2. Timori e incomprensioni

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Thea sedeva sul rosso trono posto sopra la gradinata, i suoi capelli erano raccolti in un'acconciatura che le ricadeva appena sotto il collo, le mani impugnavano con forza i bordi del trono, l'espressione indurita dal risentimento e gli occhi sprezzanti di odio non lasciavano trasparire la minima umanità, i suoi occhi fissavano Loran ad ogni suo passo, mentre si avvicinava. Louis stava in piedi alla sua destra, i capelli e la barba incolta gli appesantivano il viso tanto da fargli dimostrare più degli anni che avesse.

Il ragazzo arrivò a pochi passi dal trono e si chinò sopra un ginocchio a capo basso, Thea gli fece cenno di alzarsi con la mano.

«Siete uguale a vostro padre, sapete?» disse la regina rompendo il silenzio.

«Questo è quello che mi dicono, vostra altezza», rispose il ragazzo.

Thea si scambiò un'occhiata complice con Louis e quest'ultimo prese parola: «Abbiamo saputo che Adrien, il traditore, ha qualcuno che lo tiene nascosto.»

«Vi giuro, mio signore, che io e la mia famiglia...» cercò di parlare Loran, ma fu interrotto bruscamente da Thea che alzò la voce: «Non sto accusando la vostra famiglia, so che vostra sorella Marichelle non è tanto sciocca da sfidare la mia ira! Ma il popolo l'ama, la plebe si fida di voi Dupuarò... Dunque dovete fare una cosa per la vostra regina. È il minimo dopo avervi concesso il mio condono per il vostro tradimento.»

«Ancora? Fino a quando pretenderete di vederci umiliare per compiacervi?» scattò in preda all'ira Loran.

Louis sguainò la spada, puntando la lama al collo del ragazzo. «Non osare mai più rivolgervi alla regina in questo modo.»

Loran deglutì nervosamente, ogni fibra del suo corpo desiderava ribellarsi, impugnare la sua spada e scagliarla contro il tirapiedi e la sua padrona. Sentiva il sangue ribollirgli nelle vene e il fardello di tacere per salvare dal cappio la sua famiglia gravargli sopra la testa.

Sospirò sconfitto e rispose a denti stretti: «Cosa volete che facciamo?»

Thea lo guardò con calma snervante, dopo qualche attimo un sottile sorriso compiaciuto le si formò sulle labbra e rispose: «Fingete di appoggiare nuovamente la causa di Adrien, chiedete in giro, guadagnatevi la fiducia della plebe come avete sempre fatto, poi quando sarà il momento loro stessi vi condurranno da lui e lì, voi, mi riferirete dove si trova e chi l'ha protetto!»

Loran restò immobile, il suo volto divenne di pietra, nessuna reazione davanti la Regina Nera, solamente tanta impotenza.

***

«Hai visto chi è venuto?» disse ridendo Lucien ad Henriette.

«Oh fratello, ti prego, non prenderti gioco dei miei sentimenti», rispose la ragazza portandosi le mani in viso per coprirselo.

«Non lo farei mai, sorella cara», asserì il ragazzo divenendo serio.

Loran passò davanti i due principi senza degnarli di uno sguardo, Lucien fece l'occhiolino alla sorella con un sorrisetto malizioso, mentre ad Henriette la preoccupazione per ciò che stesse per compiere il fratello le ricoprì il volto.

«No, no, no... Lucien!» tentò di dire al fratello sottovoce.

«Monsieur Loran!» gridò il principe.

Questi si fermò, chiamando a raccolta tutta la sua pazienza mentre alzava gli occhi al cielo in un'espressione avvilita di noia mortale. «Sì, principe?» rispose a denti stretti e con uno tono notevolmente scortese.

«Domani sera verrà dato un ballo qui al castello, tutti i nobili vi partecipano. Sapete, mia madre sta cercando un marito ad Henriette, per l'occasione verranno indetti dei giochi e noi ci chiedevamo se volevate far parte degli ospiti», concluse con un gran sorriso.

L'Erede (Sequel di Quella Notte Il Destino Fu Deciso)Where stories live. Discover now