Capitolo 8 - Lite

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Raggiungo Cesare.
"Ma ti sembra il caso, vorresti spiegarmi perché mi hai seguita?" sono su tutte le furie.
"Perché da quando vivi con me sei sotto la mia responsabilità." lo guardo stranita.
"Ma quale responsabilità Cesare, vuoi solo farti i fatti miei."
"Lo faccio per te."
"Non dirmi che mi hai seguita altre volte."
"No." mi guarda serio.
"E allora perché ora lo hai fatto?"
"Perché sì." PERCHÈ SI?
"Ma hai tre anni Cesare? Ma riprenditi per favore."
"Andiamo a casa forza."
Seguo Cesare incazzata come mai nella mia vita.
Salutiamo tutti e prendiamo Chewbe.
Rivolgo un veloce sguardo a Dario per poi salire in macchina.
Cesare mette in moto e parte. Mi devo sfogare.
"Ti sembra giusto quello che hai fatto? Mi hai fatto fare una figura di merda." Lo guardo con disprezzo mentre guida.
"Da quando ti preoccupi delle figure che fai con Dario? Ah già da quando ti apparti con lui per farci lingua in bocca e altro probabilmente." alza la voce.
"Prima cosa, la lingua la infilo nella bocca di chi mi pare e piace. Sopratutto se ci tengo. Seconda cosa non ci ho mai fatto altro. Terza cosa, non sono cazzi tuoi." ribatto incazzata.
"Adesso mi stai dicendo che ci tieni anche? Davvero? Ti sei innamorata in ventiquattrore?" ridacchia falsamente.
"Ho una cotta per lui da un anno o più Cesare." sospiro.
"Pensi che cambi qualcosa? E poi se fosse stato così me lo avresti detto. Mi hai sempre detto tutto e ora scopro che mi nascondi una storia con Dario, se cosi si può chiamare? Anzi, io la definirei una presa in giro."
"COSA TE NE FREGA?" Alzo ancora la voce.
"Sei mia sorella. Non voglio che tu esca con Dario e basta." sospira.
"Mi dispiace, è la mia vita. NON LA TUA."
Per tutto il viaggio stiamo in silenzio.
Tornati a casa ogni uno entra nella sua stanza. Passiamo tutto il resto della giornata da soli, senza un minimo di contatto. Quando arriva ora di cena vado a prendermi una pizza d'asporto e la mangio in camera.
Io e Cesare non ci siamo detti neanche una parola e io non intendo farlo ancora per molto.
Non sono una bambina, è la mia vita e lui deve capirlo.
Vado a dormire con l'amaro in gola, per fortuna Chewbe è con qui con me.

Suona la sveglia.
Mi alzo assonata e inizio a preparami. Indosso un paio di jeans, una magliatta della levi's e un paio di converse. Faccio una colazione veloce guarnendo una fetta biscottata con della marmellata di fragole. Vedo Cesare che dorme sul divano.
"A dopo, ti voglio bene." dico consapevole del fatto che dorme e non mi sente.
Mi chiudo la porta alle spalle e mi dirigo verso la scuola.
Raggiungo la scuola, prima ora topografia, esulto.
Entro in classe e mi siedo vicino a Sara.
Le ore passano in fretta. Durante l'intervallo mi chiudo in bagno a fumare. Ho il morale a terra per la discussione con Cesare. Poco prima che suoni la campana salgo al piano Ragionieri e saluto le mie amiche, dopodiché ritorno in classe.
Passano le restanti tre ore.
Torno a casa, Cesare non c'è, Chewbe neanche.
Mi preparo un piatto un panino al volo, non faccio in tempo a mangiarlo, suona il campanello.

Photography // Space Valley [N.P]Where stories live. Discover now