Alienante

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Rumori fragorosi, ordini urlati, la cassa che batte il conto, la friggitrice che schioppetta, fra l'odore brulicante e pastoso di patate surgelate cotte nell'olio bollente, fra la carne finta e unta nei panini, fra i colleghi sudati e alienati, non si riusciva a percepire alcun rapporto umano, solo un susseguirsi di azioni continue: prendi il pane, condiscilo, chiudi il pane, prendi il pane, condiscilo, chiudi il pane, prendi il pane, condiscilo, chiudi il pane. Senza alcuna cognizione, senza alcuna passione, tutto ciò era ormai compiuto senza il minimo coinvolgimento, eppure, pensava Luce, avrebbe preferito finire a servire i tavoli, piuttosto che imbottire panini, quantomeno piuttosto che fette di pane e manzo, avrebbe visto e parlato con qualche essere umano, e poi c'erano le mance, che se ti finiva bene come con Rosi, l'attuale ragazza addetta ai tavoli, molto carina, ti saresti beccata anche cinque euro di mancia a turno. Ma non invidiava per nulla Carlo, alla cassa, a cui toccavano conti, ordini assurdi, richieste improponibili e bambini capricciosi, tutto ti riportava alla mente, l'esigenza di voler fuggire via, di preferire la scuola a tutto questo, di preferire la propria casa a quel sudicio odore di frittura misto a sudore. Nessuna pausa pranzo il lunedì, giorno orribile per tutti, gente che necessita di rompere la propria routine e iniziare la settimana con un falso hamburger di manzo e tanta salsa al pomodoro. Riuscì a uscire dieci minuti dalla cucina, per affacciarsi a controllare i clienti, era una cosa che amava fare, immaginando le loro vite intrecciarsi, provando a indovinare cosa li portasse proprio in quel posto, cosa avessero ordinato, chi li stesse aspettando a casa, se avessero figli, genitori, amici ... Creando questo ipotetico rapporto emotivo con loro. Le piaceva collegare ogni ordine a una persona vista ai tavoli e magari prendersi i meriti se la volta successiva l'avrebbe rivista tornare e ordinare lo stesso panino. Ma non tutti avevano qualcuno ad aspettarli a casa, non tutti venivano accompagnati, non tutti erano felici il lunedì. In fondo alla sala a destra, lo stesso uomo di ogni primo giorno della settimana, sedeva nello stesso tavolo, dal viso spento e dal peso spropositato, stava fino all'orario di chiusura a osservare il posto vuoto di fronte a lui, ogni tanto ordinava qualcosa, ma Luce non poteva saperlo, si immaginava così, che per un uomo così triste e grosso, ci sarebbe stato un ordine piuttosto abbondante, era facile pensarlo dopotutto. Un giorno lo avrebbe visto mangiare, pensava. Girando ancora fra i tavoli, al centro della sala, in un tavolo rotondo, risate fragorose di bambini illuminavano la giornata, attirando l'attenzione di Luce e la sua immaginazione: vi era Giorgio, Luana e i loro due figli piccoli Paolo e Sara, avevano ordinato dei panini piccoli con sorpresa e due milkshake alla fragola, erano così allegri, sarebbe stato il compleanno di Sara il giorno dopo, così il padre, Giorgio dovendo il giorno dopo lavorare, ha proposto alla famiglia di passare insieme il giorno prima, così che tutti sarebbero stati contenti, ma suona un telefono, quello di Giorgio, che si scusa, si alza ed esce fuori, ed ecco lo sguardo triste della moglie Luana, che finge un sorriso stentato addolcendo lo sguardo verso i figli; fuori dal finestrino Giorgio sorride, si tocca la nuca e poi poggia la mano sul fianco, pronunciando qualche parola quieta e incomprensibile, poi rientra, sistema la cravatta e si siede accanto alla moglie, dandole un bacio in fronte. Traditore, moglie fragile che ama la famiglia e farebbe di tutto per proteggerla, risate false, bugie, nella mente di Luce.Finita la giornata lavorativa, erano le sei del pomeriggio, il giovedì si chiude prima per fortuna; all'uscita della porta un un ragazzo dal fascino impeccabile con la divisa da lavoro ancora indosso, la stava aspettando, poggiato su una vecchia Lambretta con un casco rotondo in mano, la guardava con sguardo ammiccante e voglioso, era il suo collega straniero Pedro venuto da Valencia: aveva grandi ambizioni anche lui e desiderava imparare l'italiano nel modo più semplice possibile, così decise di allontanarsi per un anno dalla sua calorosa città e lavorare in un posto decente, ma a Palermo ad accoglierlo vi fu solo questo posto. Da quando era arrivato non aveva fatto altro che squadrare Luce mentre cucinava, rendendola un pasto quotidiano delle sue giornate, e Luce non poteva che ricambiare. Dall'aspetto totalmente latino e provocante, Pedro era davanti a lei con i capelli castani e mossi che scendevano dietro le orecchie, il viso perfetto e il fisico da nuotatore agonistico impedivano qualunque movimento, facendola sentire come una preda appena puntata, quelle labbra carnose non facevano altro che mordersi nelle ore di lavoro, e lo stavano facendo anche adesso, quelle stesse labbra che nei sogni di Luce scendevano appassionate lungo il suo collo, lasciandole la voglia al mattino di andare a lavoro il prima possibile. Pedro scese dal motorino, dirigendosi verso Luce per offrirle una sigaretta:

Acqua SalataWhere stories live. Discover now