38. Il ballo dello Yule

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Severus si prese a pugni in testa, incredulo di così tanta incomprensibile ottusità. La sua mente e il suo ingegno molto raramente lo tradivano, ma quella volta lo avevano abbandonato alle soglie della stoltezza. Aveva trascorso più di un mese sui libri che parlavano dei legni delle bacchette quando, il problema del perché non riuscisse a creare un nuovo incantesimo, risiedeva nel nucleo e non nel legno della sua bacchetta. Si schiaffeggiò ancora e ancora.
Il nucleo in crine di unicorno produceva sì magie coerenti e consistenti, non soggette a fluttuazioni o blocchi, ma solo se si trattava di magia comune... e non di Magia Oscura.
Era quello il problema, quella la causa scatenante del perché Severus non riuscisse ad ultimare il suo nuovo incantesimo offensivo, e in quel preciso istanti capì ciò che era riuscito a fare poco più di un mese prima: aveva creato un Incantesimo Oscuro.
Non era certo delle sue emozioni in quel momento, se essere soddisfatto ed orgoglioso di se stesso o se rimanere impassibile a quella che era un'inevitabile conseguenza delle sue inclinazioni. Appoggiò il manoscritto rinascimentale trovato in un angolo dello scaffale più alto della biblioteca e si appoggiò allo schienale della sedia.
-"Sev, perché ti sei preso a pugni in testa?" chiese Lily, inevitabilmente incuriosita dal suo comportamento bizzarro.
-"Perché sono stato uno stupido quando la verità ce l'avevo sotto gli occhi" ed effettivamente era così. Aveva commesso un vero e proprio sfondone, perdendo troppo tempo prezioso.
-"E di cosa si tratta?"
-"Nulla in tutto, nuclei e legni delle bacchette. È che questa roba la sapevo anche, te ne rendi conto?" si sentiva stupido, anche sotto lo sguardo attento di Lily. Soprattutto sotto il suo sguardo. Lily arricciò le labbra in un'espressione imperscrutabile che non prometteva nulla di buono, ma alla fine abbassò solamente la luce della lampada che le rifletteva negli occhi. Il fatto che non gli avesse posto alcun altro tipo di domanda era strano, infatti Seveurs era in attesa di quel momento, mentre si torturava la mente in cerca di una scusa da fornirle.
Quel pomeriggio il buio invernale aveva coperto in fretta il cielo di Hogwarts, la neve scendeva copiosa, appoggiandosi al suolo e illuminando il territorio circostante al castello. Il manto nevoso dava quel tocco di magia in più alla scuola, e se cadeva di venerdì sera, si prospettava un fine settimana di puro giubilo e non di devozione studiosa. Anche Severus non ci pensava due volte a divertirsi quando cadeva la neve, sebbene la vedesse frequentemente durante l'inverno, ogni volta era pura meraviglia.
-"Ah" sussurrò Lily abbassandosi davanti a lui per evitare Madama Pince che li aveva adocchiati parlare "E ora hai risolto?"
-"Direi di sì!" si chinò anche lui e chiuse l'antico tomo sulle bacchette, ogni pensiero e ogni tentazione per quello doveva cessare immediatamente, era l'unico modo per tenere lontana la curiosità di Lily "Tu hai finito di studiare?"
-"Decisamente no, Rune Antiche mi sta facendo perdere la testa. Guarda qui!" gli passò una pergamena molto lunga. Severus sospirò silenziosamente, grato che l'amica avesse rivolto le sue attenzioni ad altro "Devo prima traslitterare le rune in latino e poi in inglese"
-"Oh... Un lavoraccio, immagino... Di che traduzione si tratta?"
-"SHHH!" li ammonì la Pince e Lily si acquattò ancora di più sul tavolo, quasi scomparendo tra le braccia di Severus. Il mago si lasciò sfuggire un sorriso e si morse le labbra per non ridere dell'espressione deformata del volto della bibliotecaria, poi si avvicino di più a Lily, allargando il braccio dietro lo schienale della sedia dell'amica. Non fu facile contenere l'emozione e il tremore che ogni volta lo coglieva quando era a stretto contatto con lei; sospirò nuovamente e cercò di arrecare attenzione ad ogni sua parola, provando a non curarsi del contatto tra le loro spalle. Si sentiva persino il calore del corpo di Lily.
-"È un saggio sull'evoluzione della linguistica runica. Sinceramente non ho voglia di starmene chiusa qui dentro anche domani. Okay che abbiamo gli esami e dobbiamo impegnarci, ma guarda che tempo che c'è fuori" Lily indicò con un dito oltre la vetrata accanto a loro e Severus osservò cadere i fiocchi di neve grandi come palline da golf "Sai te domani come sarà bello?" Lily adorava la neve, Severus lo sapeva bene, e la brillantezza di quelle stelle verdi che erano i suoi occhi gli accese un guizzo di dolcezza nel cuore. Come poteva non aiutarla quando desiderava così tanto divertirsi in mezzo alla neve?
-"Okay, ti do una mano io, va bene?"
-"E i tuoi esercizi di Aritmanzia?" Lily si morse le labbra, lo faceva sempre quando si sentiva in colpa.
-"Possono aspettare, li farò domenica, che importa?" bofonchiò mentendole. Facendo due conti in tasca, se desiderava spassarsela il giorno successivo, avrebbe dovuto studiare fino a notte fonda, ma pur di stare con Lily lo avrebbe fatto senza pensarci troppo su " E poi l'ultima volta ho risolto un'equazione su base temporale che quelli del settimo anno se lo sognano, la Vector chiuderà un occhio".
-"Mh" Lily ci pensò su mordendosi l'interno della guancia "Ne sei sicuro? Non voglio crearti pro-"
-"Ne sono certo!" le bloccò una mano dolcemente "Avanti su, tira fuori-"
-"SHHHH!" la Pince era paonazza, troppo divertente per smettere di fare confusione.
Lily sollevò gli occhi al cielo e allargò le mani, facendo un gesto spassosamente volgare rivolgendosi alla Pince. Severus le sorrise: stare con lei ed aver quasi risolto il problema di fluttuazione magica della sua bacchetta lo permeò di un'elettrizzante produttività e serenità. Distesero insieme le pergamene sul tavolo e Lily quasi stramazzò su di esso posando rumorosamente l'enorme dizionario runico. Fece un tonfo assurdo e Severus strabuzzò gli occhi immaginandosi la Pince incombere su di loro con punizioni e sfuriate varie.
-"Ahh" sospirò soavemente allontanando il polverone che aveva tirato su il dizionario "Ho sempre la grazia e l'eleganza di un pachiderma, ma sto coso pesa davvero troppo"
-"E te lo porti sempre appresso?"non ci credeva che Lily fosse così tonta da martoriarsi le spalle con un tale peso. Alzò un sopracciglio, scettico e divertito allo stesso momento, quindi Lily gli diede un colpetto con la spalla contro la sua e gli fece l'occhiolino:
-"Quando è nella borsa è soggetto ad un incantesimo di levitazione, praticamente non sento il suo peso"
-"E perché tutto questo caos quando potevi farlo levitare sul tavolo?" le chiese indicando il persistente polverone che aveva alzato.
-"Per fare arrabbiare la Pince!" rispose semplicemente, facendo spallucce. Severus scosse la testa, disapprovando con un sorriso tutta quell'irriverenza, eppure l'adorava. Lily era solita in machiavelliche provocazioni: con tutta la sua innocenza a volte si concedeva trasgressioni che rimanevano impunite grazie alla sua impeccabile e non additabile reputazione.
-"Sei una Grifondoro tremenda" concluse, provocandole una risata.
-"Ah Sev" fece eloquentemente alzando l'indice, poi si avvicinò a lui e gli posò una mano sullo zigomo. Gli diede un bacio sulla guancia. Il secondo bacio nel giro di pochi mesi. "Grazie!".
Le sue morbide labbra sul suo zigomo erano il motivo per il quale continuava a tenere un minimo distacco dalla cattiveria e dalla violenza delle idee dell'Oscuro Signore. O almeno in parte. Le labbra sulla sua guancia erano il motivo per il quale avrebbe smosso mari e monti, come anche per il suo dolce sorriso e quegli occhi che lo facevano sentire nudo. Nudo, ma forte e invulnerabile accanto a lei, grazie a lei. Quella ragazzina che si stava strusciando contro il petto era l'unica a farlo splendere per ciò che era davvero. Tutto ciò che di buono c'era in lui lo aveva appreso anche da lei, soprattutto da lei, e gli batteva furiosamente nel petto, gli scorreva nelle vene. Era tutto ciò che lei rappresentava a tenerlo in vita; anima, cuore e corpo.
Iniziarono la traslitterazione in silenzio, solo il raschìo delle punte delle piume sulla pergamena incrinava quel silenzio fatto di libri, conoscenza e amore.
Severus ogni tanto volgeva lo sguardo sul corpo ricurvo di Lily sul banco, il riflesso del cielo entrava dalla finestra al suo fianco e si posava sulla sue pelle candida come un velo di desiderio. Era troppo bella, troppo straordinariamente unica per essere vera. Teneva la piuma in uno strano modo, se ne accorse solo in quel momento dopo tanti anni; l'impugnava tenendola stretta non solo tra il pollice e l'indice, ma anche con il dito medio, costringendola ad inclinare di più la mano. Chissà se sono il primo ad essermene accorto pensò mentre un sorriso lo tradiva.
-"Perché sorridi Sev?".
Scosse la testa ed arrossì, riprendendosi da quella trance e maledicendosi per aver indugiato così tanto su di lei. La pergamena lo reclamava e lui si concentrò immediatamente ad essa, sperando di pote rimediare con il suo zelo a quel disastro che aveva appena combinato. Gli occhi di Lily lo scrutavano, li sentiva sulla pelle del volto che quasi gli bruciava e tossì nel tentativo di toglierseli di dosso. Si morse le labbra, non poteva di certo dirle la verità, che stava sorridendo grazie a lei, perché sapere di averla al suo fianco lo rendeva il ragazzo più contento del mondo. Restò in silenzio con ancora il suo sguardo su di lui e lei si avvicinò ancora, appoggiando la testa contro la sua spalla.
-"Anche io sono felice di essere qui con te Sev".

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