7. Manteniamo la calma

38 8 12
                                    

L'aria sembrava essere divenuta fredda tutta ad un tratto, la servitù sembrava impazzita, ognuno correva a destra e sinistra, chi per allestire le tavolate, chi per pulire il prato e gli invitati erano alquanto chiassosi.

«Oh zio, chissà quanto l'amate», esclamò Irmine con aria sognante.

Loran sentì stringersi lo stomaco e un nodo formarsi in gola. «Principe!» gridò scostando la nipote senza degnarla di risposta.

Lucién si fermò e voltò lo sguardo verso lui. «Ditemi.»

«Non desidererete davvero che io e vostra sorella ci sposiamo? Insomma vi ho fatto il favore a entrambi, penso si possa...» Loran si interruppe nel vedere Lucién sospirare e scuotere la testa, si zittì immediatamente, ingoiando l'amaro.

I due rimasero un'istante a guardarsi, dopo qualche attimo il principe si avvicinò all'orecchio dell'altro: «Vedrete che sarete felice. Mia sorella vi ama e con il tempo anche voi l'amerete», si allontanò in direzione della madre che camminava a passo deciso, seguita da Louis e un brivido lo percosse.

"Cos'ho fatto?" si domandò tra sé lanciando un'occhiata a Marichelle e Armand che lo guardavano sbigottiti e delusi.

***

«Facciamo presto!» proclamò Thea facendo cenno al sacerdote di avviarsi verso lei.

Henriette si sentiva umiliata, triste e oltraggiata, si voltò ad osservare il futuro sposo, ma lui non aveva nessun tipo di attenzione per lei, era sconvolto e guardava i suoi parenti come per implorarli di fermare quel matrimonio.
Il sacerdote alzò le mani in segno di saluto ai presenti e il gesto fu accolto da un gran applauso, con le sue mani rinsecchite, dalle quali si potevano ben notare le vene, fece cenno ai due giovani di avvicinarsi a lui. Loran si passò nervosamente una mano in faccia, poi intorno al collo, prese un lungo respiro e Henriette si sentì morire dentro nel constatare che il suo promesso era divenuto pallido per quell'unione.

I due giovani si avvicinarono e il sacerdote gli regalò un sorriso. «Ser?» chiese tossendo.

«Loran... Loran Dupuarò», rispose tentennante.

«Bene», diede per tutta risposta, dopodiché iniziò il rituale del matrimonio con una preghiera rivolta a benedirne l'unione. Pronunciò la domanda a Henriette, che rispose con il cuore colmo di dolore: «Volo.» Poi attese quella indecisa di Loran, il quale si voltò a osservare la dama che presto sarebbe stata sua moglie. Quei limpidissimi occhi castani erano bagnati e una morsa gli strinse il cuore, non desiderava ferirla e vederla in quello stato lo sconvolgeva. Senza pensarlo nuovamente parlò: «Volo!»

Un forte applauso irruppe in tutta l'area, le grida invitavano ai brindisi, ma Loran adesso non aveva più il coraggio di guardare nessuno dei suoi parenti. Lucién e Josiane si mossero per raggiungere la sorella, ma Louis si parò davanti per impedirglielo.

«Lasciateci congratularci con nostra sorella, vi prego», chiese la fanciulla, mentre il fratello restò come paralizzato.

Louis rispose con garbo: «Vostra madre ne sarebbe contrariata. Sono io che vi prego di non disubbidire a una sua volontà e di rientrare al castello.»

I due fratelli si voltarono, ma Lucién sgattaiolò velocissimo verso Henriette correndo ad abbracciarla. «Sii felice sorella, sono contento per te.» Lei si sentì confortata, l'abbraccio del fratello gli scaldò il cuore. «Come farò senza te?» lo strinse più forte che poté a sé finché Lucién si sentì afferrare per un braccio e allontanarlo da lì con forza. «Louis, lasciatemi!» gridò sprezzante sotto lo sguardo dei presenti.

Loran guardò curioso la scena, mentre Aurélien, Irmine, Marichelle e Armand si avvicinavano a lui. Thea camminò fino ad arrivare accanto ai suoi figli che non staccavano gli occhi da lei, il suo sguardo era sprezzante e carico di risentimento, parlò scandendo bene le parole: «Va dalla famiglia di tuo marito e onora i tuoi obblighi adesso. Non tornare al castello finché io non deciderò di convocarti.»

L'Erede (Sequel di Quella Notte Il Destino Fu Deciso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora