25. Eighteen

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minchia amatemi prima che vi sfascio casa.

——-

Ragazzini.

Troppi ragazzini.

Uscivano da scuola velocemente ed erano uno più allegro dell'altro. Non serviva un genio a intuire che quello fosse l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie.

Luke e Calum avevano una detenzione, invece.
Erano chiusi in una classe in cui l'individuo con l'intelletto più sviluppato sembrava essere una piccola mosca che continuava a sbattere contro la finestra alla ricerca di una via d'uscita. Il caldo afoso del dicembre australiano sembrava stesse distruggendo i due ragazzi. Calum non sembrava troppo interessato alla temperatura, comunque. Sorrideva come un ebete con lo sguardo impuntato sullo schermo del suo telefono. Poi scriveva qualcosa velocemente e dopodiché il suo sorriso si ampliava.

Luke stava letteralmente morendo di invidia.
Gli piaceva vedere il suo migliore amico felicemente fidanzato, ma lui e Michael non si sentivano da una settimana e lui ne soffriva molto.
Non capiva dove aveva sbagliato.
Avrebbe solo voluto che Michael si innamorasse di lui.

Luke aveva capito di essere innamorato di Michael. Lo aveva capito dal momento in cui lo aveva visto uscire da casa di suo padre per prendere il treno. Aveva così paura di non averlo più rivisto. E ora ne aveva ancora di più.
Ci sperava ancora, in un suo ritorno.
Poi però si ricordava che aveva appositamente voluto chiudere qualsiasi via di contatto il tinto avesse potuto avere nei suoi confronti e maledì mentalmente il suo stupido orgoglio.

Avrebbe voluto saltargli addosso, lo avrebbe fatto in qualsiasi momento.

Fogli pieni di frasi sconnesse popolavano il banco di Luke, che con la matita tra le mani pensava agli occhi verdi del tinto e a tutte le sensazioni che gli portavano.

"I wish that I was eighteen,
Do all the things,
You read in a magazine, you know
I'm not saying I wanna be Charlie Sheen"

Luke aggrottò le sopracciglia.
Cosa cazzo aveva scritto e cosa diamine voleva dire quella frase?
Comunque continuò a leggerle alcuni dei fogli scarabocchiati, cercando di unirli nella maniera più ordinata possibile. Sarebbe stata una bella canzone da suonare quella sera, se solo si fosse inventato un modo per completarla.
Calum aveva fatto una melodia, qualche settimana prima e aveva chiesto in tutti i modi a Luke di trovare delle parole da metterci sopra.

E dopo gli ultimi messaggi di Michael, Luke sapeva che non sarebbe mai stato così ispirato.

In my bedroom thinking of her,
Her pictures in my private folder,
I know one day that I will hold her,
I'll make my move when I get older

Luke strinse le labbra nel leggere quelle parole.
Avrebbe tanto voluto stringere Michael subito, senza dover aspettare il suo diciottesimo compleanno.
Era davvero troppo innamorato di Michael.

I'm so sick of waiting 'til I'm eighteen.

La campanella lo fece sobbalzare.
Era così dentro quella melodia che non si accorse delle lancette dell'orologio che segnavano l'orario di uscita anche per i ragazzi in punizione.

Harry fu il più veloce ad alzarsi. Correva verso la porta agitato, senza alcun motivo preciso. Sbatté contro la porta, prima di rendersi conto che fosse chiusa e poi la aprì, uscendo dalla classe, sotto lo sguardo scioccato di tutti gli adolescenti.

Calum scoppiò a ridere. Aveva raggiunto Luke qualche secondo prima e lo stava aiutando a ritirare i suoi fogli.

"Perché non siamo andati in una scuola normale?" Domandò ridacchiando all'amico biondo, che alzò le spalle.

"Tu avevi detto che in questa scuola ci sono più ragazzi che ragazze e quindi abbiamo deciso di venire qua." Rispose Luke. Calum sorrise. Era esattamente quello il motivo.

"Beh, ora non mi interessa, il mio ragazzo è stupendo!" Esclamò contento, prima di tapparsi la bocca. "Cazzo, cioè, scusa, nel senso-"

"È okay Cal." Ridacchiò Luke. Per quanto fosse dispiaciuto per quella sua situazione con Michael, non avrebbe mai fatto sentire in colpa il suo migliore amico solo perché lui aveva l'opportunità di essere felice e lui no.

"Mi ha scritto di nuovo stamattina." Esordì Calum, sapendo quanto questo avrebbe migliorato l'umore di Luke (anche se lui non lo avrebbe mai fatto notare).

Il cuore di quest'ultimo, infatti , cominciò a battere prepotente contro il suo petto, facendogli quasi male.

"Ha detto di dirti che gli manchi e che devi lasciargli il tempo di spiegare." Mormorò il moro all'amico.

Uscirono fuori da scuola, sospirando per il troppo caldo e alzandosi le maniche delle camicie. Sembravano dei burattini, facevano le stesse cose.

C'era qualcuno però, che quella scena la trovò adorabile.

"Comunque mi ha fatto capire che avrebbe fatto qualsiasi cosa per riaverti. Ha detto che è stato un coglione e che si è pentito, non ho capito cosa avrebbe fatto ma- Luke?"

Calum si bloccò dal continuare il suo discorso, quando notò che il suo amico non stava ascoltando più una parola. Gli occhi blu del biondo, che ultimamente era diventato parecchio taciturno, erano fusi con delle iridi verdi di un ragazzo al fondo della strada. Il tinto era appoggiato alla sua macchina e sorrise leggermente, quando quel contatto visivo che tanto gli era mancato, tornò.

"Michael?"

text back ; muke clemmingsWhere stories live. Discover now