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- Ora però vai a riposare- fa solo finta di essere autoritario.

- Mi sa che qua, sei tu quello che si sta addormentando- dò amichevolmente una spallata a papà.

Si stropiccia  gli occhi, allunga le braccia e si alza dal mio letto.

- Hai ragione, domani ho il volo presto, mi dispiace di non poterti accompagnare al primo giorno di scuola- mi dà un bacio sulla fronte.

- E dai...papà non sono mica alle elementari, sono in 5°superiore-

I ruoli si sono invertiti, l'ho trascinato in camera sua, gli ho rimboccato le coperte, puntato la sveglia e sono rimasta al bordo del letto per 5 minuti. È sorprendente con che facilità si addormenti, ma è logico: è sempre in giro al lavoro.

Sembrerà strano ma per tutti gli impegni che avesse mi ha sempre e dico sempre accompagnato al primo giorno di scuola, immortalando tutto con una foto, ogni santo anno.

Ma domani...domani mi salverò. Avete idea di cosa voglia dire essere lasciata là, davanti al cancello della scuola, davanti a tutti, mentre papà scatta foto e mi abbraccia come se andassi in guerra.

Non mi dà fastidio, per niente. Ma per questa volta l'ho convinto, sì, posso dire di averla scampata.

Il suo biglietto per Roma non è rimborsabile ed ha una riunione importante, e io ho 18 anni e per la prima volta farò un normale rientro scolastico, come tutti i ragazzi della mia età.

Non c'è bisogno che scappi dalla finestra, papà non si sveglierebbe neanche con le bombe.

Prendo Moki e iniziamo a fare una passeggiata.

Per abitudine la direzione è quella del campo, ma sta sera non mi va. Quel posto che prima amavo, che mi dava pace, ora lo ricollego a una persona.

Non gli ho molto parlato, anzi mi correggo, non gli ho proprio rivolto la parola. È stato facile, dopo quella lunghissima sera, l'ho solo intravisto una o due volte.

E...e mi sono vergognata a morte. Diventata più rossa di un pomodoro, avrei voluto scavare una fossa, seppellirmi viva.

Al solo pensiero mi chiedo cosa cavolo sia successo.

Avete presente quando prendete qualche vostra vecchia foto e siete vestiti in un modo assurdo, e che al tempo vi sembrava fantastico, ma che ora vi appare ridicolo?

Quella sono io che ripenso a quella sera.

Ai nostri sguardi, il suo tocco, il suo profumo, la sua forza e la sua delicatezza.

L'ho sognato, diverse volte.

I sogni sono frutto di ciò a cui intensamente pensiamo, di ciò che desideriamo o di cui abbiamo paura. Sono spaventata ad incontrarlo. Non saprei cosa dirgli, come comportarmi.

Ho il continuo terrore che lui non veda l'ora di potermi parlare per rinfacciarmi il comportamento ridicolo di quel lontano giorno.

Mi sembra passata un eternità, invece sono trascorse poco più che tre settimane.
Ricordo con piacere il suo tocco, e quella sfumatura delicata che non avrei pensato di trovare.

- Moki, no, di qua, andiamo da un altra parte!- forse anche lui si aspettava che ci dirigessimo nel nostro eden.

A soli 15 minuti c'è la spiaggia. L'ho  provata poche volte di sera, ad essere sincera. Ma scorrazzare qua e là con il cane mi sembra un' ottima idea al momento.

Il suono delle onde non è forse meglio della sinfonia di un piano? quella è pur sempre artificiale.

Mentre la natura ha una perfezione unica, noi possiamo solo avvicinarci asintoticamente ma non la raggiungeremo mai.

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