CAPITOLO 18

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LORENZO

Suono al campanello della casa di Margherita e viene ad aprirmi la ragazza che abita con lei. Non mi ricordo come si chiama.

  - Arriva, si sta ancora cambiando-mi spiega.

  - Va bene

Sono impaziente di rivederla.

  - Intanto accomodati pure sul divano. Vuoi qualcosa da mangiare o da bere?

  - No, grazie.

  - Vado a vedere dov'è finita.

  Annuisco e lei esce dalla stanza lasciandomi da solo. Non mi piace origilare, ma mentre sono seduto sul divano nnon posso fare a meno di sentire Margherita lamentarsi con la sua amica - Questi pantaloni sono troppo corti.

  - Margherita, mettili comunque perché ti stanno benissimo.

  - No, dai- si lamenta lei.

  - Sempre la solita storia, lo sai che tanto poi fai sempre quello che ti dico- risponde l'amica.

Mi alzo dal divano e seguo le voci perché voglio capire qual è il loro problema.

  - Devo solo andare a comprare dei mobili, non a una sfilata.

  - Ma una ragazza deve essere sempre bellissima!

Hanno lasciato la porta aperta così mi affaccio alla soglia della camera. Margherita indossa solo una maglia e un paio di mutandine così appena mi vede fa un urlo e si nasconde dietro all'amica.

  - Scusa, vi sentivo bisticciare e sono venuto a vedere cosa stava succedendo- dico.

  - Puoi tornare di la? Metto sti maledetti pantaloncini e arrivo- dice lei ancora nascosta dietro all'amica e rossa in viso.

  - Certo- dico e mi volto. Però che bel sedere che ha. Se fosse stata un'altra non penso si sarebbe preoccupata più di tanto vedendomi. Ridacchiando mi siedo di nuovo sul divano e dopo pochi istanti Margherita mi raggiunge. Indossa un paio di pantaloncini verde acqua e una maglia bianca. È a dir poco stupenda.

  - Possiamo andare- dice lei. Mi alzo dal divano e la seguo. Saliamo sulla mia macchina e appena accendo il motore le dico- Perché non volevi mettere questi pantaloni? Sei bellissima vestita così.

  - Grazie- lei arrossiace visibilmente.

  - Scusa per prima, non mi aspettavo che tu fossi in mutande.

  - Avresti dovuto avvertire che stavi entrando in camera mia, ma ti perdono- mi risponde.

  - La prossima volta chiudi la porta.

  Lei ridacchia- E tu non guardare le ragazze in mutande. Dovresti prendere in considerazione l'idea di diventare un bravo ragazzo, saresti molto meglio.

  - Ma io sono già un bravo ragazzo- dico cambiando marcia.

  - E io sono una stella del cinema.

  - Non sapevo che avessi un altro lavoro.

Lei sbuffa e alza gli occhi al cielo, ma noto che si sta sforzando di non ridere. È proprio adorabile, dolce, divertente e bellissima.

  - Che hai?- mi chiede.

  - Niente, perché?

  - Mi stavi fissando.

  - Stavo pensando che sei bellissima.

Quando arriviamo all'ikea cerchiamo un parcheggio e poi entriamo. Facciamo il giro di tutto il negozio riempiendo il carrello di tutto ciò che serve per casa mia. Marghe sembra divertirsi a scegliere i mobili per la mia casa, così le lascio prendere tutto ciò che vuole.

  - Col tuo salotto sta meglio scuro il divano, ma se preferisci lo prendiamo chiaro.

  - Sei tu l'esperta, mi fidodi te.

  Ci muoviamo tra i divani finché non ne vedo uno che le piace.

  - Guarda quello- ne indica uno nero completamente nero.

  - Perfetto, ma prima dobbiamo vedere se è comodo.

Le prendo la mano e ci avviciniamo al divano che ha scelto. Ci sediamo ed è veramente perfetto.

  - Prendiamo questo?- chiede.

  - Certo-  rispondo.

  Lei scrive il nome del modello sul foglietto e poi ci alziamo.

  Stiamo tornando al nostro carrello quando veniamo fermati da una signora di circa settant'anni - Che bello vedere una giovane coppia come voi che cerca i mobili per la propria casa.

Vedo Marghe arrossire.

  - Quando io e mio marito ci siamo conosciuti avevamo più o meno la vostra età ora, ci amavamo molto- continua la donna.

  - Cos'è successo?- chiedo notando che ha usato il passato.

  - Purtroppo é morto, era molto malato, ma non voglio rattristarvi con la mia storia

  - In realtà noi non siamo fidanzati, signora- dico.

  - Non raccontare frottole a una vecchia signora, io riconosco l'amore quando lo vedo.

  - Guardi che ha detto la verità, siamo solo amici- dice Margherita.

  La signora borbottando si allontana da noi e raggiunge una donna più giovane che molto probabilmente è sua figlia.  Margherita la osserva allontanarsi assorta nei suoi pensieri.

  - Però, che tipa strana.

  - Già- dice sorridendo

  - Continuiamo il giro?- mi incammino. Lei mi segue e finiamo il giro del negozio. Prima di andare alla cassa andiamo a ordinare la cucima e il divano, li porteranno direttamente a casa mia col cammion. Pago il conto e poi torniamo alla macchina. Carichiamo tutto nel baule e rimetto il carrello al suo posto. Quando risalgo in macchina le dico- Ora ti porto fuori a pranzo.

 

Ti amo ma non possoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora