FLASHBACK

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Si incamminarono lungo quella via che avevano percorso tante volte nei tempi d'oro. Arrivati all'incrocio una macchina svoltò bruscamente sgommando a pochi centimetri da loro. Virginia si spaventò.

M - hey, tutto bene?
V - sì, non é niente
M - immagino ti ricordi...
V - già
M - guarda te sti cretini, e ancora non é notte, qui fanno le gare clandestine

Arrivarono al parco e si sedettero su una panchina

M - quante volte ci siamo seduti qui
V - é sempre un bel posto
M - e quando andavamo in giro, che te non volevi incontrare nessuno che conoscessi
V - non é più così sai, anzi adesso mi farebbe piacere
M - ah, vedi che si cambia
V - tu sei ancora amico di quei due?
M - mah, non saprei, definirli amici é un bell'azzardo, ultimamente mi sembra che gli amici non esistano o se ci sono si contano su mezza mano
V - quello é vero

Altri momenti di silenzio, poi Marco se ne uscì con una domanda impertinente e diretta senza pensarci troppo

M - hai trovato qualcuno?
V - per qualcuno cosa intendi?
M - un fidanzato
V - no... Te?
M - no no, non sono omosessuale, no scherzo... Comunque no
V - pensavo
M - cosa?
V - che lo fossi, ahah
M - guarda, il dubbio é venuto anche a me qualche volta, ma poi mi rendo conto di quanto mi piacciano le ragazze e...
V - e allora perché non ti fai avanti?
M - in che senso?
V - ci avrai provato con qualcuna?
M - ah sì, una volta sì, ma non é andata bene
V - e riprovaci
M - eh, non é facile
V - io comunque sto benissimo così
M - non lo metto in dubbio, ma questo Fabio?
V - come fai a conoscerlo?
M - mi ha tenuto aggiornato sulle tue condizioni, posso dire che sia stato lui a spingermi a venire in ospedale
V - che carino, ha anche organizzato la visita collettiva dei miei ex compagni, almeno cosí mi ha raccontato mia madre
M - sì mi sembra uno intelligente

Nonostante tutto riuscivano a parlarsi con una certa intesa, come se non fosse passato poi così tanto tempo

V - ah già, cosa ti avrebbe detto mia madre?
M - speravo te ne dimenticassi... Se non te lo dicessi insisteresti ancora fino all'esaurimento?
V - certo, ricordi bene
M - come quella volta che mi obbligasti a cantare
V - dai dai, dimmi
M - bene, qui però si torna alle questioni mai chiarite
V - non c'è problema
M - allora, sostanzialmente mi ha rivelato che quella volta che io ti mandai l'ultimo messaggio... No dunque tu mi avevi mandato un messaggio che io non ho mai letto... Perché tua madre lo cancellò... E io non lo sapevo ma... Ma tu sì, certo, lo sai bene
V - sì é vero
M - allora non c'è nulla che non sai, che stupido
V - però prima che ti ha detto
M - ma niente, solo che desiderava ci rincontrassimo prima o poi e quindi ha tenuto il mio numero
V - ah davvero?
M - e sì
V - ecco perché mi ha fatto cancellare quel messaggio, voleva che te mi chiamassi
M - esatto
V - e perché non l'hai fatto? Se ti fosse importato davvero non avresti esitato
M - ma se... Hai ragione, questa é un'altra delle cose che non rifarei
V - mi scrissi cose piuttosto cattive
M - lo so, ma sai benissimo che non le pensavo, erano solo un modo per sfogarmi
V - non pensavi che non mi sarei mai messa con nessuno? Eppure avevi ragione
M - anche quello tel'ho detto per rabbia... Anche se un po' lo credevo

Silenzio

M - Sai, mi sono sempre chiesto perché avessimo litigato e forse ora sono arrivato ad una conclusione
V - sarebbe?
M - tutto é cominciato quando ho notato che tu facevi l'indifferente. La chiamavo indifferenza ma in realtà sarebbe più corretto dire che ti sentivo lontana, distaccata. Avrei dovuto chiamarti per chiederti se ci fosse qualcosa che non andava, se c'era qualche problema, ma non lo feci. Al contrario cercai conferme della tua indifferenza nelle caratteristiche del tuo segno zodiacale, che cosa stupida. Il fatto é che le trovai e quindi ti linkai quei siti come primo attacco. Dopodiché però tu ti arrabbiasti, ma non solo per questo. Mi dissi che era da tanto tempo che non ti piaceva il mio atteggiamento, che c'erano delle cose che non andavano. Quindi effettivamente c'era già qualche problema a monte, prima che ti scrivessi quelle cavolate, ma appunto non ti chiamai.
Poi però la discussione é sbandata, abbiamo preso a litigare per ogni cosa, su ogni parola. So solo che quella notte non ho dormito, ho pianto, perché sapevo che quella non sarebbe stata la solita litigata ma l'ultima. Non lo dissi subito ai miei, presi tempo e mi ricordo che circa una settimana dopo, per la prima ed unica volta, a tavola, incominciai dicendo "é ora che vi dica una cosa". Quindi spiegai cosa era successo. Loro erano dispiaciuti ma non troppo, forse non credevano che non ci saremmo davvero mai più parlati.
Detto questo però te lo chiedo ora: quale era il problema? Perché ti sei allontanata? Cosa ti ho fatto?

Lei non disse niente

M - no sul serio, Virginia, te lo sto chiedendo. Tanto ora non conta piú nulla, non mi interessa nient'altro. Non ho un secondo fine, voglio solo capire la verità
V - non mi hai mai chiamata per nome
M - lo so, non é da me, quindi puoi capire quanto ci tenga
V - una serie di cose, non andavamo d'accordo, non mi ricordo neanche più esattamente ma tanto é acqua passata
M - non ti ricordi perché ce l'avessi con me? Allora non doveva essere poi così grave
V - e va bene, vuoi saperlo davvero?
M - sì, certo
V - beh, diciamo che Rodolfo aveva ragione
M - Rodolfo? Ragione su cosa? Oh no
V - già
M - aspetta un attimo...

Prese il telefono

AL DI LÀ DEL CUORE (una storia vera, la mia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora