiataal muro si addormentò.
Fu il rumore della porta a fargli aprire gli occhilentamente. Arthur in piedi di fronte a lui che lo fissava dall'alto. Il morogirò leggermente la testa e le sue iridi incontrarono le sue. Un brivido. Erabellissimo perfino così devastato. I capelli scomposti facevano pensare cheanche lui si fosse addormentato nel suo letto.
Le luci del lampadario di cristallo costrinsero il moro astropicciarsi gli occhi.
Il biondo si abbassò fino ad appoggiare le ginocchia sulpavimento freddo e con la sua mano gli sfiorò delicatamente lo zigomo.
''Sei rimasto qua tutto questo tempo? ''
Merlin annuì ancora scosso dal pavimento freddo sotto il suosedere indolenzito.
''Sono passate un bel po' di ore''
''Non volevo che ti sentissi solo ''
Arthur sorrise e si mise accanto a lui, sbattendo la testasulla parete. Attimi di silenzio.
''Merlin...''
''Sì? ''
''Sei sicuro? ''
''Di cosa? ''
''Di volermi stare accanto nonostante tutto ciò che sono ''
''E che cosa saresti? ''
''Un incapace che non riesce ad affermare la sua posizione.Uno che non ha esperienza nel campo dell'amore, che sbaglierà mille voltecadendo in delle piccolezze...sono uno che nonostante sta scoprendo un sentimentoimportante ha permesso che il suo ragazzo dormisse sul pavimento di marmo,anziché nel suo letto...tutto questo solo perché non riesce a credere ancora diaver qualcosa di così importante tra le mani...solo perché gli basta isolarsi epoi varcare di nuovo la porta per essere felice. Essere felice nonostantetutto...felice di vedere che c'è l'amore della sua vita ad aspettarlo fuori''
''Arthur...ti chiedo solo di non mettere in dubbio ciò cheprovo io per te...ti ho aspettato anche quando mi hai messo le mani al collo, quandosei sparito dopo aver dormito a casa mia. Ti ho aspettato tutta la vita. Iocontinuerò ad aspettarti, perché al contrario di quello che tu possa pensare,tu per me vali la pena''
''Dopo tutto quello che ti ho fatto passare addossandoticolpe del mio passato, rinnegandoti, ascoltando il mio stupido orgoglio...sentodi non meritarti. Non merito così tanto''
''Sei tornato. Sei qua. Ho sbagliato anche io...con i mieipregiudizi. Mi sento un po' in un libro di Jane Austen...Io Elizabeth e tu Darcy.Orgoglio e pregiudizio''
Arthur sorrise lievemente.
''Sei sicuro? ''
''Sono sicuro di amarti...di voler affrontare tutto accanto ate ''
''Posso chiederti una cosa? ''
''Sì ''
''Cosa ho di così speciale? Se fossi stato così speciale, semia madre mi avesse guardato attraverso i tuoi occhi, non mi avrebbeabbandonato sai? ''
''Non so cosa sia passato nella testa di tua madre...so soloche tutto ciò che sei, mi fa innamorare ogni giorno di più. Mi fa sentire partedi una medaglia, io solo una faccia sola, l'altra assomiglia terribilmente allatua persona. Il tuo modo di essere, di dubitare di te stesso nonostanteall'apparenza sembri la persona più forte di questo mondo...tu Arthur ''
''Merlin...''
''Ho paura quando dubiti di tutto''
''Mai di te ''
''Non voglio che dubiti di te...di ciò che provi''
''Ho solo una certezza adesso...tu''
Il moro sorrise.
''Posso tenerti con me? ''
Il biondo dopo averlo chiesto, si avvicinò alle labbradell'altro. Le sfiorò per poi aggrapparcisi con tutta la forza in corpo. Ilsapore salato delle sue lacrime. Il moro lo tirò a sé...quando il respiro iniziòa mancare, Merlin si staccò lentamente...il suo labbro ancora tra i denti diArthur.
''Non hai risposto ''
''Sì''
Il biondo si alzò in piedi tendendogli la mano. Il moro laafferrò e si stiracchiò.
''Pronto? ''
''Per cosa? ''
''Una vita insieme...sopportarmi, sopportare le miepaure...sopport...''
''Pronto''
Il biondo lo strinse a sé. Una vita davanti a loro...milledifficoltà che avrebbero dovuto affrontare insieme. Insieme...contava solo questo.    

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