Ubriaco

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Aveva bevuto tante bottiglie  sperando che l'alcool spegnesse o facesse abbassare le fiamme alimentate dalla rabbia che lo consumavano dall'interno.

Aveva bevuto liquori di ogni tipo ma ognuno di questi era più inutile del precedente anzi, sembrava che questi ultimi gli andassero contro, come quando getti della benzina su un oggetto in fiamme. Sentiva così tanto colore nel petto che credeva di poter sputare fuoco.

Aveva distrutto quasi completamente tutta la sua stanza urlando, gemendo, gettando gli oggetti contro le pareti e nessuno, compresa la servitù o le guardie reali, si erano azzardate ad avvicinarsi alla stalla del toro imbufalito. Perché così Harry si sentiva in quel momento, mentre guardava a terra i cocci rotti di un vaso che aveva scagliato contro una parete, respirando profondamente col naso.

Era l'animale più forte, temuto ed amato ma, nonostante tutto questo, era tenuto in una lussuosa gabbia, controllato e distratto da una bandiera rosso porpora.

Era così problematico, confuso e stanco, il riccio.
Perché mai doveva essere così arrabbiato per le parole del padre?
Sì, lo aveva ferito nell'orgoglio davanti agli altri, trattato come un bambino, ma perché si era svegliata in lui quella furia?
Di solito avrebbe solo tenuto il "broncio" per qualche giorno ma tutto sarebbe passato velocemente com'era iniziato.

"Ogni cosa che suo figlio chiederà, anche se fosse tua, gli sarà data e non mi interessa cosa tu abbia da dire"
Quelle parole lo tormentavano ma non voleva accettare la verità, non voleva vedere, non voleva capire.
Perché lui non poteva.
Non sono ridotto così per lui.
Più cercava di inculcarsi nella mente queste parole più queste perdevano senso.

Si stava lasciando prendere la mano e adesso non riusciva più ad uscirne.
Ma era stato tutto istintivo, frettoloso.
Non si era fermato un attimo a pensare a quello che facevano perché, se ci ragionava sopra sapeva che sarebbe finito tutto.
Voleva che finisse?
Assolutamente no.

Arrivata l'ora di cena chiamò lui stesso un servitore -povero sventurato che passava di lì senza farsi notare-  e gli chiese di portargli un gruppo di serve o servi. Cosa cambia fra maschio o femmina se colui che gli vuole non vede neanche degli umani?
Giocattoli. Sono solo giocattoli.
Doveva provare a sfogarsi in altri modi e quale meglio di questo?
Doveva smettere di pensare a quel corpo sinuoso e minuto.
Doveva smettere di pensare a cosa aveva fatto, cosa voleva fare.

Stacca la spina.

«Avete delle preferenze?» gli chiese l'uomo con voce sottile.
Cosa intendeva quest'uomo? Gli chiedeva quale fosse il più grazioso? La più snodata? Rumorosa?

Sì, vorrei che mi potreste un piccolo bambino che non sa con chi sta giocando.
Scosse forte la testa, inondata da immagini di lui.
Era una malattia, una droga.
La sua voglia raddoppiò e per un attimo volle annullare tutto e far chiamare il responsabile di tutto quello.
Si morse le labbra con violenza.

Diede le spalle all'uomo che colse quel gesto come un "no", in fondo tutti conoscevano i suoi modi rudi.

Si tirò i capelli, il futuro Re: Forse neanche io so a che gioco stiamo giocando.

Il servo tornò una decina di minuti dopo e, una volta che le donne furono dentro la sua stanza, andò via velocemente, senza voltarsi, felice di non essere nessuna di loro.

Harry si girò lentamente verso di loro con gli occhi lucidi e la bocca bagnata.
Erano tutte e tre giovani e in forma. Se ne stavano davanti a lui in fila, con lo sguardo basso e le mani intrecciate dietro la schiena, mentre lui le osservava senza vederle davvero.

Un Fiore sbocciato nella sabbia » larry stylinson Where stories live. Discover now