3° Capitolo: Never to thank a murderer .

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Firenze . In un bar del centro.

23 Dicembre 2010. Ore 7:30

“Benvenuti al telegiornale delle ore 7:30. Qui è Jessica Colombi che vi dà le informazioni della giornata di ieri: notizie giunte solo questa mattina. Un uomo di 51 anni trovato morto a Roma: si presume, dal taglio, che sia stato ucciso con un coltello di media grandezza, con un’incisione unica. Il corpo verrà esaminato per trovare nuovi riscontri ed eventuali tracce di DNA lasciate dall’assassino. I primi elementi conducono al figlio di diciassette anni, Frederick Buston. Ora comparirà in sovra impressione una foto del ragazzo. Chiunque lo abbia visto oppure ha informazioni riguardo i suoi movimenti chiami al numero che ora comparirà in basso a destra del vostro televisore. Grazie per l’att…. “.

-Come si poteva intuire, hanno subito dedotto che l’assassino fossi io. Adesso che sono in giro per Firenze devo stare attento a non farmi riconoscere … – disse mentalmente a se stesso il ragazzo.

Uscì velocemente dal bar, lasciando i soldi del caffè sul bancone, prima che il barista si girasse e lo riconoscesse. Stette fino alle 16 circa disteso in un letto sfatto trovato in una casa abbandonata appena fuori Firenze. Aveva capito che c’era solo un modo per nascondersi: avere qualcosa che copriva il suo volto. In casa, prima di uscire e prendere la macchina del suo defunto padre, aveva preso una maschera acquistata molti anni prima ad un mercatino dell’usato. Era in porcellana e rappresentava un volto maschile in età adulta, con delle leggere linee rosse che partivano dalle inesistenti palpebre.

Era l’unico modo per non farsi riconoscere. Sì, sicuramente la gente avrebbe pensato che fosse un pazzo, ma mai che fosse un pazzo...omicida!

Interruppe la sua passeggiata quando si ritrovò di fronte al Battistero di San Giovanni. Una struttura ottagonale con una cupola nascosta da un attico, sormontato da un tetto. In cima era posta una punta, chiamata ‘Lanterna’. Questa struttura, secondo il suo modesto parere, rappresentava molto bene l’animo umano. Anche noi , come quel Battistero, abbiamo un male interiore ( la cupola), nascosto magnificamente da una maschera, rappresentato, nel caso del Battistero, dal tetto.

Anche lui nascondeva il suo male dietro ad una maschera, tuttavia, a differenza delle maschere immaginarie ed emozionali della gente comune, egli nascondeva tutto dietro ad una maschera reale, tangibile.

Il cielo aveva , nel frattempo , acquisito un colorito vermiglio e molto forte. La città aveva cominciato a brulicare ancora di più di gente, persone che sicuramente stavano tornando dal lavoro.

Il ragazzo pensò a quanto fosse strana tutta quella gente. Perché fare un lavoro che forse non ti piace, non ti appaga e che ti rende tutto così pesante? Bene, lui non aveva un lavoro, anche perché aveva un budget che gli permetteva di vivere senza lavoro … Semplicemente però, tale pensiero lo offuscò e lo scacciò , perché l’unica cosa che adesso appagava il suo animo distrutto ormai da molto tempo, era diventato uccidere.

Un uomo sulla settantina gli diede una spallata non intenzionalmente.

-Oh scusi non lo fatto apposta … - disse, mentre cadeva a terra con un coltello nella schiena.

-Non si preoccupi, è colpa mia - sorrise mentre lo guardò un po’ con disprezzo.

Segnò una X sul suo volto e dopo , Frederick , si allontanò dal posto.

Tutta una schiera di persone preoccupate e urlanti si piegarono sul corpo esanime dell’uomo e Frederick pensò , “Guardali, sembrano un gregge di pecore. Poveri stolti”. Non capiva bene il perché, ma dopo l’uccisione di quell’uomo si sentiva più felice ed enormemente soddisfatto. Capiva che con il primo omicidio familiare, non aveva ricevuto che solo una minima fama, ma con questo omicidio in città, tutto sarebbe cambiato! Forse attraverso questo gesto voleva dare inizio ad una rivoluzione, dove il capo era un “diavolo con una faccia inespressiva”, ovvero lui .

The philosphy of destruction .Where stories live. Discover now