Sono passate tre settimane da quel terribile episodio, tante cose sono tornate alla normalità come il mio rientro a lavoro e la mia ormai dedizione al concorso imminente, le mie abboffate con Silvia, Yukino, Lara e Michele al McDonald.
Da quando tutto è tornato alla "normalità", ho cominciato ad andare più spesso dal ginecologo, ho iniziato a seguire i suoi consigli.
Claudio ha provato tante volte a contattarmi, ma io l'ho sempre ignorato.
C'è una parte di me che non riesce a non rimproverarlo, non riesce a condividere con lui quello che è successo; sono in laboratorio un mercoledì mattina quando sento dei passi alle mie spalle, alzo gli occhi dal computer e lo vedo sulla soglia dello studio, gli volto di nuovo le spalle e osservando il monitor gli chiedo se abbia bisogno di qualcosa.
"Quando affrontiamo insieme quello che ci è successo, Alice?" mi chiede quasi in un sussurro.
"Non c'è niente da dire." rispondo prendendo il referto di un uomo morto per asfissia probabilmente.
"Io ne ho bisogno, invece, ti prego." lascio perdere il referto e rivolgo uno sguardo di sbieco a Claudio.
"Io non ho niente da dire." sussurro a mia volta.
"Lo so. Non parli quasi più. Sono tre settimane che parli il minimo indispensabile, studi come una matta, hai la testa sempre china sui libri, hai ripreso a mangiare male." scrolla le spalle "Mi eviti. Cosa devo pensare?"
Sospiro "Che non hai nessun diritto su di me né di spiarmi." rispondo spegnendo il computer.
"Io non ti stavo spiando."
"Ah no?" ribatto contrariata rifuggendo il suo sguardo.
"Sono preoccupato per te, Alice. Sei dimagrita. Hai delle occhiaie evidentissime. Sei pallida. Cosa dovrei pensare?"
"Che devi farti gli affari tuoi!" ribatto nuovamente seccata.
"E poi eviti il mio sguardo!" prosegue ignorando le mie lapidarie risposte "Perché non mi guardi più? Ti faccio così orrore?"
"No." rispondo alzandomi dalla sedia e facendo per afferrare il referto, ma questo viene afferrato più in fretta da Claudio e io nel vano tentativo di impedirgli di prenderlo, mi volto e ci troviamo occhi negli occhi. Vederlo in viso mi fa male, abbasso subito gli occhi e mi allontano, ma Claudio mi ferma.
"Hai visto che avevo ragione io." constata tristemente.
"Ti prego, Claudio, lasciami." supplico nel vano tentativo di divincolarmi dalla sua presa che seppur non ferrea mi impedisce di divincolarmi.
"Tu guardami e dimmi perché." replica ancora non spostandosi né allentando la presa sulle mie braccia.
"Non ci riesco, mi fa troppo male vederti." confesso a mezza voce.
"Ti faccio davvero così male?"
Annuisco chiudendo gli occhi "Ti prego." lo imploro a mezza voce "Lasciami in pace."
Lentamente la stretta si allenta fino a che non svanisce del tutto, lo sento poi allontanarsi. Mi rendo conto solo quando riapro gli occhi che il mio respiro è affannoso e il battito del mio cuore è accelerato.La sera stessa chiamo nonna. Ho bisogno della sua voce, ho bisogno di sapere che qualcuno a me caro mi ascolti senza giudicarmi, senza definirmi esagerata o monitorare i miei movimenti e le mie azioni come ha fatto Claudio.
"Nonna, io... sto male." confesso finalmente ad alta voce.
"Lo so, tesoro mio, quello che hai dovuto vivere è stato straziante e nessuno può capirti fino in fondo a meno che non l'abbia provato sulla propria pelle."
"Nonna, io sto male anche solo nel vedere Claudio." le confesso "Una parte di me sa che lui non ha nulla a che vedere con ciò che è successo, ma un'altra parte lo incolpa per tutto lo stress che mi ha provocato. Lo odio e lo vorrei con me al tempo stesso. Sto impazzendo, nonna?" le chiedo con voce tremante.
"No, tesoro mio. Quello che è successo è un atto che non dovrebbe mai accadere e che nessuna donna mai dovrebbe provare. Ognuna so che reagisce a modo proprio: chi piange, chi si dedica poi solo al lavoro e chi colpevolizza qualcun altro nel vano tentativo di dare un senso a quello che è successo. Il senso in tutta questa brutta faccenda non c'è, tesoro mio. La colpa non è tua. La colpa non è del tuo dottore. Non è di nessuno. Sai cosa devi fare? Devi piangere. Piangi con lui, tesoro mio. Vi sentirete meglio e sono sicura che vi ritrovereste."
"Grazie, nonna." dico cercando di controllare il tono della voce "Grazie di avermi parlato e di avermi consigliato francamente. Non so se e quando riuscirò a farlo, ma... spero di farlo."
"Ci riuscirai. Vuoi per caso tornare un po' qui? Magari ti rilassi e ti distrai un po'." propone nonna.
"Purtroppo non posso, devo prepararmi per questo concorso e... poi non ho voglia di andarmene in giro, scusami..."
"Non preoccuparti, bella di nonna. Allora ti saluto, vado a giocare a carte a casa di Elvira."
"Va bene, salutamela."
"Lo farò, ciao tesoro mio."
"Ciao, nonna. Ti voglio bene."

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L'Allieva... 2
FanfictionIl capitolo precedente si è concluso con Alice ancora una volta incerta sul suo futuro, sia come futuro medico legale sia circa le sue travagliate vicende sentimentali con il dottor Claudio Conforti. Riuscirà a fare finalmente un po' di chiarezza s...