CAPITOLO 69 - IMMERGERSI IN UN MARE TROPPO PROFONDO

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POV'S CHRISTOPHER
"Prima di buttarsi e sempre meglio capire se si avrà un fondo..."
Mi spoglio e immergendomi nel getto di acqua calda appoggio le mani alle porstrelle fredde.
Mi sono sempre domandato cosa fosse una vita quotidiana.
"Mi sono sempre domandato cosa significasse essere perfetti e umani..."
Per quanto io abbia provato a essere almeno perfetto fuori non ci sono riuscito.
È bastata una semplice frase per farmi uscire fuori tutto il marcio che ho dentro.
Eppure poi mi blocco imponendosi ancora piu muri da non superare, come ho sempre fatto, e più mi sento strano.
"Mi sono ristretto fino a sentire l'aria mancarmi..."
Mi sento impotente bei confronti di me stesso.
Mi sento bloccato in un universo che non ha giuste basi.
Sono bloccato tra odio e dolore e tra i due insieme non so cosa ne uscirà e questo mi spaventa.
"Ho odiato ogni parte di me fino a diventare l'odio e il dolore mischiato insieme..."
Per un periodo di tempo, dopo la morte di Josh, ho odiato ogni cosa.
Ho odiato anche l'aria sporca che mi circondava.
Ho odiato anche me stesso più di ogni altra cosa.
"Mi sono alleato con parti di me che dovevano solo essere represse..."
I quel periodo non avevo controllo sembravo davvero un'animale in gabbia.
In quel periodo ho giocato con il fuoco consapevole che mi sarei scottato.
"Ho giocato con il fuoco e ora mi ritrovo bruciato..."
Ho sempre mantenuto la calma e ho sempre represso qualsiasi impulso che potesse danneggiare la mia vita ulteriormente.
In quel periodo non mi sarebbe importato se avesse rischiato di morire, anzi era quello che volevo.
"Ho visto troppe volte la morte, ma non mi sono fermato perché la morta non l'ho solo vista...l'ho anche toccata..."
Ho perso il conto di quante volte mi sono seduto sulla ringhiera di un balcone incominciato a penzolare.
Ho perso il conto di quante volte ho pregato mia madre, che mi aspettasse, che mi aiutasse.
Non ricordo più quante volte ho ripreso quell'animale che ogni volta avrebbe voluto spaccare qualsiasi cosa lo circonsasse.
"Ho represso, placato, troppe volte l'animale che avevo dentro...e ora sono privo di vita..."
Col tempo ho capito che quell'animale che avevo dentro era nient'altro che la mia umanità.
La stessa umanità che ogni volta mi faceva credere in una fede.
Era quell'umanità che ogni volta mi faceva nascere una speranza.
Perché essere umani e avere una speranza, vivere di sogni, avere dei desideri.
"Mi sono aggrappato a basi non solide che ben presto si sono rivelati miei fantasmi..."
Non mi rendevo conto che ogni volta che mi aggrappato a qualcosa che cadeva in realtà erano soltanto le mie paure.
Sono i miei fantasmi passati ad essere le mie continue cause di ansia e di stress.
Mi avvolgono inasciugamano in vita e ancora una volta senza guardarmi allo specchio mi lavo i denti.
Mi pettino i capelli e asciugandomi indosso un pantalone di stoffa nero e grigio a quadri, un maglione bianco, Jordan nere e bianche e mi asciugo i capelli sistemandoli alla meglio.
In fondo non devo dare in portanza a nessuno...
"Nemmeno a me stesso devo dare importanza..."
Sospiro e sistemandomi al polso l'orologio da polso yourturn nero sistemo il caos che si è creato perfare la doccia e scendendo giù guardo l'ora.
Sono le 6:30 e ho un'oretta prima di entrare in classe.
Mi verso una tazza di caffè appena fatto e mettendomi un giubbotto di pelle bianco semplice prendo le chiavi e cercando di non sporcarmi per la fretta.
Poso la tazza e prendendo lo zaino già preparato meticolosamente ieri chiudo tutto avviando i alla porta.
Chiudo alle mie spalle e bussando non ho nemmeno il tempo di dire qualcosa che i ragazzi sono tutti vestiti e preparati.
Se tutti fossero come loro sarebbe una grande fortuna.
È anche vero che io alla fortuna non ci credo.
Le ragioni sono tante e anche troppe e la prima non c'è bisogno di dire che basta guardarmi.
Oggi si sono vestiti in modo casual e devo amettere che fa strano vederli così.
Ma credo che anche a loro vedermi così faccia strano.
Andrew:<<giorno...>> annuisco facendogli il segno con il capo di seguirmi.
Chiudono la porta mettendosi lo zaino in spalla.
Io:<<da dove volete iniziare...>> iniziano a dire posti diversi e dopo una decina di minuti, tra discussioni messe, ci siamo decisi da dove partire.
Essere in tanti comporta a scelte diverse.
Iniziamo ad i camminarci verso tutte le aule e dopo una ventina di minuti stuart se ne esce con una delle sue.
Stuart:<<se avessi delle tette e una figa saresti proprio perfetto per fare la visita guidata...>>alzo gli occhi la cielo mentre Jackson gli tira un ceffone dietro la testa.
Si porta una mano dietro la testa imprecando contro Jackson che lo guarda male.
Stuart:<<ma che cazzo ho fatto...?>> sbuffiamo tutti contemporaneamente indirizzandoci verso le aule dove, il prossimo mese, si teranno i corsi e dandogli alche i fogli che la preside mi ha chiesto di dare ci avviamo verso le ale dedicate a ogni disciplina sportiva.
Guardo l'orologio da polso che segna le 7:40 e prima che suoni la campanella gli faccio vedere la nostra aula.
Entriamo e mentre Jackson prende posto vicino a me e gli altri litigano su chi debba stare a posto di chi inizia ad entrare la prof Mich.
"È non è sola...con se ha portato un diavolo travestito da angelo..."
Abbasso la testa iniziando a sentire il corpo bruciare.
"Mi ha condannato al rogo ancor prima di sapere..."
Lei è una di quelle persone che per difendere chi ama non guarda nessuno nemmeno la sua coscienza.
Lei è una di quelle che viene arriva prende e se ne và...di se rimane solo un ricordo sbiadito, senza forma....
"Mi ha strappato l'anima ancor prima di sapere che io non c'è l'ho..."
Mi ha giudicato senza conoscermi anche se in parte la sua osservazione ha dato frasi concise e che corrispondono alla mia realtà.
È stata astuta, ha fatto un po' lo scarica barile, ha scaricato tutto il peso su di me e ora che non ho più forze mi sta lasciando sprofondare.
"Mi ha legato alla sorte senza conoscere le conseguenze..."
Sarebbe stato semplice anche per me farlo, ma mi domando se almeno qualche senso di colpa c'è l'ha nei miei confronti.
Eppure dal modo in cui è così rilassata e da come ascolta è gioca con i suoi amici deduco di no.
"Mi ha giudicato consapevole che le persone si mostrano come vogliono mostrarsi agli altri...proprio come fà lei..."
Mi domando se lei è proprio questo che vuole, la mia morte, o vuole vedere solo fino a quanto può spingersi la mia voglia di vivere.
È poi ce la seconda opzione che d più drastica, ma che rispecchierebbe à pieno il suo comportamento.
Sta cercando di eliminarmi per poter vivere più tranquillamente e per non far riavvicinare Jake a me.
"Ha preferito aggiudicarsi un posto nel paradise per uccidere un demone sulla terra..."
E una proposta più che alle tante che anche io avrei accettato.
Anche se la cosa per me dipenderebbe dalla persona è se davvero lo meriterebbe e io in questa circostanza lo merito.
È io merito ogni volta di morire dentro per ogni sua parola spuntata con rabbia e disgusto nei miei confronti.
"Gli sono bastate cinque parole ad uccidermi dentro..."
Con tanta facilità e riuscita a fare quello che non sono riuscito a fare io in tutti questi anni mi di pura sofferenza e strazio.
È riuscita in poco tempo ad eliminare ogni speranza di sopravvivere senza sapere.
"Ha annientato ogni mia speranza di poter sopravvivere per chi mi circonda..."
Non sopravvivo per me, ma per i miei amici che non meritano di dover, ancora, soffrire.
Spero vivamente che un giorno abbiano una persona che li ami davvero.
Non come me che ho permesso tutto questo.
"È entrata come una malattia e adesso sta facendo il suo corso..."
E come un veleno che sta solo aspettando di arrivare alla mente per spegnerla del tutto.
Sta solo aspettando il momento giusto e quando lo crederà opportuno avanzera senza pretese o opposizioni.
"E come una malattia misteriosa...appare e senza un nome o una ragione viene e ti devasta..."
E come una parola che non ne conosce il significato.
Viene nella tua vita e ti confonde le idee facendoti sentire inappropriato in tutto.
È come se mi avesse scombussolato qualcosa dentro.
Ogni volta che la vedo dentro succede qualcosa che non posso controllare e non sò sè sia in positivo o in negativo.
"E arrivata come un uragano e tra insulti e occhi pieni di odio alla fine ci scapperà anche il morto..."
Il punto è che per quanto possa smuovermi qualcosa dentro sò che questo non porterà a nulla di buono.
Non potrebbe mai nascere nulla se non odio da parte sua.
Da parte mia, dopo tutto, non c'è odio anche se dovrei essere io a provare rabbia nei suoi confronti.
Ho messo da parte la rabbia molto tempo fa e adesso vivo di puro dolore.
"La nostra non è la classica storia d'amore...
la nostra è una guerra senza un fine che porterà a uno dei due su un precipizio..."
Il nostro incontro è incominciato male e finirà male.
Mi sarei aspettato sorte migliore, ma non sempre le aspettative che ci facciamo sono giuste.
"Le aspettative sono fatte per essere infrante...un po' come le regole..."
Il punto è che se infrangi qualche regola può cercare di rimediare per le aspettative di una persona e molto più difficile e complesso.
Entra la prof Mich che accoglie tutti con un caldo sorriso.
Appena vede i miei amici gli chiede di presentarsi.
In quel momento le amiche di occhi grigi non hanno fatto altro che spettegolare sopratutto quelle che non sono impegnate.
Sembrava che volessero saltare addosso ai miei amici.
Devo amettere che oggi anche i ragazzi sembrano da tutt'altra parte.
Sospiro scuotendo la testa dando una sberla a Jackson che continua guardare dall'altro lato.
Jackson:<<ma che cazz...>>gli tappo la bocca facendogli capire di non dover parlare ad alta voce.
Io:<<se vuoi parlare con le ragazze dopo ti dico chi è single e soprattutto cerca di non sbavate che la saliva ha bagnato il quaderno...>>arrossisce toccando la bocca.
Mi fulmina con lo sguardo vedendo che la mia seconda affermazione non è vera.
Gli faccio capire che il lato delle ragazze dentro l'aula è off limit.
Non voglio ulteriori problemi, ma se anche a loro cupido a scioccato le frecce non posso fare nulla se non rispettare le decisioni e i sentimenti dei miei amici.
È incredibile come due persone a prima vista possano provare questo filling.
La spontaneità con cui fanno vedere chi sono mi disarma.
Ad oggi non ci dono ragazzi timidi e riservato, no.
Ci sono solo ragazzi che direttamente ti dicono ciò che pensano su di te.
"Ad oggi ci sono ragazzi che senza curarsi di come potresti sentirti ti sputano veleno..."
Ci sono ragazzi che senza pietà non si domandano come tu dia finito in quella merda direttamente te ne versano altro.
Per una volta avrei voluto mettergli io la merda in faccia, ma non l'ho fatto, no...
Mi sono detto che un giorno anche a loro la verità gli sarebbe stata canta.
"E per quelle persone che sanno dirti la verità in faccia, senza scrupoli, che ti ritrovo a non voler più varcare quella soglia che tutti invece dovremmo varcare..."
E stata per questa verità che, io tanto odio che, sono arrivato ad una metà della mia vita che non mi sento più in dovere di crescere...sono cresciuto abbastanza.
"È per persone che non hanno paura di parlare che io oggi ho paura di vivere..."
Mi hanno ripetuto troppe volte i miei limiti e non mi hanno permesso di andare oltre.
Mi hanno ristretto in una gabbia così piccola da non permettermi di respirare.
Hanno, senza curarsi del mio volere, accavallate sulle mie spalle le loro responsabilità.
"E per persone che non si curano del proprio modo di agire che io oggi mi ritrovo con ferite altrui..."
Non si sono domandato come mi sentissi, cosa provassi, hanno semplicemente fatto quello che loro ritenevano giusto.
Mi hanno preso per un camion che deve trasportare carichi.
"È per persone che non hanno responsabilità e che vivono come Peter Pan che io invece mi porto ancora più carichi..."
Sono costretto a farlo..non ci sono vie di scampo da tutto ciò.
Non ci sono e a meno che non venga qualcuno e si prenda i miei carichi fino ad allora sarò costretto a vivere così.
Fino ad allora sarò costretto a camminare in modo sbandato e a cadere.
"Ne ho fatto davvero tanti di sbagli, ma il primo e stato quello di non aver ascoltato chi davvero mi voleva bene..."
Persavo che se si volesse bene ad una persona si dovesse anche alleggerire il suo carico e senza accorgermene mi sono caricato io.
"Mi sono caricato troppi mattoni che non hanno costruito nulla se non restrizioni..."
Con gli sbagli di chi non si sà prendere le proprie responsabilità mi sono costruito un castello che adesso non mi fà più uscire.
Mi sento incatenato in un qualcosa di più grande di me.
Mi sento colpevole di qualcosa che non ho fatto e questo non è giusto.
"Mi sono caricato di pesi e senza pensare che dopo non sarei stato in grado, da solo, di scaricare tutti quei pesi ora mi ritrovo senza via di scampo..."
Mi ritrovo come un animale in gabbia che più cerca di uscire e più scarica le sue energie inutilmente.
Per quanto abbia represso il mio animale interiore, e ci sia anche riuscito, c'è sempre quel lato di me che non accetta di rimanere legato.
Ho cer sto di essere giusto, ma la mia situazione, natura, non lo permette.
"Per quanto si cerca di essere giusti ci sarà sempre qualcosa che ci darà torto o che ci farà sbagliare..."
Ci saranno sempre delle imperfezioni o sei difetti da correggere.
È più si cercherà di essere perfetti e più invece ti restringere nelle proprie paure.
Abbiamo già fatto cinque ore tra qui i ragazzi che finalmente hanno capito e si sono messi a studiare e i mormorii delle ragazze.
È ora della mensa e dentro sto tremando più di queste cinque ore, per un pelo, passate velocemente.
"Porca puttana à me e che non ho indossato nessuna felpa...adesso non posso nascondermi..."
Sospiro e insieme ai ragazzi, che siamo l'attrazione principale, ci avviamo in mensa.
Ci sediamo al tavolo in cui di solito sono da solo e tra mormorii e persone che passano i miei amici decidono di copiarli i miei appunti mentre io leggo un libro.
Jackson:<<anche questo dobbiamo copiare...?>> mi guarda passandoci una mano tra i capelli.
Inclino la testa guardando e ricordandomi bene annuisce.
È meglio che aporifittino adesso dell'ora di spacco.
Sono andato a prendere il pranzo per tutti e per sbaglio ho alzato lo sguardo ed è andato a finire su quel tavolo.
È se non lo avessi fatto mi sarei risparmiato lo sguardo con più odio, nei miei confronti, del mondo.
"Se non avessi alzato lo sguardo adesso non mi farebbe male lo stomaco..."
Sospiro scuotendo la testa è posando i vassoi prendo il libro che stavo leggendo e mi risiedo.
Jackson:<< e lei...?>>lo guardo e sospirando annuisco cercando di non farmi notare.
Quella ragazza ha occhi e orecchie da per tutto...meglio essere preventivi.
Non voglio altri guai perché non sono stato attento.
Annuisce è guardandola un'ultima volta abbassa la testa continuando a prendere appunti.
Jackson ha un modo tutto suo du vedere una persona, ma dal modo in cui l'ha guardata posso capire che di occhi grigi si è fatto già il suo perché.
Anche gli altri hanno fatto la stessa cosa e anche loro al primo occhi si sono fatti una loro ipotesi.
Io non ho avuto bisogno di studiarla su capisce a pelle.
Il carattere è davvero speciale e il vissuto che è difficile da capire.
"Il vissuto pochi lo ricordano...
Il presente pochi lo vivono...
Il futuro pochi lo conoscono..."
Per quanto cerchi di capire perché si è accanita tanto nei miei confronti e più invece mi sembra di fare buchi nell'acqua.
"Mi sembra di camminare su un terreno non adatto per così tanti pesi e intrusioni..."
Chiudo il libro e sospirando guardando i miei amici che sbuffano e prendono velocemente le loro cose.
Questa mattina prima di dimenticarmi gli ho fatto trovare le chiavi e le combinazioni.
Adesso tocca a loro sapersi ambientare.
Per quanto io possa cercare di essere più presente per loro questo non significa che migliorerà le cose.
È una cosa loro...e una questione psicologica che solo loro possono sboccare.
"Il problema vero è il mio...che più cerco di carpire e più si ingarbuglia tutto..."
E questo il vero problema...piu cerco di capire e più sembra che la soluzione mi scivoli dalle mani.
Delle volte mi sembra di cercare qualcosa che non è mai esistito.
Delle volte per quanto cerchi di vedere giusto sembra che invece la vita mi dia solo modi sbagliati per vedere sbagliato.
"Per quanto mi ostini a vedere il giusto vedrò solo quello sbagliato..."
Per quanto à volte mi sforzi di vedere il buono dentro io non riesco a fare altro che vedere il cattivo in tutto.
Non riesco a fare altro che pormi una cosa che non riuscirò mai a mantenere.
È questo molte volte mi porta alla frustrazione interiore.
Mi fa capire che dopo anni, anche se dono molto acculturato, non ho raggiunto un potere superiore al mio io interiore.
Non riesco ad impormi a me stesso come vorrei e questo mi rende I deciso anche su come comportarmi con gli altri.
Per quanto ci provo a vedere e come se tutto si capovolgere.
"Per quanto mi ostini à voler vedere quello che mi fà bene in sé ci sarà anche quello che mi farà male..."

"Lo so...ho fatto troppi sbagli...
Mi sono messo addosso troppe colpe, ma non credevo di ridurmi così...
Non credevo e non credo in tante cose e sono proprio quelle che io sottovaluto ad uccidermi...
Sono quelle piccole cose che lentamente sanno diventare letali...
Perché per quanto mi sforzo dentro rimarrò corrotto dagli sbagli di chi non si prende le proprie responsabilità proprie..."

Angel of death.

Angolo autrice
Ecco il capitolo 😜😀😄
Christopher da che in passato ha sbagliato e che la rabbia lo ha portato a fare gesti innapropriati😶😖
Sa che non dovrà più permettere che una cosa del genere accada ma è difficile😞😔
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e commentate 😝😉😁

PEZZI DEL NOSTRO BUIO 1Where stories live. Discover now