Palermo

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Erano le 09:45.

Luce aprì gli occhi e fu abbagliata dai raggi del sole, il calore la avvolse in quel buongiorno confuso: sentì una scossa di piacere. Un braccio maschile le avvolgeva il petto, si scostò leggermente per lo spavento, e una strana sensazione le pervase lo stomaco mescolandosi con il gorgoglio incessante di chi ha necessariamente bisogno di mangiare qualcosa, diede uno sguardo veloce sotto le lenzuola, notando di essere totalmente nuda. La imbarazzava quella sensazione di confusione e di amnesia post serata, ma soprattutto la infastidiva il fatto di non ricordare il perché avesse concesso a un ragazzo di dormire con lei, si sentiva come se avesse perso gran parte del suo autocontrollo. Si girò piano per non svegliare il ragazzo dietro lei, il campanello della porta cominciò a suonare e per fortuna si dovette alzare, dirigendosi di corsa in cucina, ma ricordandosi di essere nuda tornò in camera da letto per cercare una canottiera da indossare mentre alla porta qualcuno continuava a suonare, imprecò. Prese una maglietta dal pavimento, probabilmente del ragazzo senza nome che stava russando sul suo letto, la indossò lasciandosela scorrere sino alle ginocchia, aveva un buon profumo, pensò. Aprì la porta, e qualcuno rispose:<< Colazione! E ti prego scusami tantissimo non volevo lasciarti sola>> entrò di fretta Luca posando un vassoio incartato sopra il tavolo, ma appena si girò per guardare Luce si bloccò di colpo e accigliato ma sorridente disse: << E chi sarebbe il fortunato che è riuscito a dormire nel tuo letto? E che ti ha distratto dalle mie chiamate notturne?>>, Luce lo zittì con il dito, facendogli segno che il ragazzo era ancora in casa sua, lo fece accomodare mentre prendeva due bicchieri disucco di frutta, nel frattempo disse: <<Tu zitto un secondo e aspetta, torno subito così parliamo>>, posò i bicchieri sul tavolo e si diresse nella camera da letto per due motivi: sia per ricordarsi con chi era stata la notte prima, effetto dovuto alla birra e al sonno estremo che aveva, e per prendere il telefono lasciato nel comodino; ma appena entrò in camera, vide Andrea sdraiato a pancia in giù nel letto quasi del tutto scoperto, si morse il labbro istintivamente e si ricordò improvvisamente della nottata passata insieme e di come fossero arrivati sino a quel momento. Non se ne pentì un secondo. Pensò di svegliarlo per fargli fare colazione, ma temeva il parere di Luca e le eventuali supposizioni che lui avrebbe fatto su di lei, sarebbe riuscito a farle credere che le importasse davvero e avrebbe tentato di farle intraprendere una relazione, ma non era il caso, così indossò le mutande prese dal cassetto del mobile e andò in cucina facendo attenzione di chiudere la porta.

<< Aspetta non chiudere! Voglio vederlo! Anzi no, sarà con il gabbiano al vento ... che schifo >> disse Luca in preda a un euforia dovuta a tutto quello che doveva raccontare all'amica, << La smetti di parlare a voce alta!! Se continui non ti dirò mai chi è! >> lo ricattò Luce, mentre apriva lo sportello dell'armadietto per prendere il caffè, poi proseguì: << Piuttosto dimmi a cosa devo quei cornetti sul tavolino... Cosa ti vuoi fare perdonare? >>, Luca la guardò con occhi dolci e disse: <<Ti ho lasciata da sola tutta la sera ieri, mentre mi scopavo Sara>> sconvolta dalla frase appena detta Luce lo guardò a bocca aperta e poi sorrise battendogli il cinque, disse: << Serata ricca per entrambi >>, << Benissimo ora dimmi chi è il ragazzo là dentro e come l'hai conosciuto e come sopratutto siete arrivati qui e non in un auto >> disse velocemente Luca, <<Ma non dovrei essere io la ragazza curiosa che vuole fare curtigghio?>> disse Luce mentre guardava il caffè uscire dal raccoglitore, quel momento diventava ipnotico per un amante del caffè qual'era, <<Hai ragione, ma tu non mi hai chiesto nulla>> disse Luca guardandola dalla sedia con i gomiti poggiati sul tavolo e le dita delle mani incrociate fra esse. Luce prese le tazzine e versò il caffè, aggiungendo un po' di zucchero per il suo amico e mescolando glielo portò al tavolo. Lei lo preferiva amaro e non perché è ''amara lavita''ma perché le ricordava il caffè che prendeva sua madre la mattina, amaro come niente al mondo, e quando lei era piccola le piaceva assaggiarlo con il dito solo per poi disgustarsene, e ridere insieme dell'espressione che faceva, per essere poi premiata con una zolletta di zucchero che "addolciva tutte cose". Adesso invece, la nostalgia di quei tempi venivano compensati dal gusto dell'amaro e dall'attesa della zolletta che non arrivava più. Si sedette di fronte all'amico, e poggiando la tazzina sul tavolo disse: <<Mi sono approfittata di un tizio a cui avevo chiesto un accendino ma l'ho lasciato digiuno dietro i portici e con una birra in mano e infine mentre ti aspettavo Andrea mi è venuto incontro mi sono approfittata anche di lui e quindi eccoci qui solo che ha bevuto assai e io non volevo sentirmi responsabile se non fosse più tornato a casa così gli ho offerto pensione completa>> tutto d'un fiato, Luce tralasciò le parti più belle della serata, solo per salvarsi dall'amico romantico che era di fronte a lei in quel momento, che la stava guardando insoddisfatto, aveva lo sguardo di chi sa che stai nascondendo qualcosa, come un fratello maggiore che scopre che hai combinato un guaio e aspetta che tu glielo dica, allora per togliersi quello sguardo di dosso proseguì: << Ora tocca a te... come ci sei riuscito con la stangonarossa?>>,Luca sorrise e mentre apriva il vassoio di cornetti disse:

Acqua SalataWhere stories live. Discover now