CAPITOLO 3 ~ IL SALVATAGGIO DELLO SPAVENTAPASSERI

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Mentre Dorothy camminava, ammirava graziosamente quelle piccole case dei Munchkin che erano a forma di funghetti. Avevano tutte e 4 le pareti bianche o di un marroncino sbiadito stondate e il tetto a forma di cono blu o rosa. All'esterno, poteva ammirare piccolissime aiuole piene di fiori rigogliosi e di ogni tipo confinate da una staccionata di legno di betulla proveniente dagli alberi intorno alla piazza del paesino. Dietro le case c'erano dei piccoli orti con diverse verdure, a piacimento dei Munchkin coltivate in perfette file verticali. Infine, nel mezzo all'orto c'era un albero da frutto diverso per ogni abitazione. C'erano prugni, meli, aranci, limoni, peri, peschi, ciliegi, banani e altri alberi con frutti che Dorothy non aveva mai visto prima d'allora. Passate le case iniziò una lunga staccionata dipinta di rosso bordeaux al di là della quale c'erano immensi campi di grano. Subito dopo Dorothy sentì fischiettare e si chiese subito da dove venisse quel fischiettio. Poi un'altra volta, ed un'altra ancora, allora Dorothy si accorse che quel suono proveniva da dietro di lei. Si girò, ma vide solo uno spaventa passeri, e prima che Dorothy si girasse di nuovo e proseguisse il cammino lo spaventapasseri che stava fissando iniziò a parlare muovendo la bocca di paglia e, rivolgendosi a Dorothy, disse: "Buongiorno. No dico buongiorno. Nessuno è mai passato da queste parti... dimmi chi sei per favore!" - " Ehm, veramente sei tu che parli? Beh, non mi sorprendo più di tanto, quindi ti rispondo, io mi chiamo Dorothy, ho 11 anni e vengo dallo stato del Kansas, là dove adesso avrei il desiderio di tornare. Invece tu chi sei?" - chiese Dorothy. "Io sono uno spaventapasseri però non ho un nome. I Munchkin mi hanno costruito per proteggere i loro campi di grano dai corvi e dai passeri. Non mi ricordo altro però anche se è da tanto che sono qui." - " Come fai, - chiese Dorothy incuriosita - a non ricordarti cosa ti è successo e perché hai così pochi ricordi?" - e lo spaventapasseri rispose, ovviando la risposta, -" Ovvio, non ho un cervello come il tuo. Io non sono di carne ed ossa come te, io ho un cervello ma fatto di paglia e non lo posso usare. Sono tristissimo e come hai anche tu il desiderio di tornare nel Kansas, anch'io ne ho uno. Avere finalmente un cervello. Ma scusa tu dove stai andando e chi potrà soddisfare questo tuo desiderio?" - chiese lo spaventapasseri. - " Io vado alla città di Smeraldo dal grande mago di Oz, sarà lui a farmi tornare a casa! Devo solo seguire questo sentiero indossando queste scarpette." - ribattè Dorothy. - "Dorothy, tu credi che Oz potrà soddisfare anche il mio desiderio, ovvero potrà darmi un cervello?" - chiese ansioso lo spaventapasseri. -" Secondo me sì, - rispose Dorothy entusiasta - vuoi venire con me?" - chiese lei. -" Se posso certo, con grande piacere!" - "Così Dorothy slegò lo spaventapasseri dal bastone che lo teneva in piedi e continuarono il cammino inoltrandosi poco a poco in una foresta buia e cupa dove tra poco non c'era più traccia del percorso da tanto che era sporco di terra.

IL MAGO DI OZWhere stories live. Discover now