Acqua salata e zucchero filato

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Sei del mattino, un ulteriore routine da affrontare, ma stavolta erano in due ad uscire da quell'appartamento. Una colazione da eroi, come l'avrebbe chiamata suo nonno, un bicchiere di latte, toast con la nutella e caffè, Luce si era svegliata di buon umore quel giorno, nonostante si aspettava di essere sgridata pesantemente dal capo, ma fu comunque distratta dal ragazzo che dormiva beatamente sul suo letto, e che aspettava solamente di essere svegliato. Mise quello che aveva preparato su un vassoio, e lo portò nel comodino della sua camera, si sedette sul suo letto per dare un bacio sulla fronte di Andrea, ma lui non si svegliò. Guardò l'orario, per fortuna era ancora presto, si tolse i vestiti e si infilò dentro la doccia, canticchiando ''House of Gold'' dei Twenty One

Pilots:

She asked me, "Son, when I grow old

Will you buy me a house of gold?

And when your father turns to stone

Will you take care of me?"

Si avvolse in un grande asciugamano e uscì dal bagno, vide che Andrea stava ancora dormendo, così prese velocemente lo specchio dal fianco dell'armadio, e scoprendosi la schiena, si guardò attentamente, cercando qualche differenza, qualche nuovo pregio o qualche difetto di cui preoccuparsi. Non notò nulla di nuovo, nessun cambiamento, ne rimase impassibile, qualcosa di lei che non poteva cambiare, la sua vista davanti agli specchi. Ripose lo specchio stanca e si vestì. Rimase a guardare un poco il sole fuori dalla finestra, sapendo che Andrea sarebbe dovuto scendere presto si permise di fare un po' più tardi.

Vide la città svegliarsi lentamente, e intorno alle sette anche Andrea si svegliò: <<Buongiorno>> disse sbadigliando e stirandosi in tutto il letto, si voltò a guardare Luce, <<Buongiorno a te!>> disse Luce sorridendo, gli si sedette accanto concedendogli un lungo bacio mattutino, <<C'è la colazione se ti va>> proseguì, <<Che meraviglia sono affamato, grazie Lu>> disse Andrea, dandole un bacio nella spalla. Luce si alzò e preparò la borsa per il giorno successivo, fra il costume, la tovaglia, e qualche libro, portò anche il suo diario, nel dubbio che le venisse voglia di scrivere, fino a ieri sera sentiva di avere tanto da dire, ma adesso un grande vuoto la stava riempendo, e la sua espressione arrivò ad Andrea:<<Ehi, andrà tutto bene vedrai>> Luce sorrise, ma l'ansia per i suoi genitori avrebbero la stava divorando dall'interno. Cercò di distrarsi sistemando le stanze mentre Andrea si preparava. Luca nonostante non avesse nulla in programma, si era alzato presto, aveva dormito male quella notte, e aveva bisogno di sfogare i nervi accumulati in questo periodo andando a correre nella via di casa sua, indossò i pantaloni da tuta e scese velocemente le scale, con le cuffie alle orecchie ascoltava i Nirvana mentre con i passi pesanti correva nel marciapiede insieme ad altre persone, mentre gli alberi si destavano all'alzarsi del sole, e l'aria si scaldava velocemente. Un vento leggero accompagnava la sua corsa, mentre tutti i suoi si erano fermati davanti il portone di casa, ad aspettarlo e l'unica cosa che contava in quel momento era che si lasciasse andare. Giunse fino in fondo alla via, dove si stagliava la grande rotonda con i gradini, attraversò la strada e si sedette a riposare, mentre il cuore gli batteva in petto ad una velocità così forte che gli sembrava di stare per esplodere, si tolse le cuffie dalle orecchie, e si sdraiò a guardare ne nuvole in cielo. Voltandosi leggermente notò con la coda nell'occhio un ragazzo seduto sull'ultimo gradino della rotonda, aveva la barba incolta, e una sciarpa attorno al collo bianca, rimase a guardarlo per un pò, aveva un grande blocco schizzi sulle ginocchia, e muoveva una mano freneticamente. Luca pensò che fosse uno studente dell'Accademia di Belle Arti, si girò dal lato in cui esso guardava, e si sorprese della sensazione di smarrimento che sentì nel guardare via Libertà da quei gradini, capì il perché della frenesia del ragazzo. Indossò di nuovo le cuffie, entrò nel mondo che ognuno si crea con la propria playlist, la musica perfetta compagnia di vita, di scelte sbagliate, di paure sentite, di amori nati morti e rinati. Non si può odiare la musica, rivelatrice di falsi pensieri, con le proprie parole e le proprie note, raccontano ciò che dentro noi non c'è, diviene rivelatrice della nostra identità e come tale parla di noi, ci racconta attraverso se stessa, e ci rende parte di un gruppo, di una comunità.

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⏰ Last updated: Dec 17, 2018 ⏰

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Acqua SalataWhere stories live. Discover now