5. Prendere una decisione

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Lo scricchiolio di legna contro le mura era fragoroso e incessante, andava avanti così già da qualche ora, a tratti si fermava, poco dopo riprendeva, le urla di piacere di Antohine e sua moglie riecheggiavano per tutta la dimora. La donna posta a carponi sopra il letto, era avvolta da uno scintillante sudore sparso per tutto il corpo, le natiche sode esposte allo sguardo voglioso e famelico del marito erano ripetutamente afferrate con forza da quest'ultimo e sbattute contro il proprio basso ventre. Dominique cercava di mantenere il ritmo del marito, ma dopo la terza volta consecutiva in quella giornata – in cui veniva posseduta - le era difficile. Sentiva il suo centro bruciare ardentemente di passione mentre il pene di lui si muoveva nella sua apertura, la stanchezza però iniziava a prendere il sopravvento, ma Antohine non era dello stesso parere.

Lei sbatté delicatamente la mano nel cuscino e, con voce supplichevole e maliziosa allo stesso tempo mentre un sorriso dolce le si stampava sulle labbra, sussurrò: «Mio signore, vi prego.»

Antohine alzò il viso al soffitto, socchiudendo gli occhi, tutto di quella donna lo eccitava e vederla alla sua mercé, stanca di piacere e così mansueta, lo mandava in tilt. Egli gemette di piacere e le accarezzò la schiena mentre le sue mani si spostarono verso i fianchi della donna per spingerla meglio contro il suo membro duro e ancora bramoso.

«Antohine, per favore...» tentò debolmente Dominique.
Lui la voltò, lasciando i seni della donna completamente esposti ai suoi occhi, si gettò su uno di essi e lo succhiò con brama mentre i respiri della donna divenivano più pesanti. Dominique capì che non aveva finito con lei, sorrise dolcemente al marito e si abbandonò piacevolmente al suo volere. L'uomo l'afferrò d'improvviso per i capelli, lei si lasciò scappare un lamento prima di ritrovarsi nuovamente a carponi mentre le introduceva il membro nel suo ano, strinse i denti e una lacrima di dolore scivolò tra le sue gote.

Antohine cercò di fare più piano che poté, dopo pochi attimi sentì il suo seme venir fuori e riempire la moglie. Entrambi si abbandonarono supini nel loro giaciglio, l'uomo era esausto, accarezzò le spalle nude della moglie, la quale sentì la pelle drizzarsi per la piacevole sensazione che stava ricevendo. «Ti amo», sussurrò, mentre Dominique sorrideva maliziosa.
Quest'ultima sospirò mentre la sua mente si sovrappopolava di pensieri. Antohine si sedette e lei l'osservò. «A cosa pensi?» domandò lui.

«Ad Adrien», esclamò secca, dopo un breve silenzio tra i due continuò: «Come farà a riprendersi il regno, a spodestare quella, quella, quella...»

«Quell'arpia», concluse Antohine mentre sbuffava.

«Madre! Padre!»

I due coniugi sentirono Colette pronunciare i loro nomi e salire le scale, si affrettarono a vestirsi.

«Il principe Adrien è in balìa alle convulsioni!» gridò la fanciulla in preda alla disperazione, fermandosi per la stanchezza e appoggiando le mani sul cornicione al principio della scalinata.

Antohine saltò dal letto mentre terminava di vestirsi e si precipitò giù per le scale, Dominique lo seguì e scendendo, quest'ultima, si fermò ad osservare gli occhi rossi della figlia che stava ferma sul primo gradino, le accarezzò il viso e la incoraggiò. «Non temere», poi la esortò: «Andiamo!»

***

Marichelle e Armand sentivano i muscoli del loro corpo essere sempre più tesi, non perdevano il loro consueto autocontrollo, ma avere addosso lo sguardo di Thea non era rassicurante.

Lucien strinse il braccio di Loran, quest'ultimo fece una smorfia con le labbra per il pizzico che sentì sopra di esso, si sforzò di non sferrargli un pugno in pieno viso e sospirò mantenendo la calma. «Principe io, io... Io non voglio avere nessun tipo di problema. Sono il figlio di un feudatario, vivo lontano dal palazzo, io non...»

L'Erede (Sequel di Quella Notte Il Destino Fu Deciso)Where stories live. Discover now