15. Attrazione

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L'alba quella mattina era nuvolosa, e il bosco che attornava la magione era oscura, con ombre danzanti che rendevano l'atmosfera inquietante. Cercò di rimanere calma, ma non ci riuscì. Sakura era ancora inesperta su specie di vampiri, e sapere che ci conviveva, non la rassicurava.

Era sveglia da un pezzo come sempre, in cerca di qualcuno che spuntasse da quei folti chiomi verdi, per aiutarla a scappare. Ma sapeva che nessuno sarebbe venuto per lei.

Si arrese all'idea di rimanere intrappolata tra esseri sovraumani, succhiasangue.
Non che li odiasse, i vampiri, perché per Sakura, anche loro avevano diritto di vivere, però i Sakamaki non le stavano tanto simpatici. Voleva andarsene il prima possibile, ma era completamente impossibile data la sicurezza con cui veniva sorvegliata camera sua.

Aveva avvistato quella stessa mattina uno dei fratelli nel roseto, e altri due intorno a camera sua. Si sedette su una delle poltrone, e cominciò a meditare su quello che poteva fare per passare il tempo.
Per prima cosa si chiese perché quegli esseri fossero così interessati a lei, sia i Mukami che i Sakamaki, poi un altra domanda cominciava a girare nella sua testa:

Perché mi sento così attratta da questa casa?

Da quando si era svegliata in quella sala, tutto le sembrava famigliare.
Era attratta così tanto da quelle pareti che si mise pure ad ascoltarle. Ma non ricevette nessuna di risposta. Prese in considerazione di esser stata avvelenata, quando ancora era incosciente.
Ma una parte dentro lei, le diceva che fosse più di una sola attrazione. Era una cosa più intima, più solo per lei. C'era qualcosa in quella casa che la chiamava.

Una porzione maggiore rispetto a quello che aveva percepito alla villa Mukami.
Si anche in quell'altra villa, ne aveva percepita la presenza. Ma la differenza era che questa abitazione fosse la "partenza" di tutto.

Venne risvegliata dai suoi pensieri, quando sentì la porta bussare. Un lieve "avanti" da parte sua, aprì la porta. Ma non nessuno ne uscì fuori. Si spaventò, e rimase secondi ferma al suo posto, in attesa che qualcuno venisse fuori, ma le sue aspettative furono strappate via, quando un leggero vento le arrivò in faccia.

Si alzò dalla sua postazione, cauta a quello che faceva, stando attenta a non commettere nessun sbaglio. Sperò in un certo senso, di vedere qualche faccia, ma come lei si aspettava non c'era nessuno.
Sicuramente non poteva scappare, dato che qualcuno aveva lasciato quella porta aperta, per una valida ragione, che a Sakura non fu difficile capire.
La volevano.

Un invito astuto e allo stesso tempo preoccupante.

Si guardò a destra e a sinistra per essere sicura che nessuno fosse la a controllarla. Prese un bel respiro, e si avviò verso le scale per raggiungere la sala in cui si era risvegliata la scorsa volta.
Sapeva a che gioco stavano giocando, non era stupida, ma neanche un genio.

Ed infatti come aveva immaginato, trovò seduto, anzi disteso, sempre al suo posto, il ragazzo di prima. I suoi capelli biondi gli nascondevano il volto, ma si riusciva a vedere bene come fosse rilassato.
Parve una cosa monotona.

Gli si avvicinò cauta, per prendere posto vicino al suo divano. Ma non successe nulla.
Lui era in silenzio, e lei tesa e preoccupata per quello che sarebbe successo.

E proprio quando meno se lo aspettava, le afferrò la mano. Sakura rimase sorpresa dalla sua azione, risedendosi al suo posto.

?? : perché sei qua?.

Le chiese fermo, mentre lei non capiva come potesse chiedergli qualcosa del genere. Insomma era stata rapita, non era venuta qua di sua spontanea volontà.

Sakura: non volevo, mi hanno costretta.

Dall'esperienza con i Mukami, aveva capito che non poteva più fingersi forte, ma esserlo.

?? : io non ti volevo; non pensare che io sia tanto diverso da loro, sono solo stanco, di cercare quello che non posso ottenere, quindi cerca di ubbidirci.

All'inizio pareva un discorso, ti stima, e di coraggio, ma capì subito, che stesse parlando da arrogante. Ma quelle semplici parole la mandarono in confusione.
Lei ci credeva. Lei sperava che lui non fosse come gli altri, sperava che fosse un "gentile" vampiro, ma non ne aveva idee.

Voleva vedere di che colore fossero i suoi occhi, fissarli ed immergersi nello stesso tempo. Voleva capire cosa stesse pensando, perché per lei gli occhi erano lo specchio della propria anima.

Sakura si sentiva estremamente a disagio, e poi quella posizione non la aiutava affatto.
Era seduta al fianco del ragazzo, con la sua mano sul suo petto. Cercò di toglierlo ma la sua presa ferrea su sul polso, glielo impedì.

Sakura: lasciami.

Disse con vice timida, e bassa, cercando di scappare via, ma fu impossibile,dato che la strinse ancora di più.

?? : perché dovrei? Tu non mi dai ordini, meno mi contraddici.

La sua risposta raggelò la ragazza. Non per le parole, ma per di più per il tono. Era talmente calmo, che le fece paura.
Sembrava sapere tutto di tutti, eppure nascondeva un lato della sua anima.
Un lato che Sakura avrebbe, inconsciamente, svelato.

Sakura: non te lo sto ordinando, te lo sto chiedendo, perché mi fai male.

C'era timore in quelle parole, ma il ragazzo dopo un indeterminato lasso di tempo, allentò la presa, lasciandola completamente.

?? : mi hai disturbato venendo qua, quindi non lamentarti.

Le rispose, aprendo per la prima volta quegli occhi. La sorpresa si lesse negli occhi di Sakura. Erano talmente belli, che quello che la circondava parve solo un eufemismo della sua mente. Erano di un celeste mischiato al blu ocra. Erano freddi, ma nascondevano un lato "nascosto", che Sakura non riuscì ad interpretare.

Quegli occhi, le fecero dimenticare tutto.
Di come era giunta a casa Mukami, i morsi, il rapimento, ed adesso. Si dimenticò per una frazione di secondo, cosa in realtà fosse quel ragazzo di fronte a lei.

Quegli occhi ti intimidivano, ed erano opprimenti, ma non erano come quelli che aveva visto in precedenza. Erano lucidi come il ghiaccio, e pericolosi come il suo lato pericoloso. Affilato, ma in essi c'era anche un altro lato che riscaldava è accedeva la voglia di vivere.

Ma questo finì quando il biondo la prese per le braccia, portandosi sopra di lei.
Sakura rimase sorpresa, da tale azione, talmente che non si accorse di due affilati aghi penetrarla, la carne.
Erano talmente profondi che cancellavano tutti morsi che aveva ricevuto fino ad ora.
Sentì tutti gli strati della sua pelle, strapparsi al solo tocco. I muscoli strapparsi via come seta in mano ad un granchio.

Fu così veloce, e dolorante che non ebbe il tempo di dire nulla, che chiuse gli occhi, mentre le braccia cadevano dalla schiena del suo predatore. Ma fu in tempo a sentire solo la sua voce.

?? : dimenticati di essere chi pensavi di essere, e comincia ad essere quello che dovresti essere, Lilith....

Diabolik Lovers || The rose of Demons (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora