16. Un duello degno di un Principe

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Era un glaciale sabato mattina, le lezioni -come di consueto- non si sarebbero tenute quel giorno.
Severus si svegliò con calma, senza alcun tipo di fretta, lasciandosi scivolare di dosso qualsivoglia tipo di ansia e irrequietezza. Per via del freddo, decise d'indossare la divisa per il fine settimana, tutta lustra e profumata, portandosi appresso anche la calda sciarpa con i colori di Serpeverde e il pesante mantello nero in lana, riponendo la bacchetta nella fondina accanto la cintura. Appena uscito dal dormitorio si accorse della strana luce che filtrava dalle finestre, solitamente di un verdognolo scuro: sembrava più chiara ma sicuramente meno luminosa, come se un leggero lenzuolo si fosse posato sul Lago Nero. Dopo aver scrutato minuziosamente quello strano fenomeno, Severus obbedì al suo stomaco in protesta e si diresse verso la Sala Grande per la colazione. Non appena riemerso dai sotterranei, dopo un numero cospicuo di gradini percorsi, Severus si accostò ad una finestra riuscendo a dare una riposta alla strana luce presente nella sala comune: le colline boscose appena fuori Hogwarts erano ricoperte da un manto candido di neve, anche il Lago Nero, ed enormi e soffici fiocchi tempestavano fitti. A quella vista non riuscì a reprimere uno spontaneo e genuino sorriso. La neve gli era sempre piaciuta e, per la prima volta nella sua vita, la osservava dalle vetrate del castello di Hagwarts. Davvero non poteva chiedere di più.

Severus era quasi arrivato al portone della Sala Grande quando vide Lily dirigersi verso la sua stessa direzione: camminava lentamente, vestita con un grande e caldo maglione, i capelli, mossi e fiammeggianti, le cadevano delicatamente sulle spalle; la pelle era candida come la neve che si stava posando sulle colline di Hogwarts e i suoi soliti verdi occhi profondi come un dolce abisso. Si stava stiracchiando, anche lei probabilmente si era appena destata da un sonno profondo:
-"Buongiorno Sev!" sbadigliò distrattamente "Scusami, ti ho sbadigliato in faccia!".
Severus sorrise, incapace di reprimere il rossore che gli infiammava le guance.
-"Non ti preoccupare, buongiorno anche a te! Facciamo colazione? La Sala è quasi vuota, molti stanno ancora dormendo e altri sono già fuori nel parco... A proposito, hai visto che spettacolo là fuori?"
-"Oh Sev, l'ho notato eccome... Mai avevo visto un panorama più bello, poi immagina dall'alto della torre di Grifondoro..." entrambi s'incamminarono verso un tavolo per fare colazione "Dopo ti andrebbe di fare un giro fuori?" si sedettero uno accanto all'altro, Severus lasciò che Lily si accomodasse quanto più vicino all'enorme camino in pietra che scaldava la sala con massicci tronchi ardenti.
-"Certo, ne sarei lieto!".

Consumarono la colazione in totale tranquillità, serenamente e servendosi delle calde e fumeggianti prelibatezze che solo le cucine di Hogwarts potevano offrire, conversando su un libro di Storia della Magia che avevano trovato in biblioteca:
-"... è per questo che funzionano, grazie all'etimologia in latino dell'incantesimo assemblata ad un corretto movimento che descriva in modo astratto, e figurato allo stesso tempo, il significato della parola stessa" stata spiegando Severus. A stento riusciva a seguire il gilo del discorso: lo sguardo di Lily era completamente perso a scandagliare ogni centimetro del suo volto. Aveva addirittura socchiuso le labbra; lo faceva spesso quando Severus le spiegava qualcosa e rimanere concentrati era sempre troppo, estremamente difficile. "Quindi credo che possano esistere migliaia di altri incantesimi per fare ogni tipo di cosa, basta solo invent-" Severus venne interrotto da una fastidiosa voce gracidante.
-"Ehi Piton, ancora ad ingozzarti con il bacon? Cos'è, una colazione romantica?!" James avanzava baldanzoso con accanto Sirius che si pavoneggiava più di lui, scattando la testa di tanto in tanto per spostare i lunghi capelli che cadevano scomposti e ribelli sul suo volto. Erano seguiti da due ragazzi, uno abbastanza alto, dall'aspetto mansueto e pacifico con i capelli leggermente striati di grigio, l'altro -che Severus riconobbe subito dopo averlo visto alla cerimonia dello smistamento- con un andatura goffa, ricurva mentre manteneva lo sguardo fisso su Black.  "Bella giornata eh?! A proposito, sono proprio belle le piume del tuo pollo, peccato non averne prese di più...".
Severus non riuscì a metabolizzare le atrocità appena pronunciate dal viscido James, quando quest'ultimo, insieme a Sirius, estrasse dal sottoveste una lunga piuma grigia striata di nero. Severus si fece livido in faccia, sentì venire meno le forze e bruciare di odio le tempie.
-"Bhuidhe" sussurrò terrorizzato. Ammetterlo a se stesso fu più difficile di quanto potesse realmente immaginare, l'idea che qualcuno avesse fatto del male a Bhuidhe lo prosciugò di ogni freno inibitore. Scattò in piedi e iniziò a correre fuori dalla sala mentre si allacciava il mantello, non poteva permettersi di indugiare ancora: se Bhuidhe era ferita aveva bisogno di lui. Una disperata e vitale necessità che qualcuno si prendesse cura di lei.
-"SEV!" Lily si alzò in piedi e folgorò con lo sguardo James "Sei proprio un idiota, Potter! SEV!!" iniziò a rincorrerlo mentre alle sue spalle James e Sirius ridevano di gusto.
Non appena fuori dal castello, Severus proseguì più in fretta possibile nonostante i numerosissimi centimetri di neve a terra: gli arrivava oltre il ginocchio. Il vento sibilava forte scompigliandogli i folti capelli corvini, i fiocchi di neve si posavano con violenza sul suo volto, talvolta frustandolo con violenza sugli occhi.
La frenetica corsa ebbe fine poco dopo, quando il giovane mago fu costretto a proseguire a carponi lungo la collinetta per raggiungere la guferia; alle sue spalle Lily continuava a chiamarlo preoccupata. Severus non voleva e non riusciva a fermarsi: l'idea che Potter e Black avessero fatto del male alla sua Bhuidhe, più di quanto potesse immaginare, gli fece girare la testa. Tuttavia non voleva nemmeno lasciare Lily da sola nella tormenta di neve, quindi fermò, a pochi passi dalla guferia:
-"Lily dai, fai presto!!" 
-"Arrivo Sev, è diffcile..." ansimò esausta, arrancando lungo la ripida collinetta.
-"Ecco, aggrappati..." Severus le tese la mano e, una volta afferrata la sua, la tirò a sé con tutte le forze che aveva in corpo "Andiamo!".
Spalancò la porta il legno della torre; tutti i gufi appollaiati sui loro trespoli sobbalzarono, meno una... Bhuidhe aveva la testa china sotto l'ala sinistra che le calava sul fianco: fischiava atrocemente. Quei guaiti dolorosi erano davvero insopportabili; doveva davvero soffrire tanto. Severus le si avvicinò cautamente ma lei lo beccò sulla mano, facendolo sanguinare, Lily osservò attonita la scena:
-"No, Bhuidhe, sono io, sono io... Stai calma, sono qui" ci mise un paio di minuti prima di riuscire ad avvicinarsi, allora l'allocco stese il collo sulla sua spalla posando l'ala rotta sul braccio destro di Severus. 
"Cosa ti hanno fatto quei mostri? Shh, calma, non è niente... sono qui, ora, non ti faranno mai più del male".
-"S-sev..." la voce di Lily tremava non per il freddo, ma per il dispiacere "Credo che Hagrid possa curarla, non credi?" 
-"Sì..." sussurrò piano, pensando bene la situazione e concludendo che -effettivamente- Hagrid era il solo e unico a poterla curare come si doveva "Sì hai ragione, andiamo da Hagrid" Severus circondò con le braccia Bhuidhe, che soffiava e fischiava dal dolore, e la coprì con la calda sciarpa, poi la prese in braccio.
Discesero la collina con prudenza, evitando di scivolare e di causare ulteriori problemi e dolori alla cara Bhuidhe. L'enorme allocco riposava sicuro tra le sue braccia, ma i fischi si erano fatti più intensi ora che, stringendola per non farla cadere, le sue ali erano compresse tra le sue braccia. Bussarono forte ed insistentemente alla capanna di Hagrid; quando la porta si aprì il cucciolo di danese dalla testa enorme iniziò ad abbaiare gioioso:
-"Ciao ragazzi! Che succede?" chiese Hagrid accigliato appena vide le loro facce sconvolte.
-"Hagrid, non te lo chiederei se non fosse necessario: ho bisogno del tuo aiuto... Bhuidhe ha bisogno del tuo aiuto!".
Il grosso omone squadrò l'allocco con pietà e li fece accomodare nella sua capanna senza nemmeno pensarci sopra. Prese Bhuidhe con dolcezza dalle braccia di Severus e la posò sul tavolo; il camino riscaldava la grossa capanna, mentre un enorme paiolo bolliva sopra le fiamme.
-"Che cos'ha?" chiese Severus preoccupato, anche se sapeva già la risposta.
-"Eh Severus, credo che ha l'ala rotta. Nulla di grave, certo, però è un bel colpo!" borbottò Hagrid dispiaciuto, indaffarato a rimestare nelle ceste dei suoi attrezzi in cerca di chissà che cosa. Estrasse da una scarsella grossa come un melone una matassa di fili candidi.
Severus e Lily osservarono l'ossimoro: le enormi mani di Hagrid muoversi agilmente e delicatamente mentre curavano l'allocco. Severus si rasserenò a quella vista, si fidava di lui e delle sue competenze. Dopo lunghi minuti di attesa finì:
-"Ecco fatto! Una bella fasciatura con crini di unicorno, ovviamente dovrà stare ferma per un po'... Ti fidi a lasciarla qui?" chiese gentilmente, facendo scorrere le sue enormi dita sulla testolina di Bhuidhe; lei sembrava piuttosto tranquilla ora che la frattura era messa in sicurezza.
-"Non me lo devi nemmeno chiedere: certo che mi fido! Piuttosto spero di non recarti troppo disturbo lasciandotela..."
-"Ma che disturbo, ma figurati! Ci tengo che il tuo allocco guarisce! Ti chiamerò appena starà meglio!" Hagrid si voltò e ripose Bhuidhe sopra un cumulo di calde coperte, dentro una specie di amaca rotondeggiante: sembrava fatta apposta per lei.
-"Grazie mille, Hagrid!" concluse il giovane mago.
" Figurati! Ma dimmi un po'..." continuò Hagrid mentre riponeva un topo stecchito nella culla di Bhuidhe "come ha fatto a farsi male?".
Severus fino a quel momento non era riuscito a pensare a nient'altro se non a Bhuidhe, ma appena Hagrid pronunciò quelle parole un fuoco gli si accese in testa, bruciante di vendetta e rancore:
-"Potter e Black" sibilò ferocemente, stringendo io pugni a tal punto che le nocche gli si sbiancarono.
-"Come dici? Potter e Black? No loro non farebbero mai... Ehi ma dove stai andando?!" protestò Hagrid, senza mai effettivamente espondersi troppo.
A Severus interessava poco e niente di tutto in quel momento; Potter e Black la dovevano pagare cara. Spalancò la porta della capanna e iniziò a correre furioso verso il castello, lungo la collinetta gremita di studenti che si divertivano a giocare con la neve, risoluto a fare vendetta una volta per tutte. Lily lo rincorse a rotta di collo, richiamandolo ripetutamente.
Severus scrutò minuziosamente lo scenario davanti a lui: l'alta torre della presidenza si stagliava verso il cielo, la neve cadeva con meno vigore e gli studenti si colpivano con palle di neve, tutto sembrava troppo candido e tranquillo per lasciare spazio alla bile degli esseri umani, ma Potter e i suoi amichetti erano lì, distanti da lui di qualche decina di metri, sicuramente mostrati a lui per schernirlo e provocarlo ancora.
-"Siete dei maledetti! Fatevi avanti!" tuonò Severus puntando con decisione la bacchetta contro James.
Tutti i presenti nel parco si voltarono incuriositi dal suo gran vociare, si accalcarono in fretta l'uno sull'altro, formando un grande plebiscito in cerchio. Erano presenti anche Lucius Malfoy, Narcissa Black, Avery, Mulciber e Rosier che lo squadravano imperturbabilmente, cosa che -con sua grande sorpresa- gli conferì una sorta di sicurezza.
Il ragazzo dai capelli striati e Minus se ne stavano dietro James e Sirius, ma molto più vicini alla folla, invece Lily stava ancora correndo su per la collinetta, determinata a raggiungerlo a quanto pareva.
-"Eccolo! Finalmente ti sei fatto vivo Piton... Oho e ci punti pure la bacchetta addosso!" lo beffeggiò James, dopodiché sfilò velocemente la bacchetta da sotto la veste puntandogliela contro:
-"Impedimenta!" gridò, ma Severus, con un leggero mormorio, bloccò il colpo senza alcuna fatica. La folla si diradò un poco, lasciando maggior spazio al loro raggio di azione; Narcissa avanzò e le sue intenzioni sembravano tutte per interrompere il duello, ma Lucius la bloccò. Sirius spalancò la bocca scioccato, non era solito vedere il suo amichetto fallire; sbarrò gli occhi e il volto gli si deformò in un ghigno sprezzante:
-"Immobilus!" gridò, ma anche quella volta Severus bloccò il colpo con un minimo ed elegante gesto. Una vampata di puro e inarrestabile compiacimento lo pervase in ogni fibra del suo corpo. All'improvviso Lily si precipitò nel mezzo del duello cercando di sfoderare la bacchetta quando James le scagliò un incantesimo prima che potesse difendersi:
-"Tarantallegra!" .
Severus, istintivamente, le si gettò davanti riparandola dall'incantesimo e parò il colpo, ancora una volta. Non era difficile battersela se quello era lo sforzo massimo dei due ragazzi.
-"Come diavolo ti permetti..." sibilò Severus, completamente fuori di sé. Pronunciò un incantesimo nella sua mente, moderandone la potenza, quello stesso incantesimo che alcuni anni prima sua madre gli aveva proibito di usare: 'Everte Statim'. Fece vorticare agilmente la bacchetta in aria e colpì James che, con un buffo -e sicuramente doloroso- tonfo, cadde a terra come un sacco di patate: non se l'aspettava e si poteva benissimo leggerglielo negli occhi. Sirius, furioso, avanzò nella sua direzione levando in aria la bacchetta.
-"Impedimenta!" sussurrò Severus e Balck iniziò a muoversi lentamente perdendo l'equilibrio: cadde col muso in mezzo alla neve e grugnì dolorosamente. La folla tutt'intorno divenne sempre più rumorosa e fracassosa; tra i Serpeverde si erano formati cori energici a favore di Severus.
Lily impugnò la bacchetta, Severus le si fiondò davanti ed allargò il braccio sinistro per proteggerla col mantello, spingendola delicatamente indietro.
James si rialzò paonazzo e puntò la bacchetta contro di loro. Severus lo anticipò pronunciando 'Expelliarmus' nella sua mente. Con una maestria impeccabile e teatrale gli fece volare via di mano la bacchetta. Questa rotolò per qualche metro giù dalla collina e si fermò proprio davanti a Severus. James gli rivolse uno sguardo indecifrabile; un misto tra odio, rabbia e terrore. Il giovane mago osservò divertito la scena quando puntò la bacchetta contro l'inerme Sirius a terra. Sussurò 'Finite Incantatem' muovendo appena le labbra. Dopo qualche attimo Black si rialzò stordito ed imbarazzato; appena impugnò la bacchetta questa gli volò via dalle mani, finendo accanto a quella di James. Severus non gli riservò nessun trattamento speciale, lo detestava tanto quanto Potter e quindi meritava un'ulteriore umiliazione.
La folla era in preda al delirio, i Serpeverde si spintonavano per vedere meglio la scena; Mulciber, Avery e Rosier -stupiti e a bocca aperta- si strattonavano esaltati, tirandosi per le maniche della divisa. Severus scrutò James e Sirius, non proferì una sola parola, voleva assaporarsi i canti della vittoria, si crogiolava nel dolcissimo sapore della vittoria; le delizie supreme furono però le facce accigliate e attonite dei due bulli. Decisamente impagabili.
Si chinò lentamente, tendendo sempre fisso lo sguardo sui due per non perderli si vista -e schernirli ulteriormente- quindi raccolse le due bacchette studiandole attentamente. Dopo qualche momento le lanciò con riluttanza ai legittimi proprietari, lasciando che il suo volto si deformasse in un ghigno disgustato. Potter e Black le afferrarono, riponendole immediatamente sotto i mantelli fradici e sporchi di neve, infine gli rivolsero un'ultimo viscido sguardo poi girarono sui tacchi, senza proferire parola. Il ragazzo dai capelli striati e quello goffo li seguirono.
Esplose un boato, tutti i Serpeverde si accalcarono attorno a Severus, incuriositi e in adorazione; fiumi di domande e complimenti lo stordirono in un frastuono insopportabile; Mulciber, Avery e Rosier ne erano i portabandiera.
-"Ma come hai fatto? Non hai pronunciato nemmeno un incantesimo!"
-"Ti prego spiegami come hai fatto!"
-"Sei stato un grande, era ora che i Grifondoro ricevessero una lezioncina!" strillarono voci indistinte che provenivano dalla folla. Se il sapore della vittoria era stato dolce ed inebriante fino a quel momento, ora non lo era più. Severus odiava essere sotto i riflettori, al centro dell'attenzione. Non degnò la minima attenzione a nessuno dei presenti sostenitori; si voltò e si assicurò che Lily stesse bene. Era di lei che gli importava.
-"Vi prego di lasciarmi in pace" disse con fermezza; prese Lily per mano e si divincolarono tra la folla "Dopo! Dopo!".
Non appena riuscirono a scampare alla folla in delirio, si diressero al castello: Lily lo trascinò per molti piani finché non lo spinse in un angolo buio e deserto.
-"Sev, come hai fatto?" chiese lei, nei suoi occhi si accese una luce riverente.
-"È la pratica..."
-"Non avresti dovuto attaccarli" asserì lei, punzecchiandogli la spalla con l'indice; Severus tremò un poco per il contatto.
"Io non li ho attaccati, ho soltanto puntato la bacchetta. Loro hanno colpito per primi... James!!" rispose, incrociando le braccia, cercando di allontanarsi da lei.
Lily lo osservò curiosa.
-"Ma hai usato degli incantesimi potenti... "
-"Sì, ma quel Potter ti avrebbe colpita... Non potevo permetterglielo!"
Lily lo squadrò dalla testa ai piedi poi arrossì. Sentendosi scandagliare in quel modo Severus avvampò a sua volta.
-"Oh Sev... Grazie! Ma promettimi di non cacciarti più nei guai, anzi, sai cosa? Proverò a parlare con loro..." rispose dolcemente, sorridendo.
-"No, Lily, non lo fare, non c'è bisogno che tu intervenga. Potrebbero prendersela anche con te e non è proprio il caso. Credo che abbiano imparato la lezio-"
-"Mi duole terribilmente interrompere questo momento" disse una voce calma. 
Severus e Lily si girarono di scatto e videro Silente con le braccia dietro la schiena che li osservava.
-"B-buongiorno Preside..." risposero in coro.
-"Oh, è davvero un buon giorno! Signorina Evans, se non le dispiace vorrei scambiare due parole con il signor Piton nel mio ufficio, posso rubarglielo per un po'?"
-"Ah, ehm, sì... certo... Sev..." balbettò lei, osservandolo di sottecchi. A quelle parole Severus sentì sciogliersi come la neve al sole, qualcosa nella sua testa gli diceva che Silente era già al corrente del duello avuto con Potter e Black, ma non volle crederci per davvero.
Severus fissò Lily per qualche istante, alla ricerca di un briciolo di forza e coraggio che solo le sue meravigliose iridi verdi gli sapevano conferire; lei distese le labbra in un triste sorriso.
Seguì Silente lungo il corridoio; il preside avanzava lentamente e solennemente, con passo calmo. La veste color vinaccia svolazzava elegantemente strusciando lungo la fredda pietra; i dorati arabeschi decoravano finemente le cuciture, infine un buffo e morbido cappello squadrato posava sopra i lunghi argentei capelli, le braccia sempre conserte dietro la schiena. Era un mago eccentrico per la sua età -che Severus congetturò intorno ai novanta o cento anni-, misterioso tanto quanto docile; forse ne aveva passate così tante nella sua vita che la tranquillità della terza età gli spettava di diritto.
-"Sono davvero dispiaciuto di aver interrotto la sua conversazione con la signorina Evans; è una brava ragazza e molto in gamba. Ho sentito che eccelle in pozioni, come te d'altronde... Il professor Lumacorno è molto soddisfatto di vuoi due!" la sua soffice voce non aveva nulla a che fare con la quiete prima della tempesta, tuttavia Severus era ancora in ansia: quella volta l'aveva fatta grossa.
-"Sì, l-lei è m-molto brava, studia tantissimo e ha un talento che ho sempre ammirato m-molto!"
-"Non ricordavo che tu fossi balbuziente, o sei forse spaventato?".
Severus non rispose, chinò dispiaciuto la testa e si tormentò le mani; sentiva gli occhi di Silente addosso. Era certo che lo stesse studiando incuriosito attraverso i suoi occhiali a mezzaluna.
-"Ho visto dalla finestra del mio studio ciò che è successo poco fa nel parco... Non sono arrabbiato, vorrei solo scambiare due parole con lei, signor Piton".
Severus restò in silenzio, incapace d'immaginare cosa Silente gli volesse chiedere; arrivarono dinanzi a due enormi gargoyle in pietra:
-"Bignè al cioccolato" pronunciò Silente e le due massicce sculture in pietra si ritrassero aprendo un varco dietro di loro: una stretta e tortuosa scala elicoidale si sviluppava verso l'alto. Iniziarono a salire con calma e Severus udì dietro di sé i due gargoyle chiudere il passaggio: non era proprio il caso di pensarlo, ma ebbe l'impressione di essere in trappola. Arrivarono su un pianerottolo, Silente scostò lo spesso portone in legno per accedere al suo ufficio:
-"Permesso..."
-"Accomodati pure!".
Severus rimase incantato, spalancò la bocca dalla meraviglia: lo studio del Preside si sviluppava come un maestoso abside di una cattedrale gotica, due scalinate in pietra terminavano sotto un'ampia arcata a sesto acuto. Le pareti erano ricoperte di scaffali colmi di libri antichi colorati e rilegati in cuoio; qua e là per la stanza erano adagiati misteriosi marchingegni argentati, dal quale, di tanto in tanto, sbuffavano piccole nuvolette di vapore. Dopo aver osservato con stupore ogni singolo oggetto, l'attenzione di Severus fu catturata da una piccola creatura a lui sconosciuta, con piume che sfumavano dallo scarlatto all'arancione scuro. Il muso terminava con un aguzzo e lucente becco nero:
-"Ah sì, Fanny è una fenice, Severus, ne avevi mai vista una prima d'ora?"
-"No signore, è così... bella! E' molto piccola, l'ha presa da poco?" chiese Severus incuriosito. Erano assai rare le occasioni in cui si poteva osservare una fenice da vicino; non erano animali particolarmente socievoli, anzi, ma la cosa ancora più straordinaria era che Silente ne avesse addestrata una. 
-"A dir la verità no; è venuta a me tanti anni fa..." Silente lasciò in sospeso la frase, come se dovesse soppesare le parole appena dette "Fanny è così piccola perché è bruciata poche settimane fa!" concluse mentre osservava il giovane mago con curiosità. Per quanto le sue intense ore di studio lo avessero istruito dabbene sul ciclo vitale delle fenici, era strano e grottesco sentir dire 'è bruciata'.
-"Sì, bruciata! Ma vedi, Fanny, essendo una fenice, rinasce dalle sue ceneri" si avvicinò e accarezzò dolcemente l'animale "E' molto fedele"
-"Immagino, Signore" Severus sorrise guardando il piccolo animale strusciarsi in adorazione contro la mano del suo padrone. Così piccola e tenera, eppure poteva benissimo avere almeno un centinaio d'anni.
Silente si allontanò da Fanny e si mise a sedere dietro la sua scrivania, poi gli fece cenno di accomodarsi di fronte a lui. Severus si sedette su una comoda sedia in legno imbottita.
-"Allora... cos'è successo fra te, Potter e Black?"
Severus deglutì sonoramente, si sentì correre un gelido brivido giù per la schiena poi spiegò dettagliatamente l'accaduto, senza eccedere con epiteti troppo coloriti. Sperò con tutto il suo cuore in uno slancio di pura clemenza da parte del vecchio mago. 
-"Quindi sono stati loro ad attaccarti?"
-"Sì, ma ammetto di aver puntato per primo la bacchetta..."
-"Ti ringrazio per la sincerità. Effettivamente avevo già notato che tra voi erano nati dei dissapori, potrei agire in qualche modo-"
-"No Signore, non voglio dargliela vinta, se me lo permette..." lo interruppe sovrappensiero Severus "Mi scusi...".
Silente fece un cenno noncurante e rispose:
-"Capisco. Non desidero metterti in una posizione difficile, se hai intenzione di denunciare l'accaduto, puoi farlo!"
-"La ringrazio, ma Lily sta bene e Hagrid sta curando il mio allocco, mi è sufficiente. Non mi interessa in alcun modo la sorte di quei due..."
Silente annuì silenzioso, stava sicuramente pensando a qualcosa e Severus era terrorizzato dall'idea.
-"Ho capito perfettamente, ma devo farti presente che hai utilizzato incantesimi potenti e con una certa abilità..." disse Silente; Severus aprì la bocca per ribattere ma venne interrotto "Non gli hai fatto del male, lo so bene, ma gradirei che non li utilizzassi più..."
-"Sì, signore. Non lo farò più"
-"Non ti punirò, ma non posso esimermi dal riferire l'accaduto a tua madre. Lo farò anche con Potter e Black"
-"Sì, signore" chinò la testa; si susseguirono attimi di silenzio interrotti solamente dai deboli versi di Fanny.
-"Puoi andare, Severus"
-"Grazie, signore" fece una sorta d'inchino e si diresse verso la porta. Prima di aprirla si arrestò bruscamente, folgorato dal pensiero della vendetta di Mulciber e Avery per la Pantomima. Sapeva in cuor suo che sarebbe stato giusto riferirglielo, ma non intendeva aver alcun tipo di ripercussione su di lui. Voleva starne fuori in tutto e per tutto.
-"C'è dell'altro?" chiese Silente guardingo.
Severus fissò il pavimento per qualche istante poi guardò gli azzurri occhi del Preside: non ne valeva davvero la pena schierarsi.
-"No, Signore, grazie..."
Prima che uscisse dallo studio Silente lo interruppe nuovamente:
-"Ti chiedo solamente, Severus, di non recare ulteriori preoccupazioni a tua madre e di non cedere alle lusinghe del successo..."
Il cuore di Severus si gelò a quelle ambigue parole, quasi lo sentì bloccarsi nel petto. 
-"Non lo farò, signore, grazie ancora..."
Una volta uscito, ancora raggelato e attonito dalle parole del Preside, Severus si accasciò al Gargoyle di destra.

La storia del PrincipeKde žijí příběhy. Začni objevovat