1. L'usurpatrice

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Correva l'anno del Signore 1364, la Francia non conosceva pace da almeno dieci anni. Fratello contro fratello, padre contro figlio; chi appoggiava il legittimo erede al trono, chi la "Regina Nera". Così ormai si faceva chiamare Thea da sei anni, da quando era in lutto per il suo amato marito, ma essa era davvero la Regina Nera, perché nera l'anima aveva e nero il freddo cuore. Nessuno sfuggiva alla sua mano vendicativa, a meno che non la si implorasse in ginocchio, allora forse, se a lei conveniva, concedeva il suo perdono.

Il suo esercito era guidato dall'abile mano di Louis, amico fidato del defunto marito e adesso suo fedele servitore. Nessuno li poteva contrastare, nessuno ci riusciva, avevano acquistato un grande potere stringendo alleanze con i feudatari e nobili più influenti. Thea era scaltra e Louis forte, insieme formavano una coppia invincibile e adesso, per le strade, nessuno osava pronunciare il nome di Adrien, nessuno osava ricordare Pierre, nessuno...

Neanche coloro che avevano combattuto proprio per quest'ultimo.

Alizée fu giustiziata alla gogna e da quel giorno nessuno aveva più visto Adrien, questo mandò Thea su tutte le furie e ordinò ai suoi uomini di circospezionare ogni singolo angolo della Francia, di tanto in tanto si recava al feudo Dupuarò con i suoi soldati, fingendo di esser lì per salutare Marichelle, ovviamente con palese prepotenza e arroganza. Non perdeva occasione per ricordarle di essere stata caritatevole con lei e la sua famiglia decidendo di graziarla nonostante il tradimento di codesta.

*

Marichelle camminava inquieta per il gran corridoio angusto del castello Dupuarò, sentiva il cuore soffocare dalla preoccupazione e per un istante si sentì mancare.
Una calda e familiare mano le si poggiò sulla spalla destra, facendola voltare lentamente con un sorriso che le si allargò sulle labbra. «Amore mio», disse la donna iniziando a strofinare il viso su quella mano dalla quale traspariva forza e lealtà. Era un po' ruvida per via dei calli, ma Marichelle amava farsi accarezzare da quest'ultima.

«Stai ancora pensando ad Adrien, moglie mia?» chiese Armand con espressione dispiaciuta e nel contempo stanca.

«So che mio nipote è vivo! Lo sento... Credimi Armand», ribatté Marichelle con occhi lucidi e la speranza in volto.

Lui le accarezzò i lineamenti del viso per poi soffermarsi sulle candide e rosee labbra, le sfiorò con l'indice e le sussurrò dolcemente: «Ti credo, amata mia.»

«Dobbiamo trovarlo!» incalzò lei stringendo i pugni.

Lo sguardo di Armand si fermò sulle labbra della moglie, adorava ascoltare il suono della sua voce, soprattutto quando, piena di speranza, prendeva decisioni. Le sorrise appena e Marichelle, scostandosi per non far accorgere al marito che stava arrossendo, disse: «Perché mi guardi così?»

«Dopo tutti questi anni arrossisci ancora quando ti guardo?» domandò Armand sorridendo, la sua voce era calda e sensuale e Marichelle sentì il suo corpo vibrare e il calore avvolgerle il cuore e il basso ventre.

«Sì, sono un po' sciocca, no?» rispose mantenendo lo sguardo basso.

Armand appoggiò le mani alla parete dietro di lei, di conseguenza la donna si ritrovò con la schiena al muro, e la mente affollata dal forte desiderio che provava.

«Non sei sciocca, non lo sei affatto. Sei la donna che continua a rendermi pazzo di desiderio giorno dopo giorno.» Armand terminò la frase avvicinandosi sempre di più alle sue labbra, fino ad avvolgerla in un caldo bacio.

Marichelle sentì il corpo abbandonarsi nelle braccia del marito, ogni senso inebriarsi e ogni fibra del suo corpo anelarlo. Lui appoggiò con prepotenza la mano nel corpetto della moglie, abbassandoglielo con forza fino a strapparglielo, lei si accorse di avere il seno scoperto e immediatamente si mise le mani davanti per coprirsi guardando agitata il corridoio nel quale si trovavano. Gli scostò la mano con forza. «No Armand, potrebbe vederci qualcuno...» lo supplicò lei respirando affannata.

L'Erede (Sequel di Quella Notte Il Destino Fu Deciso)Where stories live. Discover now