SI VA IN SCENA!

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Lo spettacolo portava in scena l'Inferno di Dante, ma la particolarità era che la voce narrante (ovvero Alessandro) veniva accompagnata da un sottofondo musicale.

Così mi ritrovai immersa nei versi del poeta fiorentino che tanto avevo amato. Era inspiegabile come Dante riuscisse a farsi apprezzare dagli studenti, sembrava in grado di parlare a tutti nonostante le distanze temporali e culturali. La location suggestiva e la bravura di Alessandro contribuirono a rendere il tutto ancora più meraviglioso.

Iniziammo quindi la nostra lenta discesa agli inferi percorrendo i gironi infernali ideati da Dante partendo dalla presentazione di Virgilio e dall' incontro con Caronte durante il quale vennero pronunciati i celebri versi:

"Caron, non ti crucciare:

vuolsi così colà dove si puote

ciò che si vuole, e più non dimandare"

La voce di Alessandro risultava estremamente limpida e potente tanto da farmi venire i brividi. Aveva una mimica facciale davvero straordinaria. Non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso. In seguito proseguimmo nel percorso facendo la conoscenza di alcuni dei peccatori più celebri tra i quali, ovviamente, erano presenti anche Paolo e Francesca.

"Amor, ch'a nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m'abbandona"

In Paolo e Francesca rividi Edoardo e mia madre. I due sfortunati amanti che si erano lasciati sopraffare dai loro sentimenti. Anche io e Alessandro avremmo potuto finire come loro. Era terribile venire puniti per aver seguito il proprio cuore. Ero completamente incantata nonostante i genitori di Alessandro mi rendessero alquanto difficile seguire lo spettacolo.

<<Fabio fagli un video!>> lo esortava Eleonora.

<<Uffa Eleonora!>> sbottò l'uomo <<è proprio quello che odio di più! Sono qui e voglio vederlo con i miei occhi non attraverso lo schermo di un cellulare>>

Il signor Ferrari aveva usato un tono di voce che non si addiceva per nulla al contesto ma almeno era riuscito a zittire la signora e io potevo continuare a godermi lo spettacolo in santa pace. Nel corso della serata venne raccontata la storia di Ciacco, di Ulisse e di molti altri dannati. Fino ad arrivare a lui, all'uomo che più di tutti si era allontanato dal volere divino.

"La bocca sollevò dal fiero pasto
quel peccator, forbendola a' capelli
del capo ch'elli avea di retro guasto"

Il conte Ugolino. Molti dei presenti sussultarono nel sentire quei versi. Li conoscevamo tutti perché tutti li avevamo studiati e, benché fossero terribili, rappresentavano una parte della nostra cultura. Per quanto il nostro paese fosse ancora estremamente diviso l'opera di Dante rappresentava una pietra miliare del nostro bagaglio culturale. Il conte Ugolino era un uomo rinchiuso in una torre perché aveva commesso diversi crimini ed insieme a lui c'erano anche i suoi figli. Persone innocenti alle quali il padre non è in grado di garantire il cibo. Alessandro si ferma un momento nel punto cruciale. Il punto in cui tutti, da secoli, rimangono nel dubbio: il conte Ugolino avrà mangiato i suoi figli?

UN PROFESSORE NELLA MIA VITAWhere stories live. Discover now